martedì 13 agosto 2013

Proposte "shock" per gli esami che....non finiscono mai!

IPOTESI SU CUI STIMOLO LE ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE DI VARIE UNIVERSITA' : PROGETTO PILOTA DI ALCUNI DOCENTI, SU BASE VOLONTARIA; A FARE LEZ INTENSIVE E TUTORAGGIO ONE-TO-ONE ANCHE FACEBOOK. ESONERO OGNI SETTIMANA: ESAME PASSEGGIATA A FINE CORSO: ALTRI 2 SOLI APPELLI ALL'ANNO CON UNA SETTIMANA PRIMA DI RIPETIZIONE INTENSIVA. ADESIONE DEGLI STUDENTI ANCHE SU BASE VOLONTARIA. CHE NE DITE? VICINA ALLA PROPOSTA 3 DEL SONDAGGIO 

AGGIUNGO ANCHE UNA LETTERA DI UNA STUDENTESSA UCRAINA CHE VIENE IN ITALIA A STUDIARE LEGGE, E LEGGENDO IL MIO BLOG; MI PARLA DI LAUREE MULTIPLE, COME MAI GLI ESAMI SI FANNO N VOLTE NELLE UNIVERSITA' A PAGAMENTO (MENTRE NOI LO FACCIAMO PURE IN QUELLE STATALI!) E IN QUELLE NON A PAGAMENTO POCHE VOLTE MA FORSE SOTTO C'E' CORRUZIONE.  DI COME SIA IMPORTANTE PER LORO FARE I "SEMINARI" DEGLI STUDENTI.
INSOMMA, SIAMO INDIETRO ANCHE RISPETTO ALL'UCRAINA, O CI STIAMO ANDANDO DRITTO DRITTO?


Ricevo su facebook da due studenti (brillanti) due lettere, di cui una loda in modo persino eccessivo l´esperienza avuta con il mio esame, e l´altro (che non ha fatto esami con me), propone delle varianti interessanti. Le pubblico volentieri, ma solo per fare delle proposte mie che integrano un poco quelle dei due studenti e vogliono stimolare discussione tra i candidati Rettori.  Nel frattempo sono aumentati i commenti, e ne aggiungo altri. Spero si legga comunque bene il flusso del discorso.

Finora abbiamo avuto enormi problemi di abbandono e fuori corso, cui abbiamo rimediato con misure indirette e facili:  abbassare il livello e aumentare le tasse per i fuori corso.  Per me c´era una strada piu´ diretta, ma che richiede piu´impegno di docenti e voglia di cambiare.

Vado a spiegarla.

La studentessa apprezza la mia idea di corso e di esame (che non e´affatto originale in quanto e´quello che si fa in tutto il mondo meno l´Italia) della verifica continua che io faccio con i miei studenti (anche perche´non sono troppi) del loro apprendimento, dalle condizioni in cui entrano il primo giorno (per vedere dove hanno grossi problemi e sperare di segnalarglieli per risolverli), fino a tutti i giorni, con test improvvisi e "esoneri" dallo scritto vero e proprio, in modo da far diventare l´esame finale, in genere per chi segue, una passeggiata di fine corso, una formalita´ per studenti che ormai conosco.

In realta´ ad Oxford c´e´ il tutoraggio one-to-one proprio per questo.
Nelle universita´americane ci sono assignment, compiti a casa veri e propri.
In germania stuoli di assistenti che correggono compiti intermedi.

Solo noi ci siamo inventati il monologo di 3 mesi, cui segue una fase confusa di esami arbitrari dove gli studenti l´unica cosa che credono di poter avere come diritto e´di avere molti appelli, anche mensili, e di poter fare l´esame quando vogliono.

A me pare sbagliato.

Io introdurrei addirittura il semplice sistema del liceo.  Non vedo perche´ci deve essere un salto tanto grande allÚniversitä.  Il giorno prima abbiamo uno studente di liceo, il giorno dopo uno studente universitario che non sa come organizzarsi.  Non ci credo. Non mi piace che noi italiani siamo unici in questo.

Alla Ecole Polytechnique di Parigi, come ad Oxford e Cambridge, l´esame e´uno solo e a fine semestre. In germania o a ETH non lo puoi nemmeno ripetere piu´di una volta o sei fuori.  Ma questo responsabilizza sia lo studente che il docente, che deve prepararlo bene, con commissioni di piu´persone, e non solo uno o due docenti che fanno il bello e il cattivo tempo.

Per cui propongo un sondaggio su questo blog.  CHE ESAME VOLETE?
1) tutti i mesi, come ora, arbitrario e libero, ma anche confusionario
2) come ora, ma con pause esami piu´ equamente spaziate come dice Papangelo
3) un unico esame a fine semestre, ma con molte verifiche intermedie che portano ad alleggerire (delle sorti di esoneri ma anche quelli, fattibili, e non esami in miniatura)
4) con un unico esame per tutte le materie a fine semestre nello stesso giorno come a Ecole Polytechnique (tipo esame di maturitä)
5) con un unico esame per tutte le materie, ma racchiuse in una 3-4 giorni di una settimana (tipo Oxford e Cambridge).

IPOTESI SU CUI STIMOLO LE ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE: PROGETTO PILOTA DI ALCUNI DOCENTI, SU BASE VOLONTARIA; A FARE LEZ INTENSIVE E TUTORAGGIO ONE-TO-ONE ANCHE FACEBOOK. ESONERO OGNI SETTIMANA: ESAME PASSEGGIATA A FINE CORSO: ALTRI 2 SOLI APPELLI ALL'ANNO CON UNA SETTIMANA PRIMA DI RIPETIZIONE INTENSIVA. ADESIONE DEGLI STUDENTI ANCHE SU BASE VOLONTARIA. CHE NE DITE?  CHI LA VUOLE PUO' CONFLUIRE SU IPOTESI 3 CHE E' LA PIU' SIMILE.


CHIARIMENTO IMPORTANTE DA UNA DOMANDA DI UNA STUDENTESSA DA FACEBOOK (LARA VARVARA): Gentile Prof. Ing. Michele Ciavarella,
mi sono resa conto di quanto sia strano il “sistema universitario” italiano quando l'ho provato a spiegare ai miei colleghi universitari europei e ho visto le loro facce. Come è possibile che ci sono così tante prove dello stesso esame durante l'anno? Come mai una piccolissima percentuale degli studenti italiani riesce a completare i 60 crediti annuali previsti? Dopo aver letto le proposte “shock” sul suo blog  mi è venuto da sorridere: è davvero così scioccante voler migliorare l'università, per mettere in condizioni gli studenti di laurearsi in corso?

Il problema è che si parte sempre dagli studenti. Noi purtroppo non possiamo fare molto, siamo in qualche modo intrappolati in questo sistema e in un modo o nell'altro ci dobbiamo convivere se vogliamo riuscire ad ottenere l'agognato pezzo di carta. Così si chiede agli studenti se vorrebbero eliminare gli 8 appelli annuali, magari con verifiche intermedie seguite da un unico esame a fine semestre, o ancora un unico esame per tutte le materie, ma racchiuse in una 3-4 giorni di una settimana, seguendo l'esempio di importanti università europee.

Ebbene, no. Noi non vogliamo migliorare, ci piace tanto il nostro sistema ad 8 appelli annuali, che ci permette di organizzarci come meglio vogliamo, e andare fuori corso come più ci piace. (43% dei rispondenti al sondaggio online lascerebbe la situazione appelli così com'è adesso!!!)

Ma se il cambiamento per una volta non partisse da un ennesimo svantaggio per noi studenti (vedi tasse, livello d'insegnamento e adesso il numero di appelli)?  Se si partisse invece dal miglioramento del tutoraggio per gli studenti in modo da mettere tutti in condizione di passare gli esami al primo appello senza compromettere la qualità dell'insegnamento? In questo modo i restanti 7 appelli annuali rimarrebbero in qualche modo “inutilizzati”. Quando questo cambiamento sarà avvenuto non credo che ci saranno studenti che ancora riterranno importante il bisogno degli 8 appelli. 

Per adesso intanto gli 8 appelli ci servono, quantomeno come forma di tutela  per l'attuale situazione caotica.

L.Varvara



MIA RISPOSTA: allora, mi fa piacere che metti queste spiegazioni importanti.  Guarda che stiamo parlando della stessa cosa.  Ti dico la sintesi della mia idea (ma possibilmente leggi meglio la lettera di D'accardi che ha seguito il mio corso): se uno si trova con una classe e vede il livello di ingresso, e si suppone che non ci sia numero chiuso o che lo studente l'abbia passato, allora quando valuta il risultato alla fine, se lo studente ha studiato ed è stato messo in condizione di migliorare, è il giudizio complessivo suo e dello studente. In altre parole, NON si puo' mettere un voto arbitrario fissando arbitrariamente un livello, magari altissimo, di conoscenza.. Quindi in sostanza chi segue, e non è un caso disperato, deve passare alla fine del corso. Al primo e (quasi) unico appello. Chiaro?  Il resto, ossia ripetere 30 volte un esame, NON è un problema dello studente, ma del sistema. a meno che lo studente sia un furbo.
PER QUANTO RIGUARDA I DOCENTI, NON HAI LETTO BENE LA PROPOSTA.  ESSA COMPORTA MOLTO PIU' LAVORO A LEZIONE, MOLTO PIU' LAVORO DI TUTORAGGIO (ONLINE), E ANCHE MOLTO LAVORO DI PREPARAZIONE DEGLI ESAMINI/ESONERI E DEGLI ESAMI.  UN PICCOLO VANTAGGIO SI HA NEL NON DOVER RIPETERE 8 APPELLI E NON DOVER CORREGGERE INUTILMENTE COMPITI CHE MIGLIORANO SOLO DI POCO DA UN APPELLO ALL'ALTRO.   QUINDI ANCHE I DOCENTI VANNO CONVINTI, NON E' AFFATTO UNA COSA SEMPLICE E TANTO CONVENIENTE PER LORO :  FORSE VANNO ADDIRITTURA INCENTIVATI O "OBBLIGATI" A FARLO, O CONTINUERANNO IL SISTEMA ATTUALE.  Spero il chiarimento sia esaustivo.

CHIARIMENTO IMPORTANTE DA UN COLLEGA DI PISA
Caro Ciavarella,
sono tutte belle idee, che possono però funzionare solo in corsi piccoli e degli ultimi anni. Come le implementi al primo anno con più di cento matricole immature in aula? In questo caso, il tutorato one-to-one diventa “complicato”. Soprattutto se sei da solo. Soprattutto in tempi come questi dove un regolamento per le ASN dice, nero su bianco, che la didattica è solo un ostacolo alla carriera.
Cordialmente,GD

RISPOSTA.
Caro Dini, premesso che hai ragione a pensare che i miei corsi siano da pochi studenti (ca.20), ti sbagli riguardo agli ultimi anni, sono al terzo anno anche della laurea triennale.  Comunque il punto è che per farli "passare tutti" ho dovuto fare uno sforzo notevole anche io, aiutato ma non magicamente da facebook, su cui mi sono dovuto mettere parecchio a smanettare di spiegazioni.  Con il ricevimento, non lo avrei mai potuto fare. Se il sistema sia scalabile anche a 150 (questo mi pare il numero max secondo le attuali normative), con un minimo di fatica in piu', credo di si, semmai con l'aiuto di un paio di dottorandi assistenti senza arrivare al sistema tedesco che giustamente paga 6-7 assistenti per docente.  Nel frattempo, propongo che noi docenti ci sacrifichiamo di piu'. 
MC

A voi la scelta.  E la lettura delle due lettere degli studenti.
MC


Ai candidati rettore del politecnico

Sono uno studente del nostro politecnico, attualmente in Germania per vivere la tanto agognata esperienza all’estero (erasmus placement) tanto pubblicizzata dai più quanto poco sostenuta con i fatti! In questo momento storico/economico così difficile ritengo che tutti debbano fare la propria parte per provare a riaccendere un filo di speranza nella massa dei futuri professionisti che, ad oggi, vedono la disoccupazione come la loro più probabile occupazione dopo gli studi!!! L’università (e il rettore!) sono chiamati a rispondere a questi problemi e, auspicabilmente, qualche suggerimento da parte della popolazione studentesca potrebbe aiutare. First of all: Abbiamo bisogno di professori innamorati del proprio lavoro, di un corpo docente consapevole che le ore passate in aula non servono ad accumulare gettoni di presenza da riscuotere a fine mese!! La stessa consapevolezza che dovrebbe spingerli a metterci tutta la passione in quello che fanno perché il docente dovrebbe essere “magister”……, non è un lavoro come tutti gli altri e va rispettato. Ho conosciuto professori più o meno preparati, (è normale siamo uomini, e gli uomini hanno i propri limiti!) ma posso dire che ogni corso che sia stato tenuto con passione, alla fine, mi ha lasciato qualcosa, anche se il prof. non era il top! Mi si dirà, che ci può fare il rettore? In primis dare l’esempio, e poi, magari, dare un’occhiata all’osservatorio alla didattica! Non per sfogliarlo, ma come CONCRETO supporto per decidere chi deve restare e chi, invece, è meglio vada altrove. Il CV è importante ma NON E’ SUFFICIENTE ad assicurare il successo nella didattica, e di questo se ne deve tenere conto! Dai risultati dell’osservatorio alla didattica la passione traspare, ne sono certo!

1. Dare maggiore peso all’osservatorio alla didattica;

Altro key point è la questione delle esperienze all’estero: bisogna metterci nelle condizioni di poterle fare, senza essere penalizzati! Es: in alcune facoltà i corsi dell’ultimo hanno della magistrale terminano a dicembre e si dà la possibilità concreta agli studenti di pianificare 3/4 mesi all’estero restando comunque in corso e non perdendo nessuna lezione. Io, invece, (insieme ad alcuni miei amici) ho dovuto anticipare i crediti del secondo semestre al primo e mi sono perso metà delle lezioni di un altro corso mooolto interessante, semplicemente perché non ho avuto voglia di aspettare settembre per partire e poi laurearmi con 4 mesi di ritardo (tra l’altro con l’erasmus placement non si può partire a settembre quindi tutto slitta a novembre!!!!...praticamente facendo le cose come da programma uno studente perde un anno!!!!) Chi vuole andare fuori per arricchire la proprio formazione va sostenuto, non ostacolato!

2. Ultimare i corsi dell’ultimo anno della magistrale entro dicembre;

Di qui, l’idea così semplice e banale di tenere dei corsi completamente in inglese (2 o 3 per esempio), corso ed esame! Qui in Germania qualunque studente universitario conosce l’inglese semplicemente perché o lo impari o l’esame non lo fai!..... Noi che facciamo? Ah si l’idoneità…… solo scritto… no comment!

3. Tenere alcuni corsi completamente in inglese;

Poi una questione che prima o poi dovrà essere affrontata seriamente: ma mi spiegate come si fa a sostenere esami per un totale di 30 CFU (tra scritto e orale si tratta di circa 7/8 prove) nelle sole 4 settimane di Febbraio???? (Poi vogliamo pure togliere gli appelli mensili….!) In Germania un semestre è composto di sei mesi quindi per tre si fa lezione e per tre si fanno esami!!!  (Anno Accademico Tedesco: -1 ott => 31 gen LEZIONI; -1 feb => 31 marzo ESAMI; - 1 apr => 15 lug: LEZIONI; - 16 lug => 30 sett ESAMI;)

4. Riorganizzare l’anno accademico in modo da avere più tempo per sostenere gli esami del primo semestre;

Infine come studenti abbiamo diritto ad una università che sia un posto dove non solo studiare, ma anche crescere e incontrarsi. Ritengo che questa rilevanza “sociale” dell’istituzione università non possa essere tralasciata! Qui in Germania gli studenti arrivano di mattina e vanno via la sera! Hanno a disposizione biblioteche, postazioni computer con accesso a internet, stampanti, scanner, e una mensa decente della quale fruiscono in compagnia di docenti e tecnici dell’università! (Da noi sembra un’utopia!) So che qualcosa si sta muovendo….. sarebbe utile una bella accelerata!

5. Spazi dedicati agli studenti, sia per lo studio sia ricreativi;

Free ideas, hopefully useful,
Antonio Papangelo


Riflessioni sul corso “Meccanica dei materiali e costruzioni di macchine” che di sicuro potrebbero aiutare l’organizzazione della didattica per il nuovo rettore
Salve a tutti. Sono una studentessa del corso di laurea in Ingegneria dei sistemi industriali ed elettronici che, reduce dall’innovativa esperienza dell’esame di Meccanica dei materiali e costruzioni di macchine, vuole riassumerla in questo articolo in modo tale che sia questo uno spunto per migliorare la didattica in una sede che ora più che mai ha bisogno di nuove idee per recuperare il tempo perso dietro le solite cattedre.
Il corso di Meccanica dei materiali e costruzioni di macchine è, senza dubbio, uno dei corsi più complicati da affrontare per noi studenti e da spiegare per i docenti ma nel nostro caso è stato tutto molto più semplice e i perchè della perfetta riuscita di questo corso sono molteplici.
Innanzitutto, cosa che quasi mai oramai accade all’inizio di un nuovo corso, il prof ci ha proposto un test iniziale di scienza delle costruzioni che è stato per noi molto utile per capire i punti fondamentali dove avevamo carenze e quindi da potenziare e credo anche per il nostro prof che dopo quel test ci ha spiegato le risposte alle domande che la maggior parte di noi avevano sbagliato e ci ha fornito le dispense dove poter approfondire quegli argomenti. Ottimo trampolino di lancio quindi.
Ci è stato poi consegnato il programma del corso con il link del relativo gruppo facebook creato dal prof per raccogliere materiali, dubbi, idee...il tutto per facilitare il nostro studio. Per noi era una novità che subito abbiamo apprezzato. Niente più inutili ricerche su siti di facoltà abbastanza vecchi dove per trovare anche un solo documento devi aprire e scaricare diverse sotto cartelle, niente più ore passate dietro la porta di uno studio per fare ricevimento e soprattutto possibilità di dialogare, confrontarsi e apprendere concetti nuovi e utili 24 su 24 seduti comodamente sul divano di casa.
Ma le novità non finiscono qui. Ogni giorno ci veniva chiesto se avevamo dubbi sulla lezione precedente (quando invece in molti altri corsi i professori manco ricordano che argomento hanno affrontato il giorno prima) e ci venivano proposti esercizi che noi stessi a casa provavamo a risolvere con la possibilità di poter domandare il giorno stesso su facebook e avere risposta immediata (i tempi delle mail li conosciamo tutti, alle volte sembrano dei veri e propri parti!).
Le lezioni erano quindi iterative...non esistevano cattedra e banchi...
Spesso infatti il prof si è messo in gioco e i nostri dubbi gli ha fatti diventare idee per migliorare il corso e approfondire argomenti magari non trattati negli anni precedenti ma che per noi semplici studenti potevano essere interessanti.
E ora arriva il bello: l’esame. La parte che da noi è la più temuta e i perchè si sanno. Questa volta invece non è stato cosi. Innanzitutto non ci siamo ridotti a giugno, luglio, settembre per studiare pagine e pagine, ma risolvendo esercizi in classe insieme al prof, facendo continui test anche su facebook e domande con relative risposte, il lavoro è stato molto alleggerito. Infatti la maggior parte di noi ha dato questo come primo esame e lo ha superato brillantemente. E, cosa che mai accade, è stato il prof stesso che qualche giorno prima dell’esame ha incitato noi ragazzi via facebook a fare domande e la proposta ha avuto molto successo visto il numero di commenti che porta quel post (oltre 40). Ogni domanda diventava un vero e proprio dibattito con l’aggiunta di nuove e utili fonti di studio, tutto nel giro di pochissimi minuti.
Tuttavia qualche problema c'è stato per via della novità..alcuni ragazzi che magari ancora non avevano sostenuto l'esame di scienza delle costruzioni hanno avuto difficoltà a sostenere questo ritmo...ma a mio parere la colpa, se cosi la si può definire, va attribuita ai corsi precedenti sempre troppo scolastici che portano noi studenti ad uscire fuori corso.
Per concludere arriviamo alla possibilità di tesi su un argomento molto interessante e innovativo: fatica e statistica nei materiali compositi. Nel giro di pochissimi giorni il gruppo facebook è diventata una pagina piena di documenti soprattutto in lingua inglese con relativi commenti del nostro prof, utili non solo a coloro che hanno scelto di affrontare questo tipo di tesi, ma anche per tutti gli studenti che devono ancora affrontare l’esame, visto che parte del programma riguarda proprio questo tipo di materiale e le sue odierne applicazioni. Non capita molto spesso di trovare un professore che coinvolga i suoi studenti in progetti a lui cari e di cosi elevato interesse con possibilità anche di conversazioni via skype (già testate) durante le quali il prof ha letto parte degli articoli con noi, cercando di eliminare l’incubo “inglese” che ora più che mai necessita di essere potenziato nelle università del sud.
Vorrei concludere questo articolo con un invito al nuovo rettore: programmare i piani di studio e l'offerta formativa in modo tale che a corsi come quello di Meccanica dei materiali e costruzioni di macchine vengano attribuiti più crediti dei 6 che abbiamo avuto. Pecca del corso infatti è stato proprio il numero di crediti perchè non abbiamo potuto approfondire argomenti fondamentali come quelli di costruzioni di macchine, cari ad un ingegnere industriale, a vantaggio di materie come fisica e analisi (18 + 24 crediti) o ancora diritto dell'unione europea sicuramente meno fondamentali di materie caratterizzanti come quella di questo corso.

Ester D'Accardi.






Agli studenti e professori italiani
Nonostante il proverbio inglese ci dica: “When in Rome do as the Romans do” io vorrei spiegare come funziona il sistema universitario ucraino, dopo di che sarei felice di partecipare alla discussione e sentire opinioni degli studenti e professori italiani riguardo ai vantaggi e svantaggi del sistema di istruzione italiano,  degli ingranaggi in cui comincero’ a muovere anch’io questo settembre come studentessa dell’Universita’ di Bari J.
Sono Ucraina, ho 23 anni e mi sono laureata nel mio paese a febbraio 2013 in corso magistrale specialistico in Diritto Internazionale. Prima ho preso laurea di bachelor in Giurisprudenza e laurea di bachelor in Diritto Internazionale (nel 2012 e 2011 rispettivamente).
Il sistema d’istruzione ucraino permette agli studenti di entrare in diverse universita’ contemporaneamente. Nel 2011 ho approfittato di questa possibilita’ quando ho passato gli esami e sono entrata all’Universita’ Nazionale di Taras Shevchenko di Kiev e all’Universita’ di Diritto di Kiev. Le forme dei corsi, pero’, erano diverse: la forma della prima era, diciamo, “part-time”, cioe’ un solo turno (che durava 2 settimane) per ogni cosiddetto “semestr” (meta’ del periodo di corso) turno che si chiama “sessia”: lezioni, seminari e esami. Allora ci volevano solo 2 settimane ogni 4 mesi di mia presenza nell’universita’, il resto del tempo io dovevo studiare le materie da sola. Forma del corso nella mia seconda universita’ era invece “full-time”, frequentavo l’Uni ogni giorno.
In ogni universita’ ucraina gli studenti hanno lezioni (quando professore da’, “legge” agli studenti il materiale necessario), seminari (quando gli studenti raccontano il materiale e mostrano resultati dei compiti di casa che ricevono dopo quasi ogni lezione) e esami. Ufficialmente i tipi di esami sono diversi, ci sono “esami” (i piu’ importanti) e “zacioty” (meno importanti e meno difficili), pero’ in realta’ le cose non sono sempre cosi’ precisamente “bianche e nere”, e difficolta’ piu’ spesso dipende dal professore.
Le mie universita’ per me erano diverse anche perche’ nell’una di loro ho pagato il mio studio, nell’altra il mio corso per me era gratuito (pagato dallo stato). Forse il “pagamento” era il motivo perché nell’universita’ “pagata” gli studenti potevano andare avanti al prossimo corso avendo avuto cosiddette “code”, cioe’ esami e zacioty non passati al corso precedente (debiti formativi). Nell’universita’ pagata abbiamo avuto atteggiamento piu’ leale. Ma certamente non siamo potuti passare avanti senza pagamento del corso precedente, qua era il limite della lealta’...
Un esame nell’universita’ pagata si poteva dare N volte, fino al successo!  Gli studenti che vogliono fare la prova chiedono a professore quando lui possa dedicare il tempo per loro. Nell’altra universita’ invece studente fa’ terza prova gia con commissione dei professori, che diventa gia’ piu’ difficile da passare.
Ma sospetto che corruzione dia agli studenti le chiavi per tante porte L.
Frankly speaking, a volte era stradifficile per me passare tanti esami che potevano capitare alcuni nello stesso giorno in iniversita’ diverse, come a dicembre 2011, quando avevo 2 “sessie” in parallelo.
Tuttavia, avevo anche alcuni vantaggi. Il mio corso di Giurisprudenza in una universita’ e quello di Diritto Internazionale in altra qualche volta avevano materie uguali (e.g. Storia di diritto ucraino, Storia dello stato ucraino, Diritto internazionale privato ecc.), percio’ potevo solo mostrare al professore il risultato del esame passato in altra universita’ ed evitare l’esame-gemello.
Anzi, due volte mi e’ successo di avere le stesse professoresse in entrambe le universita’ (materia di Logica e materia di Principi fondamentali di diritto)!
E voglio dire qualche parola riguardo al sistema d’istruzione italiano. Per me è stata una notizia “shock” quella che voi non avete dei seminari – le classi quando parlano gli studenti; ore quando gli studenti mostrano il loro lavoro durante l’anno di studio e quando gli studenti hanno possibilita’ di discutere con professori degli argomenti delle materie e correggere gli errori dei compiti di casa. Ma come fate a studiare per esempio le lingue straniere se gli studenti non possono pratticarle ogni giorno con i propri insegnanti? E’ davvero possibile imparare lingua straniera ascoltando passivamente insegnante? Oppure gli studenti frequentono inoltre corsi per avere possibilita’ di parlare?? J
Vi ringrazio per attenzione e spero di sentirvi presto.
Sinceramente,
Anna Vasylchenko


 

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