martedì 9 luglio 2013

Bozza di Lettera al Ministro Carrozza sul concorso nazionale Rita Levi Montalcini – con graduatoria e scelta della sede: imitiamo ERC, e sfidiamo le Università italiane a perdere i migliori cervelli, dandoli all'estero e pagandoli noi!

Bozza di Lettera al Ministro Carrozza sul concorso nazionale Rita Levi Montalcini – con graduatoria e scelta della sede: imitiamo ERC, e sfidiamo le Università italiane a perdere i migliori cervelli, dandoli all'estero e pagandoli noi!

Signor Ministro

   Leggiamo con estremo piacere della proposta di istituire dei posti di ricercatore TD-B che, insieme allo sblocco il turnover al 50% nel decreto del "fare", si potrebbe quantificare in ca. 1.500 posti. La procedura innovativa sarebbe quella di usare i bandi “Rita Levi Montalcini” in modo molto più esteso, senza modificare in modo quindi laborioso la Legge Gelmini, ma con semplici direttive Ministeriali istituire un percorso con graduatorie nazionali e possibilità di scegliere la sede di servizio per i vincitori.

Si tratta di una proposta che, per i ricercatori a Tempo Determinato, feci con alcuni colleghi per il Reclutamento dei docenti (fuori tempo massimo, quando la L.Gelmini era già passata) al Ministro Profumo. Usci' su QdR Magazine e su Sole24 ore [1-2]?  E che poi scoprii aveva già fatto un brillante bocconiano Tommaso Nannicini [4] già 6 mesi prima durante la discussione della L.240 "Gelmini"?  In effetti ebbe firme illustri, ma furono giudicate blasfeme dalla comunità accademica allora: ricordo critiche inferocite su chi diceva che volessimo militarizzare o magistraturalizzare l'Universita' (per i paralleli con i concorsi militari, della magistratura, delle FF.AA.).

Invece questa nuova proposta pare sia stata suggerita da APRI (Precari della Ricerca [5]) considerando che già col FFO 2013 il Min Profumo aveva stanziato una cifra (piccola) per finanziare i TD-B agli Atenei. L’idea quindi è di tornare ad un programma di reclutamento nazionale, estendendo agli italiani il programma Montalcini. Il modello che si avrebbe in mente è quello dei Ramon y Cajal, ovvero la creazione di un canale di reclutamento parallelo a quello locale aperto a tutti (italiani e stranieri, espatriati e locali). I dettagli tecnici del meccanismo vanno rivisti, e qui però nel dettaglio c’è il Diavolo!  Se è vero che al momento molti lamentano ancora concorsi “truffa” , la resistenza a meccanismi trasparenti e senza “trucchi” sarà forte.

E allora se è fondamentale che la commissione nazionale sia rigorosamente attenta solo all’eccellenza, perché non prendere a piene mani i criteri, se non i pannelli di valutazione, del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) -- (http://erc.europa.eu/evaluation-panels). Se infine nei criteri si inserisce in modo univoco il riconoscimento di borse di studio prestigioso (Humboldt, Fulbrigth, ERC), rimane solo da risolvere la questione della scelta della sede. Come garantire che non ci sia effetto Nimby (Not in my backyard), e al tempo stesso, evitare che i vincitori tornino nelle sedi in cui magari hanno fatto il dottorato?

Le proposte APRI sono piu' burocratiche e volano meno alto...ma sono già dirompenti per l'accademia italiana [5]. Ora, sto lavorando ad'una ipotesi ancora piu' dirompente, e dubito che me l'appoggerà quasi nessuno (che lo faccia il Ministro?), ma la vogliamo discutere?

Noi pensiamo che se ci sono stati grossi problemi a chiamare illustri docenti che pure portavano con se ingenti finanziamenti (proprio ERC) nonostante percorsi agevolati nella Legge Gelmini, allora dobbiamo pensare che il vincitore possa andare a svolgere il suo periodo di Tempo Determinato anche all’estero in una Università che lo accetti, e poi si potrebbe rimandare nel tempo l’assegnazione del “budget” da professore associato, finchè qualche Università italiana non si decida a chiamarlo. A mali estremi, estremi rimedi!

Comunque siamo contenti del segnale positivo che questa idea potrà dare.

Saluti, Michele Ciavarella e altri firmatari


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