giovedì 5 settembre 2013

Proposte per i candidati Rettori a Taranto. 1) un decreto SALVA-UNIVERSITA' inserito nel SALVA -ILVA 2) Un polo WEBDIDATTICO per raddoppiare da Taranto la popolazione studentesca del Poliba! --- con commento del Rettore UniBA Antonio Uricchio

CON LETTERA DEL NEO RETTORE URICCHIO DELLA UNIVERSITA' DI BARI

Carissimi

    ieri vi ho già chiesto su come potenziare tutte le categorie dai dottorandi agli ordinari in modo armonioso e in parte mi avete risposto che occorre dare priorità ai ricercatori, ma anche definire delle basi comuni per distinguere il merito se c'e', ed incentivarlo.  Resto piu' ottimista di voi perchè credo, forse piu' ingenuamente di voi, alle promesse del Ministro Carrozza, di un piano straordinario di assunzione di Ric a Tempo Determinato, e di associati per ca.1500 posti per via dello sblocco del turnover al 50%, oltre che al Piano straordinario per i ricercatori.

Tuttavia, oggi siamo a Taranto, e i problemi di Taranto specifici sono altri.  Io vorrei limitarmi a 2 domande (anche in presenza dei consiglieri Regionali Anna Rita Lemma, e Avv. Laddomada)

1) RISORSE.  Per quanto gli enti locali sono sempre stati relativamente generosi con noi, è di ben altre risorse che abbiamo bisogno per fare un piano stabile nel tempo e di grande ambizione.  Se fossimo in un altro Paese, con altri interlocutori, avere 2 passi la piu' grande Acciaieria di Europa sarebbe una grande opportunita'.  Sappiamo invece che ILVA, oltre che usare il lavoro di 12 mila dipendenti piu' come un motivo di braccio di ferro per non rispettare le leggi ambientali, non ha mai granchè finanziato la ns Università (anzi Politecnico), mantenendo con noi lo stesso atteggiamento poco rispettoso, e diciamo pure fuorilegge, che ha in generale mantenuto con il territorio. Con questi interlocutori non si va avanti, ma lancio un'idea, copiata da vari modelli, per es. quello russo del presidente Medvedev che, nel fare la russa "silicon valley" (Skolkovo), ha obbligato le aziende a fornire grosse parti dei loro profitti o dei loro fatturati, per fare partire la Skoltech University, che ha già raccolto 2 miliardi di dollari.

IDEA QUINDI:   OBBLIGARE ILVA O IL GOVERNO FORSE TRAMITE IL PIANO SALVA - ILVA, A LANCIARE UN PIANO SALVA-UNIVERSITA'.   CHE DEI MILIARDI DI EURO IN ILVA UNA PARTE SIA OBBLIGATORIAMENTE DESTINATA ALL'UNIVERSITA'.  DICIAMO 20-40 MILIONI PER I PROSSIMI 5 ANNI?  COMPRENSIVI DI CATTEDRE PER LUMINARI STRANIERI O ITALIANI SUI 3 TEMI (AMBIENTE, SIDERURGIA, AERONAUTICA) TRAINANTI

2) Se si parla troppo di Legge Gelmini e i suoi paletti, che avrebbero fatto "chiudere" la Facoltà di Taranto, io vorrei rovesciare la prospettiva.  I paletti del Ministro Gelmini del governo Berlusconi, aggiriamoli come farebbe Berlusconi!  Berlusconi, indipendentemente da come la pensiamo, ha sempre dimostrato creatività al limite dello sforamento della legge.  Ebbene, per me Taranto non si e' chiusa, anzi ora fa parte integrante di Bari e non una sede a parte..  Questo vuol dire opportunità di creare una "sede distaccata" come il Politecnico di Torino ha tentato di creare a Shangai, per dire.   E non a Novara.   Dobbiamo pensarla diverstamente.  Dobbiamo avere un Rettore che trova tante risorse che i docenti di Bari faranno A GARA a venire a insegnare qui.  Dobbiamo fare un polo innovativo, specie per la didattica sul web, DIREI DEL TUTTO IN DUPLEX RISPETTO A BARI, in modo da trasmettere magari contenuti, in accordo per es. con FEDERICA di Napoli, anche fuori Taranto.  Se tutti uniti ci mettiamo a mettere dei corsi su video e su social network, anche "saccheggiando" opportunamente materiale di Nettuno, di MIT OpenCourseware, di Kahn academy, e altri otttimi corsi online, noi insieme di tutto il PoliBA possiamo farcela, e fare di Taranto il polo erogatore di questi corsi, come progetto pilota, ma per poi tentare in altri paesi.  Per cominciare in Italia, attirando studenti dall'estero, o lavoratori --- il bacino di lavoratori non laureati in Italia e' di ca.18 milioni di unità.  Al costo di laurea del Politecnico di BARI, perche' non fare almeno 1 su dieci, ingegnere?  Sarebbero 2 milioni di studenti, diciamo in 10 anni.  200 mila studenti all'anno.  Supponiamo di non poterli intercettare tutti noi, limitiamoci a quelli pugliesi, e dividiamo per 20, rimangono 10 mila studenti.   RADDOPPIARE IL NUMERO DI STUDENTI DI POLIBA SI PUO' CON UN NUOVO TIPO DI "WEB-DIDATTICO". Non mi dica Galantucci che aveva già fatto esperimenti, perche' sono falliti.  Vanno fatti degli esperimenti nuovi, a costo basso, e con uso non solo di tutti i migliori docenti del PoliBA, ma anche del materiale gia' sul web.    Io nel mio piccolo ho fatto esperimenti con gruppi facebook, ma nessuno mi ha mai non dico incentivato, non dico premiato, ma nemmeno elogiato!  Si introducano questi incentivi, allora. Per tutte le materie.  Vi ricordo altri miei interventi... in coda.    Chiarisco cmq che chiedo 2 cose diverse
1) di sperimentare in forma piu' ampia il supporto Web, Facebook ,e simili, alla didattica, sui corsi tradizionali
2) di aprire il PoliBA a corsi web-didattici, ma solo nell'ambito di un piano ambizioso di raddoppiare per es. il numero di studenti.  Occorre attivarsi in tempo presso il Ministero per avere speciali deroghe come ce le hanno per es. le telematiche.
Possiamo prendere molti studenti o abbiamo bisogno dei garanti secondo i paletti Gelmini?  E possiamo chiedere una legge in deroga?  Chiediamo al Ministero, data la situazione disastrosa del territorio, di poter operare come Università telematica?   Io sono certo poi che si possono fare sedi in Russia e Ucraina, con questo metodo, se lo vogliamo mettere a punto.  Conosco tantissimi ucraini e russi che con difficoltà si laureano li', e senza la nostra qualità.  Facciamogli concorrenza in casa.


ANNUNCIO:    CHI SPOSA APPIENO QUESTI MIEI DUE PIANI AVRA' IL MIO VOTO PERSONALE, E FORSE DEI LETTORI DEL BLOG!


RISPOSTE DEI CANDIDATI
Tutti si sono mostrati molto gentili e generosi a riconoscermi un ruolo di animatore della campagna elettorale, e io ringrazio loro.
Sulle promesse della Carrozza, hanno tutti dichiarato che se verranno mantenute, saranno i primi a cercare di beneficiarne, secondo metodi meritocratici che devono essere stabiliti secondo piu' o meno tutti.
Sulle risorse, molti hanno detto che l'idea di un VINCOLO di Salva-Università dentro il Decreto Salva-ILVA è una bella idea, anche dell'8 per mille come se fosse la donazione per la Chiesa Cattolica, ma forse non è attuabile sic et simpliciter per via delle destinazioni di capitoli di spesa FAS e FAR --- la cosa va approfondita, ma il Prof. Albino ha dichiarato che con interlocutori e accordi con CNR, JRC ISPRA, e altri enti, si puo' fare squadra per usufruire di questi canali.  Il canale principale rimane quello dei fondi europei, su cui pero' la competizione sara' aspra.
Io ho chiarito di essere contrario anche tra 3 anni a ripensare dei corsi NON duplicati e monotematici, perchè vorrebbe dire RIDURRE Taranto, e non rilanciarla aggirando i "paletti Gelmini" come, forse ingenuamente, spero si possa fare.  Ricordavo che ci metteremmo a litigare sul titolo giusto del corso di laurea, e già abbiamo litigato spesso.  Io proporrei Aeronautica, e Barbara Scozzi Sostenibilità.  Io non verrei a Sostenibilità. Suggeriva giustamente Damiani di cominciare a discutere ORA di quanto dobbiamo fare tra 3 anni, in cui l'offerta formativa è (per fortuna) bloccata.  Disciascio ha detto che per il DEI lui non e' l'unico "responsabile" e che anzi era per non chiudere Taranto e almeno si è battuto per conservare la laurea triennale in una fase in cui sembrava ci volesse il curatore fallimentare.  Poi l'aria è cambiata e sembra che tutti vogliano ora rilanciare Taranto come sede "a rete".  Io ho detto che a me "a rete" sembra superata, e che Taranto può essere vista come una sede DI TUTTI I DOCENTI DI BARI che vogliano da li' partire per progetti di didattica (specie WEB), e di ricerca su fondi che dovessero arrivare. Nel centro MagnaGrecia ci sono già 40 docenti, e non è poco.  Andrebbe aumentato questo numero. Suggerivo inoltre che la facoltà chiusa vuol dire, se piovono soldi nel "centro magna grecia", la possibilità  che in realtà ora sia aperta a tutti, con meno vincoli del passato quando c'erano afferenti alla Facoltà, e non afferenti, in competizione.


Tutti i candidati hanno detto che sul diritto allo studio hanno proposto riduzioni delle tasse per i meritevoli in condizioni di disagio economco specie con la crisi.

Intervento importante della prof. a contratto di inglese che ha lamentato una grande difficoltà alla lingua inglese.  Molti candidati (per es. Galantucci) hanno dichiarato che la colpa è a monte (non facciamo test di ingresso), mentre Bocconi pretende già in entrata perfetta conoscenza dell'inglese.   Io dico che si dovrebbe sperimentare dei graduali obblighi di introdurre testi in inglese in tutte le materie, e anche corsi in inglese, come già dichiara di voler fare LECCE, che pure non mi pare stratosfericamente migliore di noi.


Da Antonio URICCHIO

Caro Michele
  ho letto la Tua mail e le Tue proposte.
Le condivido pienamente; sarebbe importante avere proprio in questo momento un sostegno pubblico-privato alla sede Jonica

come anche sviluppare iniziative di Elearning e Etutoring.
Abbraccio
Prof. Avv. Antonio URICCHIO

1 commento:

  1. Breve postilla al testo “LE RISPOSTE DEI CANDIDATI” del prof. Ciavarella, sopra, in grassetto.
    Chi scrive è la prof. di inglese citata nell’ultimo paragrafo. Effettivamente la risposta che mi ha dato il prof. Galantucci, che si è espresso a favore di test di ingresso al Politecnico a sbarramento per quanto riguarda l’inglese, è stata l’unica che mi lascia perplessa in quanto andrebbe a deprimere ulteriormente una realtà già un po’ depressa (come tutta quella del sud Italia rispetto al nord) dal punto di vista culturale. Peccato tarpare le ali a una bella mente solo perché non conosce l’inglese: mica è colpa sua! Il tempo e la possibilità di rimediare a questa lacuna c’è, e il contesto lavorativo in cui l’ingegnere si immergerà da laureato completerà l’opera di alfabetizzazione per lo meno fino al livello minimo necessario. Lo sbarramento in ingresso lo vedo più adeguato a requisiti formativi di ben più ampio respiro, mentre l’inglese richiesto dalle aziende è in fondo solo una capacità strumentale che, essendocene l’esigenza, si acquisisce in qualunque momento. In fondo vedo più grave l’incapacità dei giovani (mi ci metto anch’io, volendo…!) di relazionarsi e di comunicare; incapacità quanto a contenuti: non si può fare una domanda di lavoro dicendo che il proprio sogno fin dal grembo materno è stato quello di lavorare proprio, ma proprio, in quell’azienda! Oppure che la propria passione per il tale ramo dipende tutta dal fatto che “da piccolo giocavo frequentemente nell’officina meccanica di mio zio”, e via discorrendo; la laurea in Ingegneria sembra un incidente di percorso, a sentirli parlare. E incapacità quanto alla forma della comunicazione indipendentemente dal veicolo (leggi: “orrori ortografici” e sintattici anche in italiano, di cui ha parlato realisticamente anche la prof.ssa Giasi). Lì il recupero diventa più arduo... ma neanche impossibile.
    Invece, le risposte degli altri candidati non mi sembra abbiano ricalcato la stessa impronta: Di Sciascio ha parlato di corsi di ‘Placement’, la Giasi ha parlato di seminari per la ricerca del lavoro post laurea, Albino ha parlato di interventi di esperti delle risorse umane all’interno del Politecnico anche al fine di entrare in piena empatia con i veri criteri di chi fa le selezioni (aggiungo io: i criteri sommersi e mai dichiarati, tipo “Vediamo questo quante rogne può procurarmi con tutta la sua frizzantezza e voglia di emergere”); Damiani si è dichiarato d’accordo con l’apprendimento dell’inglese tecnico da parte degli studenti nonché, da quando ho avuto l’occasione di entrare in dialogo con lui, con corsi esterni all’Universitari ma finanziati dall’Università per l’alfabetizzazione in inglese.
    Grazie per l’attenzione e grazie al curatore del blog per l’ospitalità.

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