domenica 25 agosto 2013

Un breve intervento puntuale sulle "classifiche" di Luigi Galantucci, con mie osservazioni critiche

Ricevo dal Prof. Galantucci tramite facebook e volentieri pubblico, con qualche commento.

1)  L'Italia investe nelle università quanto gli altriPaesi dell'OCSE?
No, investe solo lo 0.6% del PIL, contro una media OCSE di 1.2%, ed un valore di 2.1% degli USA. Con pochi soldi investiti la nostra efficienza comunque è molto elevata.




   Tuttavia, il tema è stato sollevato tante volte che è inutile quasi ripererlo. Ma min. Carrozza aveva detto che o aumenta la spesa, o si dimette.  Vedremo quando si dimetterà!  :)


2) I soldi pubblici sono ben investiti per la ricerca nelle università italiane?
Si, il numero di articoli scientifici prodotti per milione di dollari investito nella ricerca indica che le università italiane sono più produttive di quelle degli USA, della Germania, del Giappone, della Francia e del Canada.

Fonte: http://www.roars.it/online/vqr-gli-errori-della-formula-ammazza-atenei-dellanvur/




3) Le università pubbliche italiane sono produttive, se confrontate nel panorama mondiale?
Scrive Francesco Giavazzi (Bocconi), in Italia abbiamo cento università e, per di più, tutte “offrono, oltre ai corsi di triennio, corsi di biennio e di dottorato”. Secondo lui tra queste cento ce ne sono almeno 40 che non entrano nemmeno in classifica e che andrebbero chiuse.
In realtà in Italia ci sono 95 atenei che comprendono:
• 28 atenei non statali (15 privati e 3 telematici)
• 9 istituti speciali (3 università per stranieri, 3 scuole speciali, 3 istituti di alta formazione dottorale), tra cui la SISSA di Trieste, la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna di Pisa;
• 58 università statali in senso stretto.

Nella classifica di SCImago ritroviamo 3 istituti speciali e 55 università statali, di cui una sola ha un impatto normalizzato inferiore alla media mondiale [l' Univ. del Molise]. Le uniche tre università statali che non entrano in classifica sono l’Orientale di Napoli, l’Università del Foro Italico di Roma e lo IUAV di Venezia, le cui dimensioni o i cui settori di ricerca giustificano la mancata inclusione in una classifica bibliometrica.
Se si devono cercare atenei da chiudere, sarebbe meglio a rivolgere l’attenzione a quelli non statali, di cui solo quattro entrano nella classifica di SCImago.

Fonte: http://www.roars.it/online/vqr-gli-errori-della-formula-ammazza-atenei-dellanvur/
CRITICA:  LA SCIMAGO PORTA BOCCONI PRIMA UNIVERSITA' IN ITALIA AL 629 POSTO, e POLITECNICO DI BARI PRIMA PUBBLICA AL 630.  Dati sorprendenti, ma siccome sono basati su H index normalizzato, non capisco perche' siano cosi' diversi dalla mia classifica, che avrà pure qualche differenza, ma era basata su simili principi.  Anzi, ritengo che io nel mio piccolo, con Vito Ricci, avevo interpretato di dati di Gianni Cesareni e del suo Google Scholar molto meglio di SCIMAGO.  Le sole materie non bibliometriche non erano considerate.  Ma la mia classifica, che in testa riporta anche essa Bocconi, non va cosi' bene per Politecnico di BARI, e quindi mi domando se la figura che riporta Galantucci non vada meglio fatta con i miei dati.  Se qualcuno mi da una mano, sono a disposizione.   Troppo comodo far riferimento alla sola SCIMAGO che e' cosi' generosa con il Politecnico di BARI!  Non siamo credibili.

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