Circola insistentemente, a causa del "blocco" dei concorsi di fatto da ca.10 anni, la proposta COMPASS di istituire un Ruolo Unico, anche accolta dalla forza politica SEL.
Leggo alcuni estratti che mi paiono davvero fuori dal mondo, si parla di medioevo, di baronie, di rivoluzione francese, ma scherziamo? o dicono sul serio? Suona anche molto simile alla rivoluzione bolscevica:
Ecco dunque: il modo per combattere le “baronie” sarebbe invece molto semplice: basterebbe abolire i “baroni”. La stratificazione in classi come nelle antiche società basate sullo schiavismo
non giova certo al progresso scientifico: una comunità scientifica vive sul suo essere costituita da
“liberi” ed “uguali”, ovviamente nel senso della dignità della professione. Si badi bene, qui non si
sta proponendo l'anarchia o il non governo, o la così detta, in psicologia di gruppo, “leadership non
direttiva”: perché la nostra proposta si basa sempre e comunque su una valutazione, ma sui dati reali e non sulla nobiltà di ceto. Il modo di combattere le baronie, ripetiamo, è molto semplice: non attribuire più il titolo di “barone”. Che cosa significa: semplicemente ridare dignità al “cittadino” della civitas accademica, in forza del suo valore scientifico e didattico; e lo diciamo volutamente nei gergo storico della rivoluzione francese, che qualche cosa dovrebbe avere insegnato ai nostri politici, sol che ne avessero conoscenza.
Il RUV significa automaticamente l'azzeramento dei gruppi di potere, la possibilità di accedere alle
commissioni giudicatrici non più in mano alla cupola dei soliti noti (scandalo ideato dalla Moratti e
rafforzato, non si sa con quale grado di contezza dalla Gelmini), significa seppellire antiche faide ed
impedire, o quanto meno rendere assai più arduo, il meccanismo dei favoritismi incrociati, resi più
ardui in dopo che il monopolio del potere è crollato.
Frastornato da tanto anacronismo, sono andato a leggere la proposta ROARS che giudico un "calvario" inutile quanto fuori tempo. I cari amici di ROARS si sono distinti per molte critiche all'ANVUR, ma al momento di proporre, mi pare siano davvero fuori tempo massimo anche loro!
Leggo alcuni estratti che mi paiono davvero fuori dal mondo, si parla di medioevo, di baronie, di rivoluzione francese, ma scherziamo? o dicono sul serio? Suona anche molto simile alla rivoluzione bolscevica:
Ecco dunque: il modo per combattere le “baronie” sarebbe invece molto semplice: basterebbe abolire i “baroni”. La stratificazione in classi come nelle antiche società basate sullo schiavismo
non giova certo al progresso scientifico: una comunità scientifica vive sul suo essere costituita da
“liberi” ed “uguali”, ovviamente nel senso della dignità della professione. Si badi bene, qui non si
sta proponendo l'anarchia o il non governo, o la così detta, in psicologia di gruppo, “leadership non
direttiva”: perché la nostra proposta si basa sempre e comunque su una valutazione, ma sui dati reali e non sulla nobiltà di ceto. Il modo di combattere le baronie, ripetiamo, è molto semplice: non attribuire più il titolo di “barone”. Che cosa significa: semplicemente ridare dignità al “cittadino” della civitas accademica, in forza del suo valore scientifico e didattico; e lo diciamo volutamente nei gergo storico della rivoluzione francese, che qualche cosa dovrebbe avere insegnato ai nostri politici, sol che ne avessero conoscenza.
Il RUV significa automaticamente l'azzeramento dei gruppi di potere, la possibilità di accedere alle
commissioni giudicatrici non più in mano alla cupola dei soliti noti (scandalo ideato dalla Moratti e
rafforzato, non si sa con quale grado di contezza dalla Gelmini), significa seppellire antiche faide ed
impedire, o quanto meno rendere assai più arduo, il meccanismo dei favoritismi incrociati, resi più
ardui in dopo che il monopolio del potere è crollato.
Frastornato da tanto anacronismo, sono andato a leggere la proposta ROARS che giudico un "calvario" inutile quanto fuori tempo. I cari amici di ROARS si sono distinti per molte critiche all'ANVUR, ma al momento di proporre, mi pare siano davvero fuori tempo massimo anche loro!
"Per superare la contrapposizione tra le aspirazioni di carriera dei ricercatori e quelle dei giovani studiosi non strutturati, occorre rendere accessibile il canale di reclutamento di tipo B direttamente ai dottori di ricerca (senza richiedere un precedente triennio di RTD di tipo A) e trasformarlo in una via di accesso al rinnovato ruolo di ricercatore a tempo indeterminato (RTI), che tornerebbe pertanto ad essere il primo gradino della carriera accademica. Contestualmente occorre istituire un’abilitazione di III livello, il cui conseguimento è necessario per l’immissione, al termine del triennio, degli RTD di tipo B nel ruolo degli RTI."
MIA PROPOSTA: LASCIARE LE COSE COME STANNO, INIETTARE SOLDI, FAR CIRCOLARE GLI ECCELLENTI, PREPENSIONARE GLI INATTIVI.
Mi pare che la proposta di ROARS mi pare non la accetterebbe nessuno! Come si vede che ROARS è abituato a fare critiche, mentre nelle proposte mostra una ingenuità disarmante...
Ritornare ad istituire il Ruolo dei Ricercatori RTI, con accesso tramite una nuova abilitazione (mentre tanto hanno fatto per criticare le abilitazioni esistenti), che faccia seguito ad un triennio da RTD-B, mi pare francamente folle quando ancora RTD-B non se ne sono visti, e per le abilitazioni bastano quelle del ruolo docente, che peraltro sono oggi solo l'inizio di un calvario di concorsi locali e prese di servizio tutte da capire.
La Carrozza, molto piu' pratica e concreta di ROARS, ha promesso un bellissimo megaconcorso nazionale da 1000 RTD-B con graduatoria nazionale (e dubito che sia richiesto di aver svolto un triennio da RTD-A come dice ROARS), sul modello concorsi Levi-Montalcini, che permetta al vincitore la scelta della sede, pero' ancora non se ne sa niente. Cosi' si formerebbero naturalmente delle sedi eccellenti, o almeno mi pare che qualcosa si muoverebbe, in senso meritocratico.
MIA PROPOSTA: LASCIARE LE COSE COME STANNO, INIETTARE SOLDI, FAR CIRCOLARE GLI ECCELLENTI, PREPENSIONARE GLI INATTIVI.
Invito ROARS a INSISTERE SUL punto serio e unico su cui do ragione a ROARS ---- non si può andare avanti senza investire seriamente. O se proprio non si vuole investire, e si vuole fare eccellenza, perchè non proporre ALMENO che gli eccellenti (come stabilito da qualche criterio valido, anche bibliometrico, o commissione di esperti veri) vadano dove meglio credono e scelgono loro di andare, magari prepensionando qualche inattivo?
VQR ha per esempio fotografato gli inattivi. Se proprio non ci sono risorse, vengano ridotti gli stipendi agli inattivi, (la Gelmini prevede la valutazione dei docenti (art.6, comma 14) per l'attribuzione dello scatto (ora triennale): almeno dovremmo evitare di dare lo scatto agli inattivi (quando si sbloccheranno)) per liberare risorse e fare entrare giovani dalle molte speranze, non con il farraginoso calvario proposto da ROARS, ma con il limpido e semplice percorso proposto dal Ministro Carrozza.
Le proposte che mirano ad aumentare largamente il numero di idoneità per "liberare la fascia dei RTI" non mi convincono --- già ora non sappiamo come liberare risorse per chiamare gli idonei, e per assurdo ROARS propone invece di reintruddurre la fascia RTI. Se vogliamo fare trucchi per far entrare in servizio a costo "inizialmente zero" in fascia superiore grandi masse di persone, stiamo solo facendo un danno ai futuri meritevoli, come sempre si è fatto con le ope-legis, comunque mascherate.
Se si vuole adottare un modello "aziendale" ("orrore orrore") e allora si dovrebbe sapere che nelle aziende o diventi dirigente entro i 40 anni, o non lo diventi piu'. Gia' in passato con il concorsone Berlinguer abbiamo fatto ordinari 60+ enni, che secondo me ad andare a vedere, sono in gran parte gli inattivi di oggi. Continueremo cosi' ? O invece vogliamo dare qualche svolta? Ancora una volta, la linea attuale, corretta dalla Carrozza mi pare sostanzialmente a meno di 2 elementi
1) la scarsità di risorse che bloccato qualsiasi iniziativa vera
2) la non introduzione di circolazione di cervelli che possano cambiare sede almeno in un transitorio
3) la non considerazione nel reclutamento del collegamento tra luogo di lavoro e risorse per lavorare. In altre parole, un eccellente deve andare in un posto già eccellente, o avere risorse per lavorare da eccellente. Altrimenti niente!
4) il non voler amplificare l'effetto degli scatti, aumentandone l'entità, e usandoli sia in positivo che in negativo, sulla base delle valutazioni individuali, per ora approssimati con VQR
5) il non voler nemmeno immaginare di chiudere dipartimenti che dal VQR risultino pesssimi. L'idea di chiudere Univerità intere per cattivi VQR, come ha detto Giavazzi, mi pare talmente grossa che non passera' mai. Ma chiudere dipartimenti ed eventualmente possibilità di mettere in mobilità i loro aderendi, come si e' fatto a volte in UK, non la escluderei.
Le proposte che mirano ad aumentare largamente il numero di idoneità per "liberare la fascia dei RTI" non mi convincono --- già ora non sappiamo come liberare risorse per chiamare gli idonei, e per assurdo ROARS propone invece di reintruddurre la fascia RTI. Se vogliamo fare trucchi per far entrare in servizio a costo "inizialmente zero" in fascia superiore grandi masse di persone, stiamo solo facendo un danno ai futuri meritevoli, come sempre si è fatto con le ope-legis, comunque mascherate.
Se si vuole adottare un modello "aziendale" ("orrore orrore") e allora si dovrebbe sapere che nelle aziende o diventi dirigente entro i 40 anni, o non lo diventi piu'. Gia' in passato con il concorsone Berlinguer abbiamo fatto ordinari 60+ enni, che secondo me ad andare a vedere, sono in gran parte gli inattivi di oggi. Continueremo cosi' ? O invece vogliamo dare qualche svolta? Ancora una volta, la linea attuale, corretta dalla Carrozza mi pare sostanzialmente a meno di 2 elementi
1) la scarsità di risorse che bloccato qualsiasi iniziativa vera
2) la non introduzione di circolazione di cervelli che possano cambiare sede almeno in un transitorio
3) la non considerazione nel reclutamento del collegamento tra luogo di lavoro e risorse per lavorare. In altre parole, un eccellente deve andare in un posto già eccellente, o avere risorse per lavorare da eccellente. Altrimenti niente!
4) il non voler amplificare l'effetto degli scatti, aumentandone l'entità, e usandoli sia in positivo che in negativo, sulla base delle valutazioni individuali, per ora approssimati con VQR
5) il non voler nemmeno immaginare di chiudere dipartimenti che dal VQR risultino pesssimi. L'idea di chiudere Univerità intere per cattivi VQR, come ha detto Giavazzi, mi pare talmente grossa che non passera' mai. Ma chiudere dipartimenti ed eventualmente possibilità di mettere in mobilità i loro aderendi, come si e' fatto a volte in UK, non la escluderei.
saluti
Michele Ciavarella
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