Suscita dibattito l'intervento del premio nobel Krugman "per confutare il paper dell’Hamilton Project. E per proporre invece la sua interpretazione della realtà americana ma non solo. I guadagni, le alte retribuzioni non sono proporzionali al livello di istruzione ma sono funzionali all’occupazione di posizioni strategiche in grandi gruppi industriali o della finanza. E’ insomma non una questione di studio, specializzazione e bravura, ma solamente di potere."
Il fondatore della Univ. of Phoenix, interamente telematica, e for profit, è recentemente morto miliardario. Si, miliardario in dollari!
Questo lo yacth di suo figlio
- Era molto difficile rispettare tutti i parametri della 270 (ad esempio numero di esami) con il materiale a disposizione.
- Nel tempo era diventato un percorso “facilitato (esami ad hoc)” e non rispondente agli standard di formazione normali.
- man mano che passavano gli anni era sempre meno richiesto.
Ma intanto:-
Qualcuno dice che in Italia l'unico segmento di mercato aperto alle lauree digitali per ora è quello basso (per intenderci, il target sarebbe il "trota" o giù di lì). In Italia per far carriera quasi sempre conta chi conosci, non cosa conosci... Quindi una laurea digitale è poco apprezzata, se non per chi altrimenti dovrebbe rinunciare all'agognato "dott." sul biglietto da visita. Ma con il tempo alcuni atenei privati potrebbero attivare lauree telematiche di qualità.
Ma anche in usa la Univ. di phoenix non è che abbia la reputazione di Harvard tuttavia, leggete qua.
Il fondatore della Univ. of Phoenix, interamente telematica, e for profit, è recentemente morto miliardario. Si, miliardario in dollari!
Questo lo yacth di suo figlio
Invece da noi un amico di Polito mi dice Politecnico ha deciso di eliminare le lauree a distanza in occasione dell’implementazione della 270 e burocrazie varie, ma anche perchè i corsi erano via via meno richiesti..
- Il percorso, che ricalcava quello “Nettuno” era molto distante da quello con didattica frontale (ad esempio 20 CFU di Matematiche contro i 26 decisi dal SA per tutte le ingegnerie previsto nella 270), e con contenuti, o almeno suddivisioni, parzialmente obsoleti.- Era molto difficile rispettare tutti i parametri della 270 (ad esempio numero di esami) con il materiale a disposizione.
- Nel tempo era diventato un percorso “facilitato (esami ad hoc)” e non rispondente agli standard di formazione normali.
- man mano che passavano gli anni era sempre meno richiesto.
Ma intanto:-
Molti dicono che in Italia si associa la laurea conseguita in una università telematica a una laurea di scarsa qualità o, addirittura, comprata.
Forse perché in Italia l'università pubblica non intende far davvero concorrenza al privato.
Forse, ma la cosa che non capisco è perchè nemmeno il privato fa grande business!
No, la mia conclusione è che siccome il pubblico costa poco, e non offre i livelli di harvard, nemmeno il privato puo' costare molto. Forse è il privato che dovrebbe diventare Harvard... Mi si dirà che chi può e vuole sborsare certe cifre, può iscrivere i pargoli in Uk o in USA. Infatti, non abbiamo speranze di competere con Harvard e Oxford, ma ci sono anche 18 milioni di lavoratori in italia non laureati, e cmq siamo sotto tutte le medie europee, sto parlando di centinaia di migliaia di persone, che non vanno tutte all'estero, semplicemente non si laureano proprio. Devo dedurre che è proprio l'economia che è diversa, noi siamo basati su un modello di economia che ha poco bisogno di laureati, o viceversa abbiamo troppo pochi laureati per poter migliorare l'economia??
Qualcuno dice che in Italia l'unico segmento di mercato aperto alle lauree digitali per ora è quello basso (per intenderci, il target sarebbe il "trota" o giù di lì). In Italia per far carriera quasi sempre conta chi conosci, non cosa conosci... Quindi una laurea digitale è poco apprezzata, se non per chi altrimenti dovrebbe rinunciare all'agognato "dott." sul biglietto da visita. Ma con il tempo alcuni atenei privati potrebbero attivare lauree telematiche di qualità.
Ma anche in usa la Univ. di phoenix non è che abbia la reputazione di Harvard tuttavia, leggete qua.
Ma che ci sia anche un grande divario tra formazione e mondo del lavoro è confermato anche da studi eminenti, oltre a Krugman, anche per es. Michele Pellizzari in A new measure of skills mismatch: theory and evidence from the Survey of Adult Skills (PIAAC) conferma che in Italia probabilmente il mercato del lavoro non è pronto ad assorbire troppi laureati. "A better match of the workers’ skills to the requirements of their jobs can reduce the waste of skills among the over-skilled, improve the efficiency of the under-skilled while, at the same time, potentially reducing their levels of stress and, eventually, lead to important improvements of the overall productivity of the economy and the well-being of individuals".
Come mi dice anche Elisabetta Addis "C'è anche il fatto che l'esistenza della università pubblica in Italia comunque fa crowding out, cioè impedisce l'investimento in quella privata se non in forma di Cepu, cioè complementare. Perchè ovviamente se hai a disposizione una pubblica quasi gratuita più di tanto per la privata non vai a pagare. In Usa, paghi per la Phoenix ma quasi gratuite non sono neppure le pubbliche, sono solo appena appena calmierate rispetto alle private".
E come dice Lorenzo Lozzi Gallo "In realtà, l'università pubblica non avrebbe tasse tanto basse, se non fosse per l'evasione fiscale imponente, che riduce artificialmente il numero degli studenti collocati nelle fasce superiori di reddito... È certo, però, che anche per le private di livello in Italia non c'è molto spazio. Da noi il manager non si vergogna di essere ragioniere e di avere sotto di sé ingegneri, o anche dottori di ricerca... anzi, è diffuso una sorta di compiacimento anti-intellettuale un po' mussoliniano ed estremamente paesano, che condanna le nostre imprese al nanismo."
Potrebbe essere un dibattito interessante?Come mi dice anche Elisabetta Addis "C'è anche il fatto che l'esistenza della università pubblica in Italia comunque fa crowding out, cioè impedisce l'investimento in quella privata se non in forma di Cepu, cioè complementare. Perchè ovviamente se hai a disposizione una pubblica quasi gratuita più di tanto per la privata non vai a pagare. In Usa, paghi per la Phoenix ma quasi gratuite non sono neppure le pubbliche, sono solo appena appena calmierate rispetto alle private".
E come dice Lorenzo Lozzi Gallo "In realtà, l'università pubblica non avrebbe tasse tanto basse, se non fosse per l'evasione fiscale imponente, che riduce artificialmente il numero degli studenti collocati nelle fasce superiori di reddito... È certo, però, che anche per le private di livello in Italia non c'è molto spazio. Da noi il manager non si vergogna di essere ragioniere e di avere sotto di sé ingegneri, o anche dottori di ricerca... anzi, è diffuso una sorta di compiacimento anti-intellettuale un po' mussoliniano ed estremamente paesano, che condanna le nostre imprese al nanismo."
Michele
Un collega mi manda questa risposta: mi viene in mente una spiegazione letteraria:
Piu' in generale, mi chiedo ogni tanto cosa direi a uno studente che mi chiedesse consigli per la scelta della sede universitaria (nel concreto, scegliere una sede blasonata o la sede vicino casa? ) La risposta sarebbe che piu' della qualita' degli insegnanti e' importante la qualita' dei colleghi studenti. ( Come si dice in vari dialetti meridionali: fattela con i meglio di te)
Gli studi telematici probabilmente vanno bene per chi lavora e vuole imparare cose nuove ( e allo stesso tempo ha le energie per farlo). Banalmente, le due cose in Italia non vanno molto d'accordo. Sara' la cultura del posto fisso, il radicamento a una citta' o roba del genere ? Lo scrivo perche' fino a non troppi anni fa (prima di avere famiglia) davo per scontato che mi sarei mosso di nuovo anche dopo avere vinto un concorso, ora invece l'idea di un trasloco, dopo averne fatti una ventina abbondanti, mi fa stare male.
saluti, Ferdinando De Tomasi
p.s. io avevo scritto al mio Rettore, come delegato al teledidattico, le seguenti note:
Un collega mi manda questa risposta: mi viene in mente una spiegazione letteraria:
Piu' in generale, mi chiedo ogni tanto cosa direi a uno studente che mi chiedesse consigli per la scelta della sede universitaria (nel concreto, scegliere una sede blasonata o la sede vicino casa? ) La risposta sarebbe che piu' della qualita' degli insegnanti e' importante la qualita' dei colleghi studenti. ( Come si dice in vari dialetti meridionali: fattela con i meglio di te)
Gli studi telematici probabilmente vanno bene per chi lavora e vuole imparare cose nuove ( e allo stesso tempo ha le energie per farlo). Banalmente, le due cose in Italia non vanno molto d'accordo. Sara' la cultura del posto fisso, il radicamento a una citta' o roba del genere ? Lo scrivo perche' fino a non troppi anni fa (prima di avere famiglia) davo per scontato che mi sarei mosso di nuovo anche dopo avere vinto un concorso, ora invece l'idea di un trasloco, dopo averne fatti una ventina abbondanti, mi fa stare male.
saluti, Ferdinando De Tomasi
p.s. io avevo scritto al mio Rettore, come delegato al teledidattico, le seguenti note:
Sul teledidattico
In sintesi: progetti possibili
1)
Fare come PoliTO: solo supporto ad alcuni corsi,
registrando le lezioni in aula e trasmettendole via password (Lezioni on-line
di PoliTO)
2)
Ovviamente potenziare il ns progetto interno dei
matematici di ricevimento su skype
3)
Chiedere se possiamo usare le vecchie
videolezioni Nettuno, e come, e se si paga
4)
Fare progetti anche erasmus plus di MOOC anche
con estero --- invitare la direttrice di Emma
5)
Fare laurea online mi pare difficile, e non a
caso nessuna grande uni le fa ormai, per non andare in concorrenza con le Uni
Telematiche (peraltro prob. Viste come Uni di serie B). Peccato che la più grande Uni del mondo U of
Phoenix ha reso il fondatore miliardario
6)
Una ns criticità sono i tecnici: ce ne sono? Al
solito tutto lasciato ai docenti? Lavorare collaborando con Universus-CSEI è
una possibilità?
Dettaglio
Dopo il decreto Moratti-Stanca del 17 aprile 2003 sono nate
le circa 10 Università Telematiche che, insieme ai consorzi NETTUNO (da
distinguere quello che si è travasato in UNINETTUNO, e quello che è rimasto –
forse niente? – in Consorzio Nettuno, associazione senza fini di lucro ora in
mano a Maria Amata Garito), FOR.COM e ICON.
Ci sono stati problemi nel passaggio dal decreto 509/99,
alla 270, e cmq per es. Polito che erogava corsi di laurea a distanza online,
basati non so quanto sulle videolezioni del Consorzio Nettuno, che comunque
essendo nate nel 1990, erano addirittura basati sui corsi delle lauree
quinquiennali, anzi erano pensati per i Diplomi Universitari.
Non si capisce cosa ne è rimasto delle 45.000 ore di
videolezioni corredate da dispense, esercizi, laboratori virtuali, slides,
bibliografie e sitografie, del Nettuno, dato che UNINETTUNO ne usa solo una
piccola parte (per Ingegneria, solo Civile).
Ho provato a chiedere se si possono usare, anche a pagamento, a Dino
Chiaia, che mi pare sia Preside di UNINETTUNO di ingegneria. Probabilmente
PoliTO ha chiuso i corsi online da quando UniNettuno è stata fondata, e anche
perché lo stesso Dino Chiaia diventando Preside di UniNettuno, nonché delegato
del Rettore Profumo, non voleva far concorrenza? Ufficialmente invece si dice
PROVVEDIMENTO
Il Politecnico di
Torino, nell'ambito della riorganizzazione attuata a seguito dell'adeguamento
al D.M. 270/2004 e nel rispetto del contesto economico e normativo definto dal
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), ha assunto
alcune deliberazioni anche relativamente alla formazione a distanza. In tale
contesto a partire dall'a.a. 2010/11 non è stato più possibile immatricolarsi
agli attuali corsi di Laurea a distanza; sono comunque garantite modilità con
cui assicurare agli studenti attualmente iscritti a detti corsi la possibilità
di concludere gli studi.
Il Consorzio NETTUNO dice che è oggi l’unica istituzione che
può consentire alle Università tradizionali, alle Aziende e ai Centri di
Formazione in Italia e all’estero di attivare da subito corsi a distanza. Ma
come? Non si capisce cosa è rimasto in dotazione ad esso.
A UniBO in tutta ingegneria solo 4 corsi sono in e-learning
https://elearning-cds.unibo.it/course/index.php?categoryid=282
A Polito sito vuoto!! https://elearning.polito.it/,
e qualcosina c'è a
http://www.mappaservizi.polito.it/servizi/getservizi/html/(S)/623/#nav_scheda
dove si fa riferimento alle “Lezioni Online” https://didattica.polito.it/lezioni_online.html
Lezioni on-line di PoliTO
Il Politecnico di Torino registra e rende fruibili
gratuitamente on-line agli studenti di alcuni dei propri corsi le registrazioni
delle lezioni effettuate in aula. A partire dall’anno accademico 2010/2011, i
corsi di laurea per i quali è garantita la disponibilità delle registrazioni degli
insegnamenti previsti nel corso di laurea sono:
Lauree triennali
Ingegneria meccanica
Ingegneria informatica
Ingegneria elettronica
Lauree magistrali
Ingegneria informatica (Computer Engineering)
In particolare, poiché il primo anno dei corsi di laurea in
ingegneria è comune, saranno disponibili a tutti gli iscritti ad ingegneria le
registrazioni delle lezioni di uno dei corsi paralleli del primo anno per
ciascun insegnamento.
Nel caso di insegnamenti a scelta, è possibile che non tutti
gli insegnamenti previsti vengano registrati.
La fruizione delle lezioni on-line è parte di un ampio
progetto denominato "Green mobile campus" (o più brevemente
“m-campus”) che mira a creare un sistema sostenibile e organizzato di fruizione
della formazione e di collaborazione finalizzata all’apprendimento indipendente
nel tempo e nello spazio.
CONVENZIONI UNINETTUNO
Accordo vago in cui si dice che ci sono riconoscimenti di
crediti se si passa da un Ateneo all’altro…
Laurea in Ingegneria Informatica del Politecnico di Milano.
L'unico corso di laurea online accreditato CampusOne dalla
CRUI-Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Una laurea vera. Nessuna
differenza rispetto al corso di laurea "in presenza": identico piano
di studi, uguali crediti formativi e soprattutto stessi docenti. Gli esami e la
tesi sono in sede.
Tutor di supporto. In ciascuna materia avrai un tutor
esperto (generalmente un docente o un ricercatore del Politecnico) che ti
aiuterà nelle diverse attività didattiche.
Corsi di Laurea On-Line delle Università Telematiche
UNIVERSITÀ FACOLTÀ CLASSE CORSI DI LAUREA
E-Campus Ingegneria L-07 Laurea
Triennale in Ingegneria Civile e Ambientale
UniPegaso Ingegneria L-07 Laurea
Triennale in Ingegneria Civile
uninettuno Ingegneria L-07 Laurea
Triennale in Ingegneria Civile e Ambientale
Unicusano Ingegneria L-07 Laurea
Triennale in Ingegneria Civile
UniMarconi Ingegneria L-07 Laurea
Triennale in Ingegneria Civile
E-Campus Ingegneria L-08 Laurea
Triennale in Ingegneria Informatica e dell'Automazione
uninettuno Ingegneria L-08 Laurea
Triennale in Ingegneria Informatica
UniMarconi Ingegneria L-08 Laurea
Triennale in Ingegneria Informatica
E-Campus Ingegneria L-09 Laurea
Triennale in Ingegneria Industriale - Gestionale
E-Campus Ingegneria L-09 Laurea
Triennale in Ingegneria Industriale - Energetico
uninettuno Ingegneria L-09 Laurea
Triennale in Ingegneria Gestionale
Unicusano Ingegneria L-09 Laurea
Triennale in Ingegneria Industriale
UniMarconi Ingegneria L-09 Laurea
Triennale in Ingegneria Industriale
UniMarconi Ingegneria L-21 Laurea
Triennale in Scienze Geo–Cartografiche, Estimative, ed Edilizie
UniMarconi Ingegneria L-25 Laurea
Triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie
E-Campus Ingegneria L-33 Laurea
Specialistica in Ingegneria Industriale - Tecnologico Gestionale
E-Campus Ingegneria L-33 Laurea
Specialistica in Ingegneria Industriale - Termomeccanico
E-Campus Ingegneria LM-23 Laurea
Specialistica in Ingegneria Civile
Unicusano Ingegneria LM-23 Laurea
Magistrale in Ingegneria Civile
UniMarconi Ingegneria LM-23 Laurea
Magistrale in Ingegneria Civile
uninettuno Ingegneria LM-23 Laurea
Magistrale in Ingegneria Civile
Unicusano Ingegneria LM-29 Laurea
Magistrale in Ingegneria Elettronica
UniMarconi Ingegneria LM-30 Laurea
Magistrale in Ingegneria Energetica e Nucleare
uninettuno Ingegneria LM-31 Laurea
Magistrale in Ingegneria Gestionale
E-Campus Ingegneria LM-32 Laurea
Specialistica in Ingegneria Informatica e dell’Automazione
UniMarconi Ingegneria LM-32 Laurea
Magistrale in Ingegneria Informatica
uninettuno Ingegneria LM-32 Laurea
Magistrale in Ingegneria Infomatica
E-Campus Ingegneria LM-33 Laurea
Specialistica in Ingegneria Industriale - Progettuale Meccanico
Unicusano Ingegneria LM-33 Laurea
Magistrale in Ingegneria Meccanica
UniMarconi Ingegneria LM-33 Laurea
Magistrale in Ingegneria Industriale
UniMarconi Ingegneria LM-48 Laurea
Magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale
UniMarconi Ingegneria LM-69 Laurea
Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie
I MOOC: Federica ed Emma http://www.europeanmoocs.eu/
Cosa concretamente ci serve per entrare in EMMA
Serve un buon corso con materiale video e testuale. Il
materiale video viene ospitato dal canale video o youtube di emma o vostro se
ne avete uno e richiamato in emma. Il resto del corso è sulla piattaforma emma.
Che costi dobbiamo pensare per un piccolo incontro di
Rosanna de Rosa a Bari o per farci un seminario
Nessuno. Ma ho bisogno di un invito formale per ragioni di
rendicontazione.
Concretamente i costi e i prezzi su varie soluzioni
Al momento non ce ne sono. Ma più passa il tempo meno saranno
le opportunità perché le risorse per ospitare e mantenere la piattaforma
finiranno. Per il futuro ci stiamo orientando a chiedere un contributo di 5000
euro fino a tre corsi. Ma è ancora tutto da discutere.
Cercando di capire su che fondi possiamo attingere
(Regionali, Nazionali), se servono fondi --- in teoria tu dici che partecipare
a EMMA non ha costi
Suggerisco di fare progetti con erasmus plus. In molti
stanno facendo così per avere risorse sufficienti a sviluppare interi pacchetti
formativi. Ma anche Fse e fondi ordinari, sono buoni canali.
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