lunedì 16 marzo 2015

i soliti giornalisti da strapazzo inseguono lo scoop e lo sfigato di turno, e affossano l'università


Putroppo appena uno non ce la fa nell'università, si grida allo scandalo, e sono tutti pronti ad ascoltarlo.  Sarà anche vero che c'è qualcosa che non va, ma questo odio contro l'Università, che poi costa nella pratica il taglio a tutti i finanziamenti e l'odio della gente comune e della classe politica è un grave sbaglio fatto da giornalisti da strapazzo che portano al collasso del sistema paese pur di inseguire uno scoop con titolone "Università, altro che merito. E' tutto truccato Vi racconto come funziona nei nostri atenei"e sottotitolo "Fondi sperperati, concorsi pilotati, giovani sfruttati. Un ex dottorato spiega nel dettaglio come si muove il mondo accademico tra raccomandazioni e correnti di potere. E qualcuno non vuole che il libro in cui riporta tutti gli scandali venga pubblicato"DI MAURIZIO DI FAZIO.    In realtà gli articoli indegni contro l'università sono ben 3,vedi qua e qua pieni di notizie sbagliate che danno un quadro falsato e caricaturale dell'universita' scritti da persone evidentemente incompetenti. Perche' lo fanno?


Non sarà che Matteo Fini, figlio del giornalista Massimo Fini, ha accesso a tutti i media?


  1. Chi è Massimo Fini: Giornalista

  2. Massimo Fini è un giornalista, scrittore, drammaturgo, attore e attivista italiano. Nel 2005 ha fondato il movimento politico Movimento Zero, ispirato ai principi del comunitarismo, primitivismo, antimodernismo, decrescita e democrazia diretta. Wikipedia
Prima di parlare di nepotismo universitario, indaghiamo se il padre di Matteo Fini è un potente....

Massimo Fini


E meno male che stavolta ad essere attaccata non è la solita università sottofinanziata del Sud!

Questo Matteo Fini a me pare uno sconosciuto.  Non l'ho trovato su Google Scholar, e nemmeno su SCOPUS e nemmeno su Web of Science



Lui rilascia interviste, ma che dati concreti prova?


A parte qualche dispensa su corsi base di matematica all'Università di Milano, non c'è traccia.  Lui dice “In pratica facevo tutto: lezioni, ricerca, davo gli esami, mettevo i voti – ci dice Fini – Ero un piccolo professore fatto e finito, senza titolo. E questa è una roba normalissima”. 

E appunto non ci dice nemmeno lui che faceva ricerca.  Quindi qua il dubbio si rinforza.
Sembra un caso di uno sfortunato "adottato" da un professore senza scrupoli e senza tanta voglia di fare ricerca, che pero' ad un certo punto lo ha abbandonato.   “All’improvviso la sua attenzione si è completamente spostata altrove. Dal chiamarmi quattro volte al giorno, l’ultimo anno è scomparso. Fino al gran finale: il dipartimento bandisce il concorso per il posto a cui lavoravo da otto stagioni,“che avrei dovuto vincere io”. Lui nemmeno me lo comunica. Io ne vengo a conoscenza e partecipo lo stesso, pur sapendo che, senza appoggi, non avrei mai vinto. In Italia, prima si sceglie un vincitore e poi si bandisce un concorso su misura per farlo vincere. Anche per un semplice assegno di ricerca. All’università è tutto truccato”.

Insomma, mi sembra un caso in cui il professore si sia disinnamorato dell'allievo.  Ma mi viene anche il dubbio che l'allievo magari non abbia mai concluso granchè.  Alcune verità ci sono sul funzionamento dell'università nei settori in cui funziona male, ma occorre capire a fondo.  Se l'allievo avesse davvero dato molto al suo maestro, se ne sarebbe egli disinnamorato?

Ma come dice l'ex Rettore Laforgia ad una risposta su facebook su questo articolo del mio blog:

Cìascuno riveda criticamente la propria esperienza universitaria diretta e scagli la prima pietra che ha veramente qualcosa da dire ma per esperienza diretta non per i soliti pettegolezzi o le leggende metropolitane. Nei mie 40 anni di Università ho visto alcune cose che non erano corrette ma in misura infinitesima rispetto alle tantissime cose giuste e fatte bene. Smettiamola di gettare fango su tutto. Sporchiamo per primi noi stessi. Ogni laureato non può invocare di essere diverso dalla Università che disprezza, è un suo prodotto e quindi simile.

E ancora Laforgia

 Il sistema della cooptazione è adottato da tutte le Università del mondo. Occore scegliere sempre i migliori nell'interesse della stessa Università. Chi sceglie quelli meno bravi per ragioni tutte censurabile fa danno all'istituzione e ai tanti giovani che avranno docenti incapaci. Ma il marcio va troavto e debellato, non si spara alzo zero su una buona istituzione per le colpe di pochi, per quanto inaccettabili. Si rischia d danneggiare l'intero Paese.

Mi sono arrivate critiche per questo articolo, dicendo che uno non deve misurare Matteo Fini con la produzione scientifica!  Siamo alle solite.

Ragazzi, "disinnamorato" intendo dire che questo prof. lo avrà forse sfruttato, ma poi si è reso conto che non aveva combinato un bel nulla. Si era sbagliato. Certo, un pò duro buttarlo per strada, ma non si può gridare allo scandalo e addirittura buttare a mare l'intera Università italiana. In germania di questi casi ce ne sono a bizzeffe e in UK e USA anche di piu'.

Era un povero sconclusionato, non sarebbe mai dovuto restare.

Certo prima della Legge Gelmini magari sarebbe stato un ricercatore a tempo indeterminato, inconcludente, di quelli che chiedono le ope legis e vogliono diventare persino rettori a volte

Mi viene in mente il grande Prezzolini.  Nel 1921 Giuseppe Prezzolini (giornalista, scrittore e aforista) pubblica Codice della vita italiana, una raccolta di aforismi edita da La Voce, in cui fa una divertente caricatura dell'Italia e degli italiani. 

Sempre pronti a piangerci addosso.

Ecco il capitolo 1.

Capitolo I
Dei furbi e dei fessi

1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.

2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.

3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.

4. Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.

5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.

6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.

7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.

8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.

9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.

10. L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.

11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.

12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.

13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.

14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.

15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.


16. L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

8 commenti:

  1. http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/parentopoli-all-universita-di-bari-il-caso-mariti-e-mogli-no763803/

    Ottobre 2014.

    Continuiamo a credere che sia tutto pulito, e che sia solo un problema di qualche mela marcia.
    Come dice Travaglio, è il cestino che è marcio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io non ci credo. la mela io la vedo complessivamente sana. per fare un confronto occorrerebbe avere una stampa tedesca e inglese altrettanto cattiva

      Elimina
    2. Ah si? e se è così sana, come mai c'è tutta questa parentopoli a Bari? L'articolo potrà essere anche fazioso, ma i cognomi sono dati oggettivi.

      Elimina
    3. ma hai letto di chi è figlio Matteo Fini? e vieni a parlare di parentopoli all'università, o nel giornalismo?

      Elimina
    4. https://www.youtube.com/watch?v=gsiSMhW-mnk

      E con questo chiudo. E non hai nemmeno risposto alla domanda sui cognomi della TUA università.

      Elimina
  2. Dai, di cosa stiamo parlando?

    http://www.yourepeat.com/watch/?v=Pi85a_jM8fU

    RispondiElimina
  3. https://www.youtube.com/watch?v=nL5Y2YTZSwo

    RispondiElimina