sabato 7 settembre 2013

L'incontro di Taranto sulla Gazzetta del Mezzogiorno, con riferimenti al ruolo dei giovani e delle idee nel blog Rettore Virtuoso



C'è ANCHE IL BLOG DI UN DOCENTE DEL POLITECNICO

Ma a Taranto non c'è un seggio per votare
per recarsi lunedì a Bari è disponibile un bus

Gli studenti del Politecnico di Bari rivendicano il loro diritto allo studio.
E quelli tarantini si sentono abbandonati e lamentano l'assenza di un seggio elettorale locale. E' quello che emerge dal blog pensato dal professor Michele Ciavarella, docente di Meccanica dei Materiali e progettazione meccanica nella sede di Paolo VI.
Negli ultimi mesi il blog del docente, popolare tra gli studenti anche per la sua tecnica più che moderna – organizza corsi di tutoraggio attraverso Facebook - , è diventato un indispensabile punto di riferimento per gli studenti universitari, non solo quelli pugliesi. L'anima della campagna elettorale che di fatto si chiuderà con le elezioni del nuovo Rettore il 9 settembre se il candidato più suffragato sarà uno solo. Impresa non facile secondo Ciavarella che si esprime con parole di apprezzamento verso tutti e cinque i candidati-rettore giunti in dirittura d'arrivo.
Inizialmente, gli aspiranti erano otto, ma tre hanno rinunciato alla candidatura.
Ieri, durante l'assemblea tenuta dal preside del centro interdipartimentale Magna Grecia, Gregorio Andria, i candidati hanno presentato i loro programmi. Intanto su internet è acceso il dibattito su "ilrettorechevorrei";. E proprio grazie all'intenso movimento creato dai giovani che partecipano alla discussione, e al pressing avviato dai sindacati, è stato messo a disposizione un bus per coloro che lunedì prossimo si recheranno a Bari per il primo turno dell'elezione del nuovo rettore. Ma il blog si sofferma anche sulle problematiche legate all'Università. Diverse le proposte in cantiere, tra le quali quella di abrogare la legge che impedisce di conseguire più titoli di studio contemporaneamente.
[p.giufrè]

<< Ecco il Politecnico che vogliamo realizzare >>

I cinque candidati a rettore si presentano nella sede di Taranto

Si avvia al termine la campagna elettorale per la candidatura alla carica di rettore del Politecnico di Bari. E cresce il confronto tra i docenti pronti a prendere il posto di Nicola Costantino, che si è dimesso a giugno, e gli studenti universitari. Ieri, nella sede tarantina di Paolo VI, i cinque candidati al rettorato si sono <> presentando all'assemblea di docenti e studenti i loro programmi. Tutti ugualmente degni di attenzione. Anche se solo uno potrà essere portato avanti dal futuro rettore, che potrebbe essere eletto già lunedì prossimo al primo turno. C'è chi propone un «Politecnico etico», chi lo vorrebbe rendere più «democratico», chi è pronto a difendere a denti stretti il polo di Taranto anche se non è tarantino. Chi lo ha già fatto accanto al rettore dimissionario, rispetto al quale però intende porsi su un piano di «discontinuità», e chi infine chiede più risorse per una proficua collaborazione con il territorio. Come Leonardo Damiani, che annunciando di voler «fare il rettore» e «non di essere eletto rettore» immagina una nuova visione del Politecnico, proiettato anche verso un particolare rilancio della realtà tarantina: «Questo è possibile attraverso una forte tipicità degli studi e delle ricerche che sposino le esigenze del territorio».
«Taranto è Politecnico a tutti gli effetti – dice l'abruzzese Eugenio di Sciascio – ed ha necessità di un impegno serio e concreto su base pluriennale. Prima di tutto perché Politecnico è nato su Bari e Taranto e qui deve restare, e poi perché questa è un'Università pubblica, con una responsabilità sociale che non può venire meno nel momento in cui Taranto è esempio di una problematica non nazionale, ma europea e mondiale, alla quale va data una risposta. Dal canto suo, quindi, il Politecnico non può tirarsi indietro». Di Sciascio mira ad un «progetto credibile, specifico su Taranto, che va costruito innanzitutto con chi nella città vive, opera ed ha intenzione di continuare a starci, e con il coinvolgimento di tutti gli attori che sono presenti nel territorio.» E se dovesse diventare rettore Luigi Maria Galantucci come cambierà il Politecnico? «Sarà un Politecnico etico con dei valori, dei comportamenti ed una prospettiva ad ampio respiro con una grande condivisione verso lo sviluppo di una comunità che, per quanto piccola, ha grandi capacità sia nella ricerca che in molte punte di eccellenza. Può quindi offrire molto al territorio in termini di sviluppo ed innovazione». Anche nella visione di Vito Albino c'è una maggiore integrazione tra sede tarantina del Politecnico ed istituzioni locali: «Il Politecnico deve contribuire al processo di metamorfosi economica e sociale della città, collaborando con tutte le istituzioni per cercare di costruire con loro un progetto che sia coerente con tutte le azioni che si stanno effettuando sul territorio». Ed infine l'unica donna pronta ad occupare la poltrona di rettore. Concetta Giasi ha deciso di candidarsi alla carica di rettore sena pensarci due volte. «Ho agito così – afferma – anche nel momento in cui mi sono proposta all'Ordine degli Ingegneri dietro richiesta di tanti giovani che mi hanno spinto a scendere in campo. La riflessione è stata fatta dopo, in un secondo momento, quando ho confermato la scelta con maggior convinzione ». Giasi racconta di aver presentato la sua candidatura al Politecnico « per reazione » dopo ave appreso delle dimissioni del rettore Costantino. «Il mio programma – sottolinea – porta ad una maggiore democrazia perché ritengo che il Politecnico fino ad oggi abbia potuto volare poco sugli obiettivi di sviluppo, di trasferimento tecnologico, di risultati scientifici, perché troppo legato a sistemi passati. Sono queste delle zavorre che non ci consentono di volare e che vanno eliminate. E' su questo che poggia il mio programma, mettendo fine ad una mentalità che non porta avanti il merito. Ci deve essere apertura ai giovani e democrazia partecipata ». E i progetti per Taranto? «In quanto ingegnere ed ordinario di Geoingegneria ambientale ho potuto vedere che nel mondo per esempi di aree degradate come Taranto, ci sono stati anche grande sviluppo ed il danno ambientale  stato sfruttato come risorsa per il territorio. Questo si deve fare anche per Taranto ».





ps. a proposito di valutazione, un bell'articolo sulle classifiche di M. Regini di Milano è consultabile http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/09/06SIB5021.PDF.

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