lunedì 27 febbraio 2012

se le private sono queste... ben vengano le pubbliche! IDEA: eliminiamo ANVUR e valutiamo solo i Rettori ?

E' apparsa ieri sul Secolo XiX una interessante inchiesta.

In particolare il caso peggiore pare sia quello purtroppo nella mia citta' di
Bari, anzi alle porte di Bari, nel centro commerciale vicino alla LUM di
proprieta' della Famiglia DeGennaro da sempre chiacchierata per molta ....
spericolatezza.

Quanti soldi drenano le private si vede chiaramente sull'inchiesta, e poi, come mai drenano cosi' tanti soldi pubblici, visto che sono private? Persino le migliori
due o tre, come Bocconi naturalmente, costa tantissimo al privato,
tantissimo al contribuente, e alla fine, e' al 629 posto della classifica
SCIMAGO, dove Politecnico di Bari e' la prima pubblica, per impatto
scientifico normalizzato, a pochi posti di distanza, 634. Qualcosa non
torna, e le Riforme in atto non vanno in nessuna delle direzioni
intelligenti e strategiche. Quindi saranno tutte cosi' le universita'
italiane del futuro? E se ANVUR fara' la certificazione, togliera' subito
a queste qualsiasi valore legale, o invece tartassera' le cmq decenti
Universita' pubbliche che ancora abbiamo, per fortuna?

Valutiamo piuttosto i Rettori con i criteri ANVUR. Invece di fare un
lavoraccio, ci sbrighiamo in pochi minuti, e abbiamo un quadro
significativo. Qualche giornalista magari mi ascolta e lo fa. Se ne
volete parlare, avendo molti dati, sono a disposizione.
--
_________
Prof. Ing. Michele Ciavarella. Centro di Eccellenza in Meccanica
Computazionale. Politecnico di BARI.
+39 080 5962811, mob. +393204316816. Humboldt fellow 2010-2012. University
TUHH. Germany. http://poliba.academia.edu/micheleciavarella

Email: engineeringchallenges@gmail.com, mciava@poliba.it.

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Convegno IL FUTURO DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA ITALIANA Sabato 17 marzo 2012,
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sabato 25 febbraio 2012

Lettera/invito al Ministro Profumo su proposte di Eccellenza e proposte innovative per trasferimento e reclutamento

Lettera/invito al Ministro Profumo su proposte di Eccellenza e proposte innovative per trasferimento e reclutamento

Sig. Ministro,

ha dato gioia a molti di noi firmatari della lettera a Lei indirizzata del 24 dicembre 2011 di cui in allegato riportiamo un estratto di allegato, e che comunque sul blog di Harvard imechanica.org, TWO PROPOSALS TO FORWARD EXCELLENCE IN ITALY, ha avuto oltre 7000 letture da tutto il mondo, vedere che qualcosa Lei ha fatto in risposta alle ns richieste, in particolare la apertura del Piano Straordinario alle Chiamate dirette secondo legge 230/2005 (chiamata diretta per ricercatori all'estero e chiamata per chiara fama), senza specificare che tale legge va integrata con le modificazioni successive (tipo quella dell'art. 29 comma 7 della legge Gelmini), che pure sembravano una conquista. Ci viene il dubbio che nell´oliare la Riforma Gelmini, si stiano facendo sia passi avanti che passi indietro. Quelle modificazioni vanno comunque inserite e per dirla con semplicita´, chiediamo il Piano Straordinario, della cui gestione molti si lamentano, almeno per pochi eccellenti, andrebbe usato con parametri certi e internazionalmente riconosciuti, come le conquiste di prestigiosi bandi ERC, mentre ora torniamo al rischio di aleatorieta´. Un passo indietro rispetto alla meritocrazia? Ci saranno certo ricorsi TAR.

Nel frattempo, almeno il primo Firmatario di quella lettera, Michele Ciavarella, avendo creato una discussione aperta e internazionale, ha avuto numerosi nuovi sostegni e in particolare portera´a nome COSAU, ossia il Coordinamento dei Sindacati Autonomi, CIPUR, CISAL, CNRU, CNU, SNALS DOCENTI UNIVERSITA', una serie di proposte che sono maturate anche dalla discussione, di cui una originata da Giacinto Scoles, docente nella Universita´non virtuosa di Udine, ma anche di quella virtuosissima di Princeton, nonche´Fellow della Royal Society, per fare ottimo e semplice “mescolamento del sangue”, mentre abbiamo notato che l´attuale meccanismo, il concorso ex art.18 Legge 240, non solo drena risorse al Piano Straordinario di Reclutamento di Associati in misura falsamente elevata (per ogni docenti Associati gia´ in servizio, una Universita´Virtuosa deve spendere 3 o 4 volte il budget che serve a chiamare per avanzamento un Ricercatore idonei in procedure di reclutamento di vecchio tipo). Questo e´dannoso da molti punti di vista. Intanto, una innovazione del tutto evitabile, perche´un associato gia´in servizio e´gia´ pagato dal MIUR tramite allocazione FFO, non dovrebbe fare perdere il budget alla sua Universita´(non virtuosa) di provenienza, come avverrebbe di fatto. Inoltre, non dovrebbe costare 3 o 4 posti per chiamate di Ricercatori con il nuovo art.24comma 6, che intanto non possono avvenire perche´i decreti attuativi delle idoneita´nazionali sono fermi, e comunque richiederanno tempo per portare alla valutazione di migliaia di ricercatori. E infine, perche´il vecchio trasferimento, nella variante proposta da Giacinto Scoles, sarebbe molto piu´efficace e semplice da realizzare. Non occorre essere Fellow della Royal Society inglese per pensarlo, si tratta di qualcosa molto simile ai vecchi trasferimenti tra Atenei, bloccati perversamente dalla Autonomia Universitaria.

Speriamo che venga al convegno della Sua Alma Mater Politecnico di Torino il 17 Marzo quindi a discutere di tali questioni. Alcuni di noi inoltre vorrebbero segnalare altre problematiche che ci erano sfuggite, e che sono altrettanto gravi.

1) Le chiediamo se c'e' un chiaro limite di spesa alle chiamate dirette dal Piano Straordinario, dato che fino ad ora i limiti erano per i bandi ex art.18 (Chiamata Docente, gia' aperto nelle Universita' virtuose, per solo chiamata di idonei dei vecchi concorsi, o per sovraconcorso di associati gia' in servizio presso universita' non virtuose, o per stranieri associati). Le segnaliamo che gli incentivi di cui noi parlavamo non sono stati accolti, quindi rimane difficile chiamare, anche se ci sono i soldi, davvero gli eccellenti ex art.29, o anche gli stranieri associati ex art.18, non fosse altro perche' il sito del MIUR sui bandi e' tutto rigorosamente in italiano.

2) A noi interessava molto anche la questione piu' ampia di tutti ricercatori italiani i cui concorsi sono bloccati da anni (che il PIANO STRAORDINARIO DI RECLUTAMENTO sia aperto solo alle Universita' “virtuose”, comunque sia la definizione di virtuosa, lo hanno notato in tanti come un grave errore. Ma le difficolta´nate dal non aver voluto fare una idoneita´con graduatoria, come ci risulta era stato pensato nelle prime stesure della Legge Gelmini, e che il Parlamento ha voluto bocciare (e quindi la capiamo se ora non e´facile ripensare a questa strada), non sono finite, anzi aumentano con le aperture ai sovraconcorsi e agli idonei e ora ai chiara fama, drenando risorse ai ricercatori meritevoli. Se il Piano doveva promuovere 9000 di loro (che sono 20 mila), ossia quasi la meta', e forse questo era eccessivo, non si rischia ora di passare all'eccesso opposto?

3) Sta partendo, anche con difficolta´, la Valutazione VQR della ANVUR, che dovrebbe essere, si spera un fiore all'occhiello, molto simile al RAE, oggi RAF, inglese. In realtà a noi sembra essere diverso! Infatti, in UK come Lei sa i contratti di tipo privato permettono di reclutare aggressivamente in funzione delle valutazioni future, prendendo i migliori in campo possibili. Noi, non avendo ottenuto una vera trasformazione delle Universita´in private (come avvenne con la Thatcher in UK negli anni 80, molti dicono per grande errore strategico), valutiamo oggi i prodotti da 2004 a 2010. Una idea su come migliorare le cose nel panorama italiano la abbiamo avuta. Le Universita´dovranno selezionare i prodotti scientifici migliori (coscienziosamente) per poi avere impatto nel 60% della quota premiale del famoso FFO, che quindi e´vitale. Tuttavia, un bravissimo e meritevole ricercatore che ha prodotto molto e bene dal 2004 al 2010, magari nonostante la didattica che ha dovuto fare, potrebbe non avere alcuna promozione nonostante i suoi prodotti hanno dato FFO alla sua Universita´, perche' la sua Universita' potrebbe essere globalmente non virtuosa, oppure anche perche', nonostante sia virtuosa e possa assumere, nessuno obbliga i Rettori e Direttori di Dipartimento a collegare i prodotti selezionati per VQR e i reclutamenti secondo il nuovo articolo 24 comma 6, che e´un concorso locale, con il solo filtro della idoneita´ nazionale.

Ecco quindi una idea innovativa: proponiamo di scavalcare il Decreto su Abilitazioni Nazionali, senza eliminarlo, e parallelamente permettere subito la elargizione di un primo riconoscimenti a chi viene selezionato per prodotti di ricerca che vengono inviati alla futura valutazione VQR. Il riconoscimento peraltro lo abbiamo pensato proprio ragionando sul lungo processo transitorio che ha generato in UK la privatizzazione delle Universita´della Thatcher con taglio di ca. il 20% del FFO di allora. Dopo anni di discussione, si arrivo´a istituire TITOLI DI DISTINZIONE da Professore Associato e Ordinario, prima ad Oxford negli anni 90 e poi in tutta l'Inghilterra. Impariamo in modo creativo quindi da questa esperienza.

Post Scriptum. Il recente emendamento con prima firma Senatore Procacci e altri 50 firmatari, passato al Senato nel DL milleproroghe, dovrebbe redistribuire e perequare il finanziamento del Piano Straordinario a tutte le Universita'. Paradossalmente, esso puo' essere una accelerazione della distrazione o sparizione dei fondi del Piano Straordinario! Non crediamo che i firmatari del PD e degli altri partiti avessero notato il potenziale autogol.

Notiamo invece che le Universita' che soddisferanno i nuovi requisiti per assumere (ex art.5, che comprendera' pero' un mix di parametri che rischia di aiutare nuovamente le Universita' del Nord, premiandole perche' hanno tasse alte e perche' hanno gia' ricevuto incrementi di FFO in passato), avranno fondi ordinari, ossia Punti organico, in funzione dei pensionamenti, da cui attingere per assumere e quindi come al solito andranno avanti.

Firmatari
Prof. Ing. Michele Ciavarella
Seguono altre firme.

Per gli allegati, vedere la lettera completa sul blog rettorevirtuoso.blogspot.com

Allegato 1. Estratto della PRIMA LETTERA AL MINISTRO PROFUMO DEL 24/12/2012 con elenco firmatari di tale lettera (vedasi TWO PROPOSALS TO FORWARD EXCELLENCE IN ITALY che ha avuto ad oggi oltre 7000 letture da tutto il mondo, http://imechanica.org/node/11626 )

Oggetto: "Proposta di concorsi a chiamata diretta per eccellenti (come vincitori di riconoscimenti internazionali importanti o per valutazione di commissione da Università leader nelle classifiche internazionali) incentivati oltre il 100% di budget, e con le stesse deroghe del Piano Straordinario di assunzione di Professori Associati, che da semplici calcoli potrebbe essere sovradimensionato rispetto al numero di ricercatori in servizio che possono avere requisiti minimi ANVUR. Introduzione di graduatorie progressive nelle idoneita' nazionali in via di definizione, tipo concorso di Magistratura, per dare precedenza di chiamata o incentivo di budget alla chiamata dei "migliori", senza attendere risultati di valutazioni ex-post che finora hanno creato poca reale competizione tra tra Università definite «Virtuose», e quelle non. Entrambe le proposte da realizzare meglio se con risorse fresche, ma anche dal Piano Straordinario nel senso di ridurre il rischio che esso ritorni in usi diversi da quello dell’Università. In modo da permettere strategie aggressive e innovative di reclutamento nell’Università, per renderla davvero competitiva".

First signatures from working group of Humboltians

1) Michele Ciavarella. Prof associato di Progettazione Meccanica. Politecnico di Bari, and University TUHH Hamburg, DE.

2) Simone Natale, Ricercatore Postdoc, Università di Colonia.

3) Marcello Barbanera , Prof. di Archeologia, Università di Roma "La Sapienza"

4) Pietro Podolak, Universität Würzburg: elMuT

5) Ulisse Stefanelli , Primo Ricercatore, IMATI-CNR, Pavia

6) Paolo Ruggerone , Prof. Associato di Fisica, Univ. Cagliari

7) Grazyna Ptak , Univ Teramo

8) Abdelaziz Rhandi , Prof Ord Dip Matematica, Univ Salerno

9) Paolo Prodi , Prof Ord Storia, Univ Bologna

10) Fabrizio Illuminati , Prof. Ass. Fisica, Univ Salerno

11) Evelyn Kustatscher , Museo Naturale, Bolzano
12) Laura de Lorenzis , Prof. Structural Mechanics, ERC starting grant, Humboldt, Fulbright
First Signatures Highlycited scientists, Fulbright fellow, ERC o FIRB grant holders 

1 Pier Mannuccio Mannucci , Prof Ord, Med Interna, IRCCS Ca Granda Foundation Maggiore, ISI Highly Cited

2 Alessandro Reali , Ric. di Scienza delle Costruzioni, Univ Pavia, ERC Starting 2010

3 Matteo Viel , Ric.Astron. INAF, Trieste, ERC Starting 2010

4 Stefano Pluchino , Lecturer in Brain Repair, Univ Cambrige, UK, ERC Starting 2010

5 Andrea Alimonti , MD, ERC Investigator, Oncology Institute of Southern Switzerland, Bellinzona Switzerland

6 Antonia Follenzi , MD, PhD Università del Piemonte Orientale "A.Avogadro"

7 Cristiano Collettini , Ricercatore, Scienze Terra, ERC starting, Univ Perugia.

8 Sabrina Sabatini , Ricercatore Biologia, Roma Sapienza, ERC nel 2010

9 Carla Comellini , Prof. Ass, Univ. di Bologna, Fulbright 1981-82, 2 borse Governo canadese

10 Annalisa Buffa , ERC, IMATI-CNR 'E. Magenes'. Pavia

12 Paola Romagnani , MD PhD, ERC Starting 2008, Nefrologia, Centro Eccellenza Denothe, Univ Firenze
13 Michele Napolitano , Prof. Fluid Mechanics, Politecnico di Bari, Fulbright 1973, Director of Excellence Center in Computational Mechanics

Allegato 2. Apertura del Piano Straordinario alla chiamata diretta e per chiara fama

Il riferimento normativo e' l'art. 49 lettera n) del Decreto-Legge n. 5 del 9/2/2012 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), che puo' essere reperito al link:http://www.gazzettaufficialeonline.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-02-09&task=dettaglio&numgu=33&redaz=012G0019&tmstp=1329751794588. In particolare, tale articolo modifica l'art. 29 comma 9 della Legge Gelmini come segue: "A valere sulle risorse previste dalla legge di stabilita` per il 2011 per il fondo per il finanziamento ordinario delle universita`, e` riservata una quota non superiore a 13 milioni di euro per l’anno 2011, 93 milioni di euro per l’anno 2012 e 173 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2013, per la chiamata di professori di seconda fascia, secondo le procedure di cui agli articoli 18 e 24, comma 6, della presente legge e di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 4 novembre 2005, n. 230. L’utilizzo delle predette risorse e` disposto con decreto del Ministro, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo parere conforme delle Commissioni parlamentari competenti".

Allegato 3. Emendamento di ca. 50 senatori

2-quinquies. Le risorse di cui all’articolo 29, comma 9, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, degli esercizi 2012 e 2013 destinate alla chiamata di professori di seconda fascia sono ripartite nei rispettivi esercizi tra tutte le universita` statali e le istituzioni ad ordinamento speciale. A tal fine la distanza dal limite di cui all’articolo 51, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e quanto previsto in materia di assunzioni del personale dal decreto legislativo attuativo della delega di cui all’articolo 5, comma 1, lettera b), secondo i principi e criteri direttivi di cui all’articolo 5, comma 4, lettera b), della citata legge 30 dicembre 2010, n. 240, sono presi in considerazione esclusivamente per graduare le rispettive assegnazioni senza che cio` comporti l’esclusione di alcuna universita` nell’utilizzo delle risorse ai fini della chiamata di professori di seconda fascia, perequando in particolare le assegnazioni alle universita` escluse dalla ripartizione del 2011.

lunedì 20 febbraio 2012

Come i ricercatori, specie i "non virtuosi", verranno fregati ancora, per non aver ascoltato un associato che li difende contro il proprio interesse!

di Michele Ciavarella, 20 Febbraio. 2012

I ricercatori italiani dopo scioperi, formazioni di sindacati autonomi (CNRU, Rete29 aprile, et al), non hanno ottenuto ancora nulla, e secondo me continuano a muoversi male! Essi hanno ottenuto sulla carta un PIANO STRAORDINARIO DI RECLUTAMENTO, che doveva promuovere 9000 di loro (che sono 20 mila), ossia quasi la meta'. Ma il Ministro Gelmini, che aveva promesso, aveva in serbo parecchie sorprese e trucchi. Il Min Profumo sapientemente le sta utilizzando tutte, anzi ci sta mettendo del suo per fregare i ricercatori.

1) A Dicembre esce il Piano, e conferma, in barba alla proposta PD (emendamento Ghizzoni, Tocci, Nicolais e altri), che il Piano vale solo per le Universita' che NON superano il 90% del rapporto AF/FFO, in virtu' della legge tuttora in atto di blocco assunzioni. La proposta Ghizzoni, del Settembre 2011, aveva tutto il tempo di essere recepita dal nuovo Governo Monti, ossia da Profumo, insediatosi a Novembre. Invece nulla, il Piano esce con la spaccatura. Almeno 16 universita' sono fuori dal piano. Grande sorpresa, ma i ricercatori, stanchi di tanta protesta, chiedono ai Rettori che fare, ai loro sindacati. Tutti sono confusi... e non fanno l'unica cosa da fare, almeno per i NON VIRTUOSI. Impugnare al TAR, e convincere i propri Rettori a farlo per loro, come dovrebbe essere normale in un Paese del G8 in cui i Rettori difendono i deboli della propria istituzione prima di tutto. Vedasi mio appello, inascoltato.
http://www.corriereuniv.it/cms/2012/01/ricorso-al-tar-lappello-ai-rettori-non-virtuosi/

2) alla prima delusione segue una nuova. Siccome il decreto di idoneita' nazionale, che serve per far partire l'articolo 24c.6 (quello che in origine aveva suscitato le ire dei ricercatori perche' era una chiamata diretta per Ricercatori a Tempo Determinato di tipo B, che per ora in Italia sono solo 4!!), non c'e', allora i soldi del Piano, dice Profumo, inventando un kafkiano sovraconcorso da manager consumato, si possono usare
- per "chiamare gli idonei" associati, e persino
- con sovraconcorsi, mai visti prima, associati gia' in servizio non virtuosi, possono competere con idonei virtuosi, per essere presi in servizio presso universita' virtuose con i soldi del Piano, tramite concorsi aperti art.18 (la Chiamata Diretta)
Quindi una bella fetta di soldi della prima assegnazione sono stati gia' consumati cosi. Oltre al paradosso che una Universita' Virtuosa chiama gente non virtuosa, proprio a dimostrare come la confusione tra colpe collettive e meriti individuali e' massima, e riconosciuta persino da Profumo con la invenzione dei sovraconcorsi per "mescolare il sangue": quanti soldi se ne vanno cosi'? C'e' un limite inferiore, il 20%, ma in realta' non c'e' limite superiore, in quanto si possono bandire fino al 50% dei fondi del Piano, e cmq nessuno sa che punizione c'e' se uno ne spende anche di piu', prendendoci gusto.

3) Ma non basta: gli ingenui ricercatori non virtuosi, non sono riusciti essere voluti andare al TAR, e preferiscono la strada "istituzionale". Allora il RIUNIBA per primo, convoca una grande assemblea con Parlamentari, presenti il sen. Procacci, i Rettori di UniBA e PoliBA, e proclamano lo studio di un emendamento al milleproroghe che, ispirato alla prima richiesta di Ghizzoni, ossia di saltare il parametro 90% come aveva fatto Mussi con i fondi per il riequilibrio dei ricercatori, dovrebbe salvare la situazione. Il passaggio al Senato del DL milleproroghe avviene con il seguente emendamento, che SI CREDE FACCIA rientrare in gioco nell'assegnazione dei fondi straordinari per gli associati gli Atenei "non virtuosi"

2-quinquies. Le risorse di cui all’articolo 29, comma 9, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, degli esercizi 2012 e 2013 destinate alla chiamata di professori di seconda fascia sono ripartite nei rispettivi esercizi tra tutte le universita` statali e le istituzioni ad ordinamento speciale. A tal fine la distanza dal limite di cui all’articolo 51, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e quanto previsto in materia di assunzioni del personale dal decreto legislativo attuativo della delega di cui all’articolo 5, comma 1, lettera b), secondo i principi e criteri direttivi di cui all’articolo 5, comma 4, lettera b), della citata legge 30 dicembre 2010, n. 240, sono presi in considerazione esclusivamente per graduare le rispettive assegnazioni senza che cio` comporti l’esclusione di alcuna universita` nell’utilizzo delle risorse ai fini della chiamata di professori di seconda fascia, perequando in particolare le assegnazioni alle universita` escluse dalla ripartizione del 2011. Poiché il decreto deve ripassare alla Camera, ma decade il 27.2 sarà quasi sicuramente approvato così come uscito dal Senato.

Ma guardiamo bene. Che vuol dire? Che se DOVESSERO uscire bandi art.24, ossia se DOVESSERO esserci state le IDONEITA' NAZIONALI, allora il PIANO STRAORDINARIO deve arrivare nelle prossime tornate 2012, e 2013, ossia 90 M EUR e 30 M EUR (al più) secondo Marco Torchiano (http://mtorchiano.wordpress.com/2011/12/21/piano-straordinario-per-il-reclutamento-di-professori-associati/), allora essi soldi dovranno essere distribuiti a TUTTE le Universita'. E non solo a quelle che soddisferanno i nuovi requisiti per assumere, che TUTTAVIA serviranno per avere fondi ORDINARI, ossia Punti organico, per assumere anche essi.

4) E se, visto questo stato di cose, il MIUR si impunta, e si arrabbia? Non fa uscire i Decreti di Abilitazione, e quindi non viene bandito proprio niente, A PARTE chiamate di IDONEI e di TRASFERIMENTI di associati gia' in servizio. Ai fondi gia' consumati nel 2012, restano INUTILIZZATI per le Universita' non virtuose le nuove tranche di fondi PIANO straordinario, o succede una rivoluzione, e quindi si consumano ancora in chiamate di idonei e di trasferimenti? Io credo la seconda!

5) Non avete notato una cosa. Il meccanismo assurdo dovuto ad un abuso del senso dell'AUTONOMIA universitaria per cui un esterno costa 4 volte un interno, crea di FATTO una SPARIZIONE DI FFO. Infatti, un esterno che si trasferisce, alla sua Universita' lascia poco o niente (con il blocco turn over e il blocco del 90%, dubito che resti in media piu' del 20%), mentre invece CONSUMA del Piano Straordinario 4 posti di Professore Associato interno da DELTA. Ecco che gli iniziali 9000 posti possono diventare 2000 chiamate di idonei e di trasferimenti, e COMPLETAMENTE SPARIRE le chiamate di nuovi associati !!

6) Ancora peggio, parte ora la Valutazione VQR della ANVUR. In pratica, i prodotti scientifici migliori devono essere selezionati dalle Universita' coscienziosamente per poi avere impatto nel 60% della quota premiale del famoso FFO, basata sulla ricerca, che torna alle Universita' "buone" o "virtuose" per assumere altri docenti come fondi ORDINARI. Ebbene, questi prodotti sono magari scelti bene, perche' chissenefrega se poi la persona che li ha prodotti non viene promosso, per ora li mettiamo! E sono anche valutati bene, perche' ANVUR ha fatto un panel con i fiocchi, tanto non aveva paura che questo desse dirette implicazioni sui concorsi. Allora succede che il bravissimo ricercatore della Univ. non virtuosa produce molto dal 2004 al 2010, NONOSTANTE la didattica che ha dovuto fare, e poi i SUOI prodotti migliori vanno a dare posti a chi? A chi vince i concorsi, che non ha niente a che vedere con lui ! Questo assurdo, non mi pare che nessuno lo abbia notato.

7) SOLUZIONI VERE.

A) Entro il 31 Marzo occorre andare al TAR contro la Prima Assegnazione del Piano STRAORDINARIO
B) Occorre puntare rapidamente a scavalcare il Decreto su Abilitazioni Nazionali, e permettere SUBITO l'uso dell'art.24, e facendo anche uso della migliore valutazione possibile, quella del VQR. Come, semplicemente accogliendo la proposta di un associato che sta dalla parte dei ricercatori, ma CONTRO il suo interesse, che sarebbe magari di trasferirsi in una Universita' Virtuosa "RUBANDO" soldi dei Ricercatori del PIANO!

La proposta si trova nel mio blog e sulla rivista BaresiNelMondo.it, ed e' stata ben accolta dal COSAU. Spero che anche RETE29Aprile e tutti i ricercatori di buon senso aderiscano.

http://www.baresinelmondo.it/index.php/2012/02/18/proposta-di-istituzione-di-titoli-di-distinzione-da-professore-associato-o-ordinario-per-merito/
Si puo' anche commentare o firmare a questo indirizzo http://www.baresinelmondo.it/modulo_questionario2.htm


Cordiali Saluti

Michele Ciavarella
pubblicato sul Blog rettorevirtuoso.blogspot.com e su baresinelmondo.it

giovedì 16 febbraio 2012

PROPOSTA DI ISTITUZIONE DI “TITOLI DI DISTINZIONE” DA PROFESSORE ASSOCIATO O ORDINARIO PER MERITO INDIVIDUALE SCOLLEGATA DALLO STATO FINANZIARIO DELLE

Di Michele Ciavarella, 16 Febbraio 2012.
Da presentare alla riunione COSAU del 17 Febbraio 2012, come variante della proposta CNRU – COSAU in deroga all’articolo 16 comma 4, di inquadramento nei ruoli di professore associato e ordinario sul modello “Title of Distinction” della Università di Oxford degli anni 1990

La seguente proposta parte dalla proposta CNRU – COSAU di avanzamento automatico (saltando quindi la valutazione locale) dei ricercatori e associati in possesso del titolo di idoneità nazionale, che era avvenuta durante la approvazione della legge 240 Gelmini che è molto ben documentata, e provvista di curve di fattibilità economico-finanziaria, e che non è passata come emendamento allora.
Visto lo stato di stallo dei decreti attuativi della idoneità nazionale, che creano enorme disagio nella docenza italiana;
Visto che nessuna categoria, a parte pochi fortunati, sta godendo di concorsi, bloccati da anni, per motivi finanziari, di generale riduzione dei finanziamenti, e in particolare per alcune Università (con criteri peraltro discutibili e che creano sperequazioni enormi).
Considerato che il sistema di valutazione “meritocratico” delle Università in vigore da alcuni anni, per cui i meriti o i demeriti collettivi delle Università, comunque misurati, si riflettono in maggiori o minori disponibilità economiche delle Università, come continuerà ad essere sempre maggiormente vero anche con la nuova valutazione VQR della Agenzia ANVUR. Considerando che poi però si riflettono su altri individui, creando la possibilità che il merito di alcuni eccellenti possa o servire ad altri, o non servire affatto, o solo in casi fortunati essere attribuito al singolo che ha prodotto tali risultati, o non li ha prodotti.
Propongo
di invertire il processo, ossia saltare la idoneità nazionale, e di permettere alle singole Università, tramite i Rettori e i Direttori di Dipartimento, di assegnare “Titoli di distinzione” di professore associato o ordinario, proprio agli individui i cui prodotti di ricerca sono talmente notevoli da essere selezionati per le valutazioni VQR della ANVUR. Tali Titoli di distinzione, seguono il modello di Oxford, introdotto per arginare una fuga di cervelli e uno stato di sofferenza, analogo a quello italiano di oggi, dovuta al fatto che in USA persone meno qualificate dei “Lecturer” di Oxford, godevano del titolo di Professor, seppure magari “Assistant” o “Associate”.
Tali titoli di distinzione non si inquadrano nella categoria retributiva di Professore Associato o Ordinario, e come tali non richiedono una variazione (perlomeno non drammatica) dello stato giuridico.

Referenze
1) http://en.wikipedia.org/wiki/Professor#The_United_Kingdom.2C_Ireland_and_other_English_speaking_countries
In the United Kingdom, the Republic of Ireland, and most Commonwealth countries (but not Canada), traditionally, a professor held either an established chair or a personal chair. An established chair is established by the university to meet their needs for academic leadership and standing in a particular area or discipline and the post is filled from a shortlist of applicants; only a suitably qualified person will be appointed. A personal chair is awarded specifically to an individual in recognition of their high levels of achievements and standing in their particular area or discipline. In most universities, professorships are reserved for only the most senior academic staff, and other academics are generally known as 'lecturers', 'senior lecturers' and 'readers' (in some Commonwealth countries such as Australia and New Zealand, the title 'Associate Professor' can be used instead of 'Reader'[5]). In some countries, senior lecturers are generally paid the same as readers, but the latter is awarded primarily for research excellence, and traditionally carries higher prestige. A few UK universities have recently begun using the Australian terminology, with both "Senior Lecturers" and "Readers" now being called "Associate Professors." Traditionally, Heads of Departments and other senior academic leadership roles within a university were undertaken by professors.[6]
During the 1990s, however, the University of Oxford introduced Titles of Distinction, enabling their holders to be termed professors or readers while holding academic posts at the level of lecturer. The University of Exeter and University of Warwick have adopted the antipodean style of 'associate professor' in lieu of 'reader'. The varied practices these changes have brought about has meant that academic ranks in the United Kingdom are no longer quite as consistent as they once were. The same trend to move towards the North American system is also observed in the former British colony of Hong Kong. Academic ranks there are now becoming more consistent again, with The University of Hong Kong, the oldest university in the territory, having switched to the North American system.
In general the title of 'Professor' is reserved for full professors; lecturers and readers are properly addressed by their academic qualification (Dr for a PhD DPhil etc. and Mr/Mrs/Miss/Ms otherwise). In Australia, New Zealand and Singapore associate professors are by courtesy addressed as "Professor". In official functions, however, Associate Professors are addressed as Dr or Associate Professors and not Professors. As in the USA, the title of 'professor emeritus' may be awarded to a retired or former professor, who may well retain formal or informal links with the institution where the chair was formerly held.

martedì 14 febbraio 2012

10 domande ai rappresentanti degli studenti. e agli studenti

Sulle costanti richieste ai docenti, o sulla incapacita' di organizzarsi e di volersi organizzare e creare un futuro

Al magn. Rettore, Al Preside, PoliBA
Ai CSJ e CINETIK, agli studenti di Taranto

Ogg. Disagi assenteismo studenti, e assenteismo interesse

Ricevo la lettera delle rappresentanze studenti, come docente, e mi sento accusato come gli altri, di non essere abbastanza presente. Nonostante io personalmente mi sento la coscienza a posto, dato che persino quando viaggio in modo frenetico assicuro una presenza non solo come richiesto dal mio contratto, ma molto di piu' (sfido qualsiasi studente a dichiarare che non abbia ricevuto risposta immediata, email, facebook, o di persona, ad una mia richiesta), vorrei cogliere l'occasione di porre io delle domande ai rappresentanti e quindi agli studenti, visto che sono in vena ultimamente di porre domande, come al governo, di cui vi segnalo il link. http://www.corriereuniv.it/cms/2012/02/valore-legale-o-incapicta-di-valutare/

In particolare, come premessa alle mie domande, vi segnalo le domande 6 e 9
6) il valore della laurea si è svalutato moltissimo negli ultimi 12 anni, ossia dal processo Bologna, per inseguire i sogni di laureati come nelle medie europee.Nonostante si regalino ormai lauree e Lodi, non ci siamo riusciti. Mentre in Germania uno studente non può ripetere un esame più di tre volte, da noi può farlo sino a sfinire il docente. Come affrontare questo problema senza lo slogan della abolizione del valore legale per come e’ impostato ora?
9) Gli studenti italiani già hanno capito il vero problema e fuggono ormai in massa (60mila) dalle università italiane, avendo trovato università migliori in Germania e in paesi scandinavi a meno prezzo!
Le mie domande sono le seguenti
1) come mai in 12 anni che io insegno, le persone che mi chiedono chiarimenti tecnici si contano sulla punta delle dita delle mani, mentre quelli che mi chiedono logistica su come si fanno gli esami, su come salvare esoneri di anni passati, su come evitare scritti, su come evitare pagine di libri, su come evitare di studiare insomma, sono a bizzeffe?
2) Come mai alcuni studenti, dopo queste domande di logistica, avendo fissato un esame per la settimana successiva, mi chiedono informazioni su quale sia il libro di testo?
3) Sapete che esiste la Generazione «né-né»: settecentomila giovani «inattivi convinti» Hanno da 15 a 35 anni: niente lavoro, niente studio. Come pensate di affrontare questo gigantesco problema, prima dell'eventuale assenteismo dei docenti, tutto da dimostrare? http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_16/mangiarotti_rapporto_gioventu_e39551a0-71ca-11de-87a4-00144f02aabc.shtml
4) Come mai alle lezioni mie e di molti colleghi, ci sono assenteismi cronici di studenti, confusi su cosa fare, o su quando farlo, e quindi un assenteismo degli studenti che pure dovrebbero partecipare alle lezioni in modo piu' interessato dei docenti? Sareste daccordo ad introdurre delle firme di presenza?
5) Poiche' il valore della laurea si e' svalutato, sareste daccordo a introdurre dei limiti ai voti alti, in percentuali come peraltro prescritto nella legge del Diploma Supplement?
6) Perche' non promuovete azioni culturali, eventi, anche coinvolgendo professori, invece di assecondare le pressioni degli studenti di svalutare ancora di piu' il senso di frequentare una Universita?
7) Sareste daccordo a mettere un limite massimo al numero di ripetizioni di un esame, come si fa in Germania, in modo da rendere il processo piu' serio ed ordinato per tutti, e alla fine a vantaggio degli studenti?
8) Sareste disposti ad organizzare una giornata su questo tema assenteismo docenti, studenti, e interesse? Ovvero generazione ne' ne', e incapacita' generalizzata di valutare il merito, ma anche di aspirare al merito?
9) Alla fine, come mai i pochi che seguono regolarmente i corsi, che ascoltano i miei consigli su non tentare alchimie strane, ma seguire semplicemente i piani di studio, in genere fanno esame una volta sola, e con risultati decenti?
10) Dove volete arrivare con queste uscite singole di attacco ai docenti, senza fare nessun tipo di autocritica?
Cordialmente
Prof. Michele Ciavarella

lunedì 13 febbraio 2012

La Riforma Gelmini comincerà a puzzare come la peste bubbonica!

A Tutti i Rettori
Al Gruppo2003
Al Ministro Profumo
Al Ministro Monti
Al Forum PD
Parlamentari della Commissione VII
Categorie varie sindacali e non della docenza


Carissimi,

a sentire la lista UNILEX di 1300 docenti che ha appena riportato la notizia di seguito, credo che la popolarità della Riforma Gelmini subirà prestissimo un CROLLO VERTICALE pari a quello della Grecia quando hanno cominciato a licenziare gli statali. Chiunque si faceva portavoce di un minimo di utilità della Riforma Gelmini, farebbe bene a tacere, o perderà qualsiasi forma non solo di consenso, ma persino di saluto dagli amici. Potrebbe in cambio avere "favori" e "promesse" dal Ministro nel tentativo di andare avanti in questa marcia diabolica e silenziosa di una distruzione della Università senza nemmeno che ci sia chiesto un parere, ma non so se nemmeno quello conviene come gioco. Viveversa, sarà naturale creare ora un fronte COMPATTO e SOLIDALE molto più forte persino di quello che mandava avanti la Riforma Gelmini quando è nata. Si tratterebbe anche di salvare qualche idea iniziale che non era male, tipo le graduatorie nella idoneità nazionale, insomma, si tratterebbe, forse forse, di tornare al sistema baronale della Università italiana degli anni 60. Altra idea ancora migliore per compattarsi, copiare il sistema Tedesco, che un mio studente mi ha ben sommariamente descritto nell'allegato.

ps. Il presente comunicato verrà inserito nel blog

Saluti, Michele Ciavarella


---------- Forwarded message ----------
From:
Date: 13 February 2012 13:46
Subject: [UNILEX] Nuovo trattamento economico
To: UNILEX@list.cineca.it


Da Unilex, lista di legislazione universitaria fondata da Tristano Sapigni
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al link:
http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-02-09&task=dettaglio&numgu=33&redaz=012G0018&tmstp=1329070339869

il provvedimento che "rimodula" la retribuzione dei docenti universitari, di tutte e tre le fasce (e definisce la retribuzione dei ricerc. a tempo determinato).

Ricordo di essere andato in audizione alla VII Commissione della Camera per dare il parere della Rete 29 Aprile sul provvedimento. Non è stata recepita neppure una delle osservazioni sui punti discutibili del provvedimento, che di fatto taglia la retribuzione con un effetto che si sente soprattutto al momento del pensionamento. Inoltre si osservi che si perde la ricostruzione della carriera, stabilendo che i ricercatori che diventano professori associati accedono automaticamente alla prima classe di anzianità (tre anni) mentre i PA che diventano PO accedono automaticamente alla seconda classe (sei anni). Viene tolto il collegamento tra le retribuzioni degli universitari e i dirigenti di prima classe dello stato, rendendo la retribuzione variabile in funzione delle decisioni del legislativo o anche del governo (decreto legge).

Inoltre, per quanto riguarda i RTD, viene fissata una retribuzione identica sia per il tipo A sia per il tipo B, il che significa che un ricercatore a tempo determinato assunto con contratto di tipo A per tre anni (poi magari prolungati a cinque) e poi - se fortunato - passato al contratto di tipo B (tre anni), per otto anni avrebbe la stessa identica retribuzione (potrebbe solo sperare negli adeguamenti istat, che però sono bloccati fino al 2014, oppure in adeguamento legislativo.

Il provvedimento entra in vigore il 24 febbraio.

Saluti,
PG

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Unilex, fondata nel 1995, ha 1184 iscritti al 4 giugno 2011.
Le regole di funzionamento sono scaricabili da
http://www.ing.unitn.it/~devol/regole_di_unilex.pdf



SE IN GERMANIA TI PAGANO PER STUDIARE
by Gianvito Volpe on Tuesday, February 7, 2012 at 8:43pm •
La stragrande maggioranza dei politici italiani non sa cosa significhi esattamente vivere in Italia. Molti di loro vivono in una specie di Olimpo, isolati in un mondo tutto loro, completamente distaccato dalla realtà. Giù da quell’Olimpo ci siamo tutti noi. Quelli che devono fare i salti mortali per pagare le bollette e le tasse. Quelli che non hanno l’auto blu e quindi la benzina se la devono pagare di tasca propria, che ogni giorno si alzano per andare a lavorare o a cercarsi un lavoro. Mentre loro litigano su cose che non miglioreranno la vita di nessuno. Parliamoci chiaro: la riforma del digitale terreste era più urgente di altre questioni? sarebbe morto qualcuno se fossimo rimasti un anno in più col tubo catodico...? Ne dubito. Oggi parlavo con una mia amica che vive e studia in Germania, e mi sono fatto qualche domanda su quello che da noi si chiama "diritto allo studio".

Fotografiamo la situazione italiana. L'Italia è terzultima nell'Unione Europea per numero di giovani laureati. Tra i ragazzi di età compresa fra i 25 e i 35 anni, soltanto 18 italiani su 100 risultano in possesso di un diploma di laurea. La media scende a 15 su 100 se si considerano le lauree di secondo livello e le lauree magistrali di nuovo ordinamento. Soltanto Romania e Repubblica Ceca fanno peggio di noi. La media europea è invece del 30 per cento. Poi ci sono Paesi come Francia, Svezia, Danimarca e Inghilterra attorno al 40 per cento. E la Germania davanti a tutti al 42 per cento di giovani laureati. In Italia tre studenti universitari su quattro (73%) vivono con i genitori. La metà è pendolare e il 39% oltre a studiare fa lavori part time. Come mai così tanti pendolari? Nel 2011 chi non ha avuto aiuti economici ha pagato in media 1.160 euro di tasse. Il pendolarismo è una strategia di sopravvivenza. In Italia infatti solo 3 studenti su 10 ricevono aiuti economici per lo studio, due su dieci e uno su trentacinque della media complessiva usufruisce invece di un alloggio isu. In generale, tra lezioni in aula e tempo trascorso sui libri, ogni studente dedica all’università una media di 41 ore a settimana, contro le 32 dei primi anni ‘90. Nonostante la crisi economica influenzi le loro scelte, questi ragazzi si applicano e fanno sacrifici, considerando ancora l’università come un ascensore sociale.

Nel 2011 il 68,5% degli studenti non ha ricevuto alcun aiuto economico. Il 15,2% ha ottenuto un esonero parziale, il 9,3% l’esonero totale, il 7,1% una borsa di studio da enti di diritto allo studio. Questi enti erogano il 56,7% del totale degli aiuti, mentre le università partecipano con il 31,2%. Gli enti privati concorrono per il 6,8%. L’importo mediano delle borse di studio è pari a 1.600. L’Italia spende quattrocentottantuno milioni per le borse di studio ai giovani universitari. La Germania spende 1 miliardo e 400 milioni.

Il sistema tedesco è davvero interessante e penso sia utile conoscerlo almeno sommariamente.

Dal 1º ottobre 1971 gli studenti ricevono degli aiuti grazie alla legge per il sostegno alla formazione individuale degli studenti: la cosiddetta BAföG (Bundesausbildungsförderungsgesetz). Il termine BAföG indica il denaro mensile disponibile mediamente per ciascuno studente. In linea di principio non è su base meritocratica, è un assegno per tutti, tuttavia si riduce per gli studenti che non concludono gli anni di università nei limiti di tempo previsti. Si tratta più propriamente di un prestito per metà a fondo perduto (sotto forma di borsa di studio), e per metà da restituirsi, a tasso zero, a partire dal quinto anno successivo alla laurea. In prima approssimazione possiamo dire l'ammontare medio del BAfoG è di 417 euro mensili. Poi vedremo più precisamente come viene calcolato. In altre parole in 5 anni lo stato tedesco finanzia ogni studente con un assegno che gli permetterà di comprarsi libri, pagarsi tram, metro e di non pesare sulle famiglie. Trascorsi cinque anni dal completamento del percorso universitario, nei quali si presume l'inserimento lavorativo del soggetto, il cittadino comincerà a restituire rateizzate e a tasso zero la metà dei soldi ricevuti per il sostentamento accademico.

I fondi per il BAföG prevedono una copertura del 65 % da parte del Governo Federale, mentre il restante 35 % è a carico dei Länder (più o meno le nostre Regioni). E’ interessante notare come, al contrario delle altre materie lasciate alla competenza dei Länder, quella relativa al diritto allo studio è disciplinata a livello centrale, a garanzia di un trattamento uniforme e di pari opportunità in tutto il territorio nazionale.

In linea di principio, il sostegno viene garantito a coloro che ne fanno richiesta e iniziano il percorso formativo prima di aver compiuto il trentesimo anno di età. L’ammontare medio del BAföG come detto è di 417 euro ma in realtà è proporzionale ai bisogni degli studenti, sulla base della stime dei costi di mantenimento. La legge federale prevede degli importi fissi che dipendono dalla tipologia del corso di studi (se si tratta di allievi o di universitari, l'equivalente della nostra differenza tra diploma di laurea e laurea vera e propria) e anche dal fatto che lo studente viva a con la famiglia di origine o fuori casa. Il livello dell’importo in concreto viene stabilito sulla base del bisogno standard dello studente (che comprende i costi di mantenimento e i costi d’istruzione) e delle spese di alloggio. Le spese per l’alloggio sono previste per gli studenti che vivono fuori casa e quindi andranno ad incrementare l’importo di base. Questo, inoltre, può essere ulteriormente aumentato nel caso in cui lo studente sostenga dei costi di assicurazione sanitaria. Ma questo aspetto è meglio trascurarlo. L'importo del BAfoG è quindi variabile. Considerando tutti i possibili incrementi della quota di base, l’ammontare mensile massimo del BAföG è pari a 630 euro al mese per gli studenti che non vivono con i genitori.

Gli importi sono consessi al 50% sotto forma di borsa di studio mentre il restante 50% viene concesso come prestito a tasso zero. Solo per i disabili è prevista l’erogazionevdell’intero importo come borsa di studio. La restituzione inizia dopo cinque anni dalla fine degli studi e può essere rateizzata in un termine non superiore a 20 anni con una rata minima di rimborso di 105 € al mese.

Solo queste considerazioni basterebbero a stropicciarci gli occhi per lo stupore. Ma i tedeschi hanno fatto di più. Nel 1999 hanno elevato il BAföG a livello costituzionale e lo hanno inserito nella Costituzione. Il nuovo schema di aiuti comprende anche strumenti per eguagliare il carico delle famiglie: ossia oltre alla mensilità del BAfoG prevista per tutti, sono previste detrazioni di imposta per figli a carico e concessione di assegni esenti d’imposta. Naturalmente questa seconda categoria di aiuti può essere richiesta solo nel caso in cui l’individuo rispetti specifici requisiti economici. Il sostegno dipende dal reddito della famiglia, dal quello dello studente e da quello dell’eventuale partner. Sono inoltre previste tutta una serie di agevolazioni economiche come forniture elettriche e telefoniche a prezzi ridotti, sconti sul canone televisivo e sugli abbonamenti ai trasporti pubblici. Se poi lo studente ha anche un figlio, prende altri 113 euro al mese e se ne ha più di uno, prende altri 85 euro per ogni figlio.

Ma ancora non basta. Una recente riforma ha stabilito forme di riduzione del debito dipendenti dalla performance dello studente: se lo studente finisce gli studi nel tempo previsto per il proprio corso di studi, otterrà una riduzione del debito del 20% sulla restituzion. Esistono poi casi particolari in cui il rimborso può essere rinviato o addirittura prescritto: per esempio, se, trascorsi i 5 anni, lo studente risulta disoccupato o con figli a carico di età inferiore ai 10 anni, non ripaga subito il debito, ma il periodo viene prolungato. Inoltre implicitamente lo Stato rinuncia alla restituzione totale nei casi limite dal momento che per legge nessuno può mai ripagare un ammontare superiore a 10.000 €, anche se il prestito ricevuto eccede tale soglia. Questo vuol dire che prendendo il caso estremo del BAfoG da 670 euro mensili, in un percorso universitario di 5 anni fanno 40 mila euro, di cui la metà 20 mila euro andrebbe restituità, ma in realtà la restituzione pretesa è solo di 10 mila euro. La stessa riforma ha stabilito che a godere del BAföG non siano solo gli studenti di nazionalità tedesca, ma anche quelli di nazionalità straniera fuori dall'Unione Europea con diritto di asilo, e gli universitari provenienti dagli stati dell'Unione Europea qualora abbiano trasferito la propria residenza ed abbiano sottoscritto un contratto di lavoro in Germania.

Un sistema efficiente ed ingegnoso. Questo probabilmente spiega perché la Germania voglia una applicazione rigorosa del trattato di Maastricht secondo cui i paesi UE non possono farsi garanti del debito di un paese appartenente alla Comunità stessa: di fatti gli aiuti economici ai Paesi come la Grecia aumentano il debito pubblico dei singoli Stati che partecipano agli aiuti. Ovviamente un aumento del debito pubblico non permette di fare ulteriori investimenti nel proprio Paese.

La ricetta tedesca è investire e contenere le spese, garantendo nel frattempo una minima rete di protezione sociale per chi è stato individualmente colpito dalla crisi; questo comporta quindi l’ingresso, rigidamente regolamentato, di soggetti privati nel finanziamento del welfare e, dall’alta l’opposizione al salvataggio di paesi dell’area Euro. Ma la domanda di fondo è: perché la Germania spende tanto per il diritto allo studio? Perché è un investimento, non un costo. Per uno Stato la formazione, la preparazione, le competenze di una persona sono un investimento. Una persona con un buon grado di istruzione ha maggiori possibilità di trovare un lavoro ben retribuito. Così si producono due effetti: un lavoratore qualificato e preparato che offre un servizio al suo Stato e un buon contribuente perché, avendo un lavoro ben retribuito, pagherà più volentieri le tasse. Ma c’è anche un vantaggio immediato: i BAfoG sono un modo ingegnoso per non far calare i consumi. Gli studenti sono portati a spostarsi fuori sede quindi a stipulare contratti di locazione per usufrure delle maggiori agevolazioni, su quei contratti di locazione lo Stato fa cassa, ma non solo: gli studenti spendono più ragionevolmente soldi che di fatto per metà gli vengono concessi a fondo perduto, e spendendo e fanno girare l'economia. In questo modo i consumi nazionali si mantengono stabili anche in periodi di crisi.
Che qualcuno prenda nota.

mercoledì 1 febbraio 2012

Fermiamo l’attacco all’Università pubblica -- una proposta anonima di appello COSTRUTTIVAMENTE contro la abolizione del valore legale della laurea


Appello agli Universitari, agli studenti, ai cittadini da mandare al
Ministro Profumo, al Parlamento, al Governo, e al Presidente Napolitano



Innanzitutto, l’abolizione del valore legale del titolo di studio è un progetto della P2 di Licio Gelli, che è istruttivo rileggere oggi perché dice i veri possibili obiettivi della abolizione del valore legale. Dal programma di rinascita "democratica" di Licio Gelli e la P2. b) Provvedimenti economico-sociali: b1) abolizione della validità legale dei titoli di studio (per sflollare le università e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che attui i precetti della Costituzione).(NDR: sflollare è un refuso nel testo, si intende per “sfollare”).


Quindi questo chiarisce subito che nelle intenzioni dichiarate del piano P2, l’abolizione ha il preciso scopo di diminuire il numero di studenti, in contrasto con gli obiettivi che ci siamo dati già nel processo di Bologna, e ancora oggi siamo lungi da attuare, di aumentare il numero di studenti fino a raggiungere le lontane medie europee che sono ancora al doppio circa.


Nell’attuare “i precetti della Costituzione” invece, il piano intende probabilmente far riferimento all’art.34 della Costituzione, che sancisce “La scuola è aperta a tutti. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Dove in questo articolo c’è da un lato il diritto allo studio fino ai gradi più alti (quindi quasi la necessità della Università Pubblica --- de facto, una Privata potrebbe sostituirla solo se ci fosse la concreta possibilità di pagare le tasse in forme di prestiti obbligatori per legge e con condizioni particolarmente tutelate, cose non ancora viste).


Dall’altro punto di vista, si parla di “meritevoli”, e su questo la Università Pubblica ha spesso fatto poco, nel senso di aver dato maggiore spazio alla corsa al reclutamento delle masse, proprio per via del ritardo anche in quella direzione! E i concetti di meritocrazia, che solo da poco sono “tornati di moda”, lo sono stato in modo non solo puramente retorico nella Riforma Gelmini, ma anche strumentale, nascondendo invece ben altri intenti sotto la “meritocrazia”, che sono quelli di avvantaggiare con criteri clientelari e politicamente orientati, la creazione di “Aziende” universitarie sotto controllo politico.


Per fare meritocrazia in forma più quantitativa, andrebbe introdotto l’uso, ormai indispensabile, di criteri di misura standard, affidabili, robusti, trasparenti di tests che hanno decine di anni di esperienza e di correttivi alle distorsioni che possono nascere (vedasi Abravanel, Meritocrazia, Garzanti, 2008), totalmente assenti invece nella Riforma Gelmini.

Si propope oggi la abolizione del titolo di studio, confondendo con le “liberalizzazioni” del governo Monti, ma lo stesso Governo ha fatto già doppia marcia indietro data la sollevazione generale dell’Università a fare qualsiasi cosa che sia cosi’ brutale e poco condivisa, profittando di una maggioranza sciacciante del Governo stesso, che tuttavia ha il compito di SALVARE L’ITALIA dalla crisi, non di distruggere l’Università pubblica!


Mantenere il valore legale, dicono queste sirene della sua abolizione, è “chiudersi nella torre eburnea dell'Accademia trascurando le diversità”. Peccato che il piano nasce dalle stesse correnti politiche che hanno approvato la Legge Gelmini, che più che trascurare le diversità, le annulla proprio, salvando solo i ricchi e i “potenti”, centralizzando tutto sui Rettori, ingrandendo i Dipartimenti come luogi di vero potere, e rendendo i singoli molto meno liberi e autonomi.

In un recente dibattito, per es., il Prof. Gustavo Zagrebelsky, sollecitato dal Prof. Michele Ciavarella del Politecnico di BARI ha dichiarato, testualmente:

“Che il modo con cui si affrontano i problemi dell’Istruzione è purtroppo un modo aziendalistico e questo è un tradimento profondo della vocazione degli studi di Istruzione soprattutto quelli superiori. Perché poi quando si fanno le graduatorie (tra Università, ndr) si va a vedere la “Produttività”, il rapporto iscritti / laureati, il tasso di assorbimento dei laureati nella forza lavoro, nel tessuto produttivo locale. E’ la prosecuzione della “logica delle tre i”: “Impresa, Internet, Inglese”, lanciata questa logica da governi precedenti per le Scuole medie, ma che adesso si sta estendendo all’Università. Se ci riflettete tutto ciò con la “Cultura” non ha quasi nulla a che fare. Queste “tre i” e ciò che si preannuncia (vediamo cosa succederà con l’Università), ciò che è accaduto, inserisce, colloca, i problemi dell’Istruzione nella logica e-se-cu-ti-va, le “tre i” indicano una formazione di tipo esecutivo, ma la cultura è un’altra cosa”.Aldilà dei problemi di Costituzionalità io credo che dovremmo avere anche l’orgoglio di dire che l’Università non può ridursi ad una cosa di questo genere"
.

La stessa Riforma sta stravolgendo i “concorsi”, prima ancora di rendere le Università del tutto Private, creando concorsi inusitati e probabilmente molto meno meritocratici (ex. Art.24 c.6 della Legge Gelmini 240/2010). Non ci sarà più bisogno di far ritirare misteriosamente i concorrenti alternativi ai candidati “iper raccomandati”, come dichiarato da un commissario anonimo del Concorso del Vice Ministro Martone al SecoloXIX, visto che altri candidati non ci saranno, saranno tutti scelti ad personam da Rettori e Direttori di Dipartimento come se fossero vertici di azienda.

Il rischio che la abolizione del titolo legale porti ad un aumento sconsiderato delle tasse universitarie è più che realistico. Lo sottolinea il fatto che tra i firmatari di appello a favore figurano persone come Alberto Alesina e Andrea Ichino che da tempo si battono per aumentarle, creando prestiti che sarebbero pesanti per la maggior parte delle famiglie già gravate dalla Crisi Economica.


Gli Atenei potrebbero avviare una competizione di tipo economico al rialzo, al tempo stesso svilendo la qualità. In definitiva, si affida la valutazione al "mercato", prima ancora di verificare che il Paese sia maturo per una Etica vera. Le valutazioni a posteriori finora fatte in Italia dimostrano il contrario.
La competizione tra Università italiane poi è sempre esistita, e funziona bene, la qualità tra private e pubbliche cambia pochissimo, ed è il complesso delle Università italiane che è carente – parliamo prevelentemente del criterio produzione scientifica, che è il criterio più semplice e oggettivo da misurare. Lo dimostra la classifica mondiale della ricerca delle classifiche SCIMAGO, (che misura indicatori normalizzati per dimensione, con criteri come output, collaborazione internazionale, specializzazione tematica, e impatto scientifico, secondo gli ultimi trend anche in UK),: con risultati sorprendenti. 1) il Politecnico di BARI, nel 2010 considerato dal MIUR “non virtuoso” sulla base di parametri economici, e quindi escluso nel 2011 e 2012 da grossi finanziamenti del Piano Straordinario di Reclutamento di Professori Associati, “risulta l’ateneo al primo posto tra le 67 accademie pubbliche italiane per la qualità dei lavori scientifici prodotti, staccando tutte le altre, da Milano a Palermo comprese le sedi blasonate come Bologna, Padova e Roma la Sapienza.


Soprattutto, il Politecnico barese offusca le concorrenti più dirette, i Politecnici di Torino e Milano nei vari settori dell’architettura e dell’ingegneria.”. La Bocconi è si migliore del Politecnico di BARI, ma di pochissimo, e la sola, tra le private! Tutte le altre invece scompaiono. Tra le Scuole statali ma a statuto speciale (Napoleonico, come le Scuole Normali francesi che volle Napoleone che credeva ai test durissimi di ammissione e al merito, anche sul campo), invece, si ottengono leggeri miglioramenti, con la Scuola Santanna di Pisa al 613° posto.
Ma il punto vero è che lo stato Italiano non tutela i “meritevoli” in quanto non offre nessuna Università in Italia di livello competitivo al mondo! I meritevoli, non solo non sarebbero avvantaggiati dalla abolizione del valore legale, ma non sono aiutati affatto nell’unica soluzione oggi possibile per avere educazione di livello superiore: studiando nelle migliori Università del mondo, e non alla Bocconi che è solo 629° nel mondo. Ci sono ben 628 Università migliori dove studiare. Se tra Bocconi al 629° posto, e il Politecnico di Bari al 642° posto, ci sono solo 13 Università di differenza sul totale di 3042, la differenza è trascurabile, eppure pesata già oggi enormemente come costo dello studente, sia per lo stato che per lo studente stesso.



Semmai quindi dovremmo finanziare molto di più il Politecnico di BARI, e ridurre finanziamenti e tasse Universitarie alla Bocconi. Ma questo potrebbe creare un conflitto di interesse in un Governo guidato dal Presidente della Bocconi stessa. Un governo che ha già il conflitto di interesse enorme del Ministro Profumo, che per la prima volta nella storia italiana, è anche contemporaneamente Presidente del maggiore Ente di Ricerca, il CNR.



Il problema va impostato correttamente allora, perché uno studente e una famiglia che conosca questi dati, messa di fronte alla possibilità di studiare all’estero, a volte a costi persino inferiori (in alcuni Paesi Scandinavi accolgono studenti italiani in condizioni di estremo favore, e anche in Germania le tasse universitarie sono bassissime, e le vogliono completamente azzerare presto), sarà presto de facto invogliato a emigrare.


Al vero top della Classifica SCIMAGO tendono a esserci istituti di ricerca, invece che Università, come è ovvio visto che SCIMAGO misura solo la ricerca. E allora troviamo il Broad Institute of MIT and Harvard, ma anche la Spagna con “Institut d'Estudis Espacials de Catalunya” o il Dana Farber Cancer Institute e il J. Craig Venter Institute (quello che ha sequenziato il genoma, per intenderci), o l’Howard Hughes Medical Institute, o la Microsoft Research a Cambridge vicinissimo alla Università.



Per trovare un istituto di ricerca di livello mondiale tra i primi cento se ne trovano alcuni, come al la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, al 73 gli Ospedali Riuniti di Bergamo, e al 76 l’Istituto Europeo di Oncologia. Occorre invece scendere parecchio, per trovare l'Istituto Italiano di Tecnologia, che se si trova al 240 posto, ma che con una spesa paragonabile a quella di una Università italiana di medie dimensioni, si sta collocando bene, nonostante le critiche, a solo un posto di distacco dal famoso Caltech.



La fuga dei cervelli quindi ora comincia ai 18 anni, e non è un caso infatti che ormai sono decine di migliaia i giovani italiani che vanno a studiare nelle Università straniere.

Sui concorsi pubblici, se essi devono essere obbligatoriamente aperti a tutti i cittadini europei (come in realtà la Legge Gelmini limita tantissimo, per via dei concorsi ex art.24c.6), allora attribuire un peso diverso alla laurea in base all'ateneo che la ha rilasciata sarebbe non solo sbagliato, ma anche impossibile, a meno che l'ANVUR non stili un ranking di tutte le università dei 27 (quasi 28) Stati membri della UE, se non di tutto il mondo.



In definitiva, un problema sbagliato, e come detto da Luciano Modica su Europa del 26 gennaio 2012, l’abolizione viene proposta “rifacendosi alle “prediche inutili” di Luigi Einaudi o a qualche modello straniero più o meno frainteso”. “Inutilmente analisi rigorose tra cui quelle di Sabino Cassese, ora giudice costituzionale, di Giovanni Cordini, del Servizio Studi del Senato hanno segnalato la complessità del problema. Inutilmente tutti coloro che si intendono davvero di università hanno espresso perplessità.” Basti ricordare il recente caso del ritiro a furor di popolo dell’autorizzazione ad istituire un’università privata che prendeva il nome dal suo proprietario ed era ubicata in una palazzina di sua proprietà nella piccola cittadina di residenza. Si noti peraltro che il regime autorizzativo è presente in forme diverse in tutti i Paesi dell’Unione Europea e una sua abrogazione nel nostro rischierebbe di porci fuori dall’Area Europea dell?Istruzione Superiore (EHEA).



La competizione tra le università scatta veramente e funziona positivamente solo quando si verifica attentamente e si premia la bravura dei rispettivi laureati nel mondo del lavoro, non quando si approntano tabelle in base a complicati e largamente arbitrari parametri quantitativi generali. Inoltre, una volta garantite eguali opportunità di partenza mediante un solido e ampio sistema di diritto allo studio, la valutazione del merito personale dei laureati è l’unico vero motore dell?ascensore sociale. Una proposta di “affievolimento” del valore legale è contenuta in un documento della Conferenza dei Rettori del 1995; le classi di equivalenza del valore legale di lauree differenti sono contenute nel decreto ministeriale del 1999 che ha introdotto la nuova architettura europea degli studi universitari, il cosiddetto 3+2. E sono proprio gli interventi di cui il Ministro Profumo ha fornito anticipazioni. Da molti anni sono sul tavolo dei ministri competenti senza che nessuno sia mai riuscito a realizzarli. Speriamo che anche in questo caso sia la volta buona”

Insomma, un piano complessivamente vicino a quello della “scuola di partito” che profetizzava Calamandrei nel celebre discorso del 1950 . Nell’interpretare l’art.33 della Costituzione “La repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”, egli afferma che “La scuola è aperta a tutti. Lo stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell’articolo 33 della Costituzione”. La preoccupazione qui è quella di creare cittadini, non cattolici, né protestanti, non fascisti, né comunisti, collegandosi anche ai concetti di eguaglianza e parità sociale dell’art.3, e dell’art.51 nell’accesso agli uffici pubblici.

Forse, rileggendolo dopo 50 anni, l’enfasi nella visione che lo Stato possa creare apertura a tutti, con scuole ottime per tutti, di tutti i gradi e tipi, e dovunque, lasciando in secondo piano la questione dei “capaci e meritevoli”, pare criticabile, e crea il dibattito di oggi. Dimenticando che le risorse non sono infinite, e scelte vanno fatte La scuola pubblica, non è priva di rischi di creare cittadini “politicizzati”, o di diventare essa stessa non seria, e mal organizzata.

Ma come sono stati valutati i “meriti” anzi le “virtuosità” delle Università? A partire dal primo esperimento del Settembre 2009 (Classifica Gelmini), quando i criteri, fissati a posteriori, in modo non trasparente, sono emersi solo per una fuga di notizie tramite il giornale online lavoce.info! Si veda noisefromamerika.org con l’articolo di Alessandro Figà Talamanca “Università: una graduatoria di merito?”

Una delle firmatarie dell’appello pro Abolizione, Margherita Hack (in "Margherita Hack, Libera scienza in Libero Stato", Rizzoli, 2010), dice che la riforma Berlinguer del 3+2 della fine degli anni 90, ha “certamente avuto un effetto positivo” nel senso, per esempio, che nello stesso anno 2003, mentre con il vecchio ordinamento si laureavano “in corso” meno del 5% degli studenti, con il nuovo ordinamento si sono laureati il 44.1%! Ma un salto in un solo botto di 10 volte, non fa rabbrividire qualsiasi ottimistica previsione di miglioramento? La Margherita Hack pare notevolmente ingenua. Nell’articolo “Il Manuale del Rettore “virtuoso” --- I rischi della meritocrazia “all’italiana” nell’Università” del 7/1/2010, forse si spiega qualcosa.


Si segnalava che con una media nazionale del voto di laurea saltata dal già troppo alto 103, a ben 108.7 (con la lode assegnata ad oltre il 30% dei laureati in media, e con punte di proporzioni incredibili in alcune università), gli effetti degli incentivi per acquisire “virtuosità” da parte del Ministero sono perversi, e lo sarebbero ancora di più con l’abolizione del valore legale del titolo di studio. Sarebbero “todos caballeros”, e in un Paese dove tutti sono Re, nessuno è Re!

Il problema va affrontato con un approccio radicalmente diverso, che con la selvaggia abolizione del valore legale!

La visione della proposta è notevolmente provinciale. Quando si opera per il DIPLOMA SUPPLEMENT, ossia per integrarsi in Europa, già oggi siamo in difficoltà. Secondo le linee guida lo schema ECTS prevede la suddivisione dei voti per percentuali prefissate.
• voto A: contiene circa il 10% dei voti a partire da quelli più alti,
• voto B: contiene il successivo 25% circa dei voti,
• voto C: contiene il successivo 30% circa dei voti,
• voto D: contiene il successivo 25% circa dei voti,
• voto E: contiene il rimanente 10% circa dei voti.

Ma come si fa se il i voti piu' alti sono ben oltre il 10%?? Non si riesce a rispettare le regole pensate in Europa, e noi abbiamo la lode che coincide con le categorie A, B, C del Diploma Supplement! Il che' in effetti chiarisce che da noi la lode vale quanto mediamente un B in Europa.

Il valore legale va tenuto, ma i voti vanno contenuti! Quindi il problema è italiano, e NON della Università Pubblica! Abolire il valore legale non risolve proprio nulla, anzi peggiora lo status quo.

Gli americani, cui sembra la proposta di Abolire il valore legale si ispiri, hanno loro stessi notato il problema della inflazione dei voti, ma loro li inquadrano subito come fasulli, e corretti con misure drastiche --- che da noi non ci sono, perché la nostra Etica non funziona. Sarebbe un Far West. Princeton prese posizione nel 2004 pubblicamente contro la propria politica di eccessiva larga manica.

Tornando ancora al discorso di Calamandrei, egli segnala come un partito dominante che volesse creare scuole di partito (qui il riferimento scottante è sempre all’esperienza del fascismo da cui si era appena usciti): “comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private”. “Tutte le cure cominciano ad andare alle scuole private”. Il circuito vizioso sarebbe quindi quello di allentare i controlli sulle scuole private, e addirittura finanziarle con denaro pubblico, “il metodo più pericoloso”, come si fa in molti casi in Italia! Insomma, nel privato si annida il rischio della “concorrenza al ribasso”, con una “equipollenza” aggirata di fatto. Il pericolo è il “disfacimento morale della Scuola”.

La Hack lo riconosceva nel libro riconoscendo che quanto stava facendo il Ministro Gelmini con “tagli insopportabili alle scuole di ogni ordine e grado”, per cui “invece di migliorare le Scuole pubbliche, in nome di una presunta libertà di favorire le private che, per attirare più studenti, sono notoriamente di manica larga, e hanno docenti spesso sottopagati e alle prime armi”. Come mai la Hack ora ha cambiato idea radicalmente?

La Riforma Gelmini, rischiano di rilanciare la corsa alla concorrenza al ribasso delle Università pubbliche, visto che, con i parametri “meritocratici” introdotti, hanno anche esse vantaggio ad aumentare slealmente gli studenti, e devono farlo se non si vuole rischiare il fallimento, o il commissariamento! La Hack invece non toccava la Bocconi, riconoscendo che “e' di ottimo livello, ma molto cara”.

Da dove viene questa proposta? Da alcuni economisti italiani della Bocconi (Perotti, Giavazzi) o di Harvard (Alesina), che hanno sostenuto che l’università statale fosse talmente “malata”, “truccata” e sfinita, che solo la privatizzazione può ripristinare il merito. Siamo al paradosso del paradosso, tenendo conto che in realtà, dati alla mano, l’Università statale italiana è la meno cara di Europa, mentre la privata italiana è troppo cara (si veda “La cura "privatizzazione" -- Non sarà che la Bocconi spreca molto piu' delle Università pubbliche?”) dimostrando che la Bocconi costa molto più, in proporzione alla Statale, di quanto costi Harvard rispetto alla università statale americana!


Insomma, in materia di Riforme Universitarie, il Governo Monti pare molto più in conflitto di interesse del governo Berlusconi, e la situazione non a caso sta degenerando.

PRIMI FIRMATARI ANONIMI

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