domenica 4 aprile 2010

DDL Gelmini in dirittura d'arrivo tra MILLE tagli critiche e scandali -- dove sta andando l'Università Italiana?

Tento di riassumere e commentare una serie di articoli ed editoriali collegati tra loro sul sito dell'ISSNAF e Scienza in Rete, e una recente indagine del giornale "la Repubblica" sullo scandalo delle Università Online.

Il DDL Gelmini è una realtà in evoluzione e non facile da seguire --- per ora la raccolta più completa è stata fatta dalla Società di Chimica Italiana e la mailing list UNILEX, 283 pagine di "delirio normativo" per lasciare "autonomia" e libertà --- parole di libertà, e liberismo, o 300 pagine di dirigismo che solo per essere decifrate, richiederanno grande fatica ed energia? E ulteriore energia per essere poi aggirate con logica gattopardesca per renderle riforme cosmetiche? In ogni caso, immagino che passeranno con la fiducia nelle prossime settimane!

Cosiccome rimane utile il Gelminometer dell'associazione VIA-Academy degli scienziati italiani in UK, con 138 riferimenti interessanti, di cui per es. segnaliamo solo gli ultimi due: del 26 marzo - Grande sconcerto provoca l'uscita, a nome del Ministro Meloni, e citare le ultime dichiarazioni del Ministro Gelmini , fra cui: "In realta' - spiega il ministro - c'e' qualche emendamento del relatore Valditara che va nella direzione di semplificare le regole per i concorsi. L'importante e' che il Parlamento si riveli piu' riformista del Governo...". Qualche, in questo caso, dovrebbe riferirsi alle varie centinaia di emendamenti presentati dal Sen. Valditara e dalla maggioranza - ad ulteriore dimostrazione della limitata dimestichezza che Ministri di questo Governo hanno con i numeri. The problem of ministerial numeracy appears to be serious! Ma quando mai sara' nominato ministro una matematica in Italia?

Infine, del 1 Aprile l'articolo de La Repubblica che 'scopre' la piaga del precariato gratis che sorregge una buona fetta d'insegnamento nelle universita' italiane [138], situazione inconcepibile in UK. .

"Gelmini’s DDL: A Course Correction is Needed?"
As parliamentary discussion approaches, Paola Potestio* and Aldo Rustichini** ask a few questions focused on the DDL’s vision for reform – which they claim is lacking -- its objectives, and the effectiveness of the strategies designed to ensure that the objectives can be reached. Potestio and Rustichini’s stance on these issues is quite critical, and they make the case for a course correction.

Gelmini-Ddl -- From Words to Deeds, ISSNAF Present and Future of Italian University
Paola Potestio – Aldo Rustichini (The authors write in their personal capacity)
Il disegno di legge sull’università: le necessarie correzioni di rotta che è anche su ScienzainRete qui.

Paola Potestio e Aldo Rustichini dicono: E’ bene fondare una valutazione del disegno di legge sull’università, presentato in Consiglio dei ministri e avviato all’iter parlamentare, sui seguenti tre quesiti:
1. Quale è l’ispirazione del progetto?
2. Quali sono gli obiettivi?
3. Quali sono le linee strategiche verso quegli obiettivi e gli eventuali vincoli percepiti?
Rispondere ai tre quesiti consente di chiarire i limiti del disegno di legge e le correzioni di rotta necessarie.


Si esprime ragionevole dubbio che la Riforma Gelmini vada verso la valorizzazione del "merito" e "dell'efficienza" come sembra decantare, in realtà prevale la linea strategica della "riforma della governance centrale degli atenei". La riforma sembra ispirata dall'Associazione TreeLLLe, è impostata su una forte accentuazione del potere del rettore, e un recente emendamento presentato dal PDL sul DDL lo vede anche nominato dall'esterno, come in Bocconi. Si basa su un Consiglio di Amministrazione che prendere le redini dell'Ateneo come in un'azienda, e la cui dimensione è fissata in 11 membri, di cui almeno il 40% costituito da persone esterne all’ateneo; infine, sulla creazione della figura del direttore generale, in sostituzione dell’attuale direttore amministrativo.

Ci sono degli elementi che sembrano portare verso il modello delle Aziende Ospedaliere, proprio nei momenti in cui tanti scandali sono avvenuti nella Sanità, e tanto si parla di tornare a nomine dei Direttori Generali non di tipo politico, ma basato su concorsi. Insomma, una scelta rischiosa: per tentare di "rendere efficiente" l'Ateneo (perchè è indubbio che l'elezione interna, il meccanismo attuale, porta a troppi equilibri immutabili), si rischia di politicizzare e aziendalizzare gli Atenei. E qui si può essere fortunati, e portare ad un rinnovamento, oppure si può andare verso CdA e Direttori Generali senza scrupoli, specie laddove le aziende possono essere non illuminate, ma senza nessuna visione.

Ma persino con un Rettore più "potente" e un CdA aziendalizzato, cosa prevede e cosa permette la Gelmini nel quadro generale delle Sue riforme? Per assurdo, ben poco spazio di manovra, anzi quasi nullo, ad eccezione forse di pochi "fortunati" (le Università online di recente istituzione), su cui torniamo in seguito!!

Il mio commento pubblicato su Scienza in Rete qui.

#2 Sufficiente forza non vedo ne' nel DDL, nè nei vs commenti !
ritratto di Michele Ciavarella
1 aprile, 2010 - 17:02 da Michele Ciavarella
Il punto fondamentale credo sia quello di lasciare autonomia "vera", appunto non scrivere per "decreto" che si debba arrivare alla correttezza, al merito, al Premio Nobel. Tutte pie illusioni. Io sto vedendo nelle Università questo penoso volersi "ridimensionare" in funzione della "nota 160", che in mancanza di coraggio, in Ministro ha erogato senza dire nè che e' legge, ne' cosa succede a chi non si adegua. I Rettori, la CRUI, si stanno tutti adeguando, nessuno pero' sta facedo vere operazioni di cambiamento, visto che nei tempi si fa tutto in fretta, i grossi centri di potere non mollano "garanti" ai corsi, e si tagliano semplicemente i deboli, non gli inutili. Una cosa saggia sarebbe oggi rimandare tutto alle modifiche degli ordinamenti dei corsi di laurea, ossia a Gennaio dell'anno prossimo, facendo qualcosa di serio, lasciando ai Rettori il tempo di ritrovare orgoglio e coraggio di scelte difficili, come quelle di chiudere dei corsi, o riorganizzarli in chiave moderna. Sta facendo molto rumore, in positivo, l'iniziativa di Napoli II, ossia FEDERICA, un portale di Web-learning http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d097efc1-2206-4f62-a552-34c6428a26d1.html?p=0 oppure http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_marzo_24/universita-federico-napoli-itunes_43eb813a-374d-11df-bfab-00144f02aabe.shtml per cui l'idea che le sedi decentrate siano troppe potrebbe essere capovolta in sedi decentrate troppo poche! In USA la piu' grande università si chiama UNIVERSITY OF PHOENIX, e essa ha quasi tutto online, compreso dei corsi di dottorato, riceve 2.5 miliardi di dollari dal governo federale, e ha 400 mila studenti con 200 sedi decentrate, essa da sola! Noi siamo solo dei provinciali che abbiamo la testa sotto la sabbia, e non conosciamo il mondo che giustamente verrà prima o poi in casa nostra, appena quando sarà conveniente, visto che queste università puntano alla Cina e all'India, e non siamo interessanti se non per fare le vacanze. Io in realtà nel mio piccolo sto sperimentando corsi su FACEBOOK, e sul blog di Harvard dove ho parlato della cosa, ho riscosso molto successo. Credete che qualcuno nella mia Università se ne sia accorto, a parte i miei studenti che sono accorsi 3 volte piu' del normale, anche da fuori la mia sede, e anche i fuori corso, o i già laureati? http://imechanica.org/node/7852 Se ne accorgono prima ad Harvard dei miei esperimenti a Taranto, che nella mia sede principale, il mio Preside o il mio Rettore! Per non parlare del mio Ministro! Le nostre idee sono vecchie, i nostri tempi geologici, i nostri politici vogliono solo intimidire e noi lo facciamo fare, cercando di conservare tutto com'e', dai tempi di Tomasi di Lampedusa, perlomeno. Auguri di Buona Pasqua.


Da questo punto di vista, mi pare più interessante la posizione di Confindustria (che pure, speravo vicina al Governo, invece niente!) quando a fine gennaio, in audizione al Senato. Gianfelice Rocca, "Confindustria Vicepresident for Education, spoke at the Senate Committee on Education Reform hearing. The Ddl is the best chance to turn words into deeds, said Rocca, confirming Confindustria position of constructive criticism regarding Gelmini's Reform -- Rocca remarked, however, that the Ddl doesn't touch the cast-iron rule of degree's legal status in italy, neither does guarantee government's funding for universities beyond 2011!

Se si liberalizzasse dal valore legale, allora almeno permetteremmo a MIT, Harvard, ma anche University of Phonenix, che è specializzata in "online", di valutare se entrare in Italia, e allora si che avremmo vera concorrenza.


Infatti, una delle poche speranze di riformare l'università, sarebbe stata quella delle Università Online che negli ultimi sei mesi del secondo governo Berlusconi il Ministro Moratti e il Ministro Stanca (si, quello dall'altissimo profilo e che doveva risolvere il "digital divide" in Italia, e che oggi presiede Expo2015 guarda caso proprio con la Moratti..., ma anche quello dei 40 milioni di Euro del portale italia.it, mai andato in porto) partoririno, tra le critiche.


Oggi, avrete letto dello scandalo delle università "online" e il mio collegamento con la "nota 160" che la Gelmini ha mandato in giro, senza che sia davvero legge, ma che obbliga ad una forte ristrutturazione dei corsi di laurea, fatta con fretta bestiale, e senza cogliere l'occasione per una seria ristrutturazione che avvenga con dei criteri seri.

Trovate un mio commento qui. che rielaboro qui in forma aggiornata.

Riguardo alla nota 160, alla ipotesi di chiudere Taranto e Foggia, cui resistero' con tutte le forze, viene a fagiolo anche la bella inchiesta su Repubblica

"Esami facili, prof fantasma - com'è facile la laurea online"

La Gelmini dice di voler mettere un freno, ma il punto non e' tanto fermare questi che NON hanno i paletti (che probabilmente non fermerà nemmeno Gelmini), ma non accanirsi fermare gli altri!

Mentre le telematiche hanno infatti l'università GIUSTINO FORTUNATO, che a fronte di una necessità di 222 GARANTI, ne ha solo 42 (alla faccia della legalità! Ossia quasi uno su 6 del necessario?), noi per esempio del Politecnico di BARI, II facoltà di Taranto, dovremmo chiudere dei corsi solo perche' ne abbiamo, dicono, 7 su 10!! Siamo dei fessi noi, o dei furbi loro...?

Possiamo avere un quadro generale, Signora Ministro, prima di decidere noi se chiudere o meno, e cosa? Ci sono, a parte il caso limite della GIUSTINO FORTUNATO, altre Università che si adeguano, altre che si ribellano? Cosa è questa confusione se non un clima di "terrore" onde adeguarsi a questi criteri predeterminati con dubbia visione strategica? E lo chiamiamo liberismo questo, o paradosso del dirigismo nel tentativo di far cambiare una realtà, che effettivamente resiste a qualsiasi cambiamento?

Ma questo cambiamento, se avverrà, sarà una vittoria o una sconfitta? Chi si adegua prima alle direttive Ministeriali, i furbi che si vogliono colpire, o i fessi che erano già molto corretti e non avevano bisogno di queste correzioni?

Pazzesco per esempio che la Guglielmo Marconi, che ha dei concorsi tuttora in atto e chissà cosa farà di questi mentre si erano criticati i concorsi precedenti. Infatti, essa ha assunto finora 9 vincitori su 53 concorsi svolti in 3 anni ... Un qualcosa che meritava un immediato stop dal Ministro! Un meccanismo furbissimo, che sembra voler "chiamare" solo a contratto dei docenti "amici" (dato che un contratto non segue una vera procedura di concorso), che poi probabilmente coincidono con i maestri di chi ha vinto i concorsi, e che insegnano (facciamo una verifica) nelle sedi dove vengono chiamati "davvero" i vincitori!!

Il tutto e' poi assurdo, se i "paletti sui garanti", valgono solo per i deboli come noi di Taranto o Foggia del Politecnico e delle pochissime sedi che stanno davvero chiudendo!! Ma forse Taranto, con tutti i cassintegrati che ha, ha un gran bisogno di una Università che stava crescendo? Sopratutto in un distretto, quello Aerospaziale, che ha assunto quasi solo diplomati, e che potremmo far crescere come cultura. Ma Signora Ministro, venga a vedere le realtà prima di fissare delle norme con delle equazioni, e pensare che sia un successo se vengono adottate!

E pensare che le online nel mondo sono una realtà seria ed enorme. Trovate una mia recente presentazione ad un convegno a Taranto qui, dove peraltro presento i miei corsi sperimentali su facebook, che si stanno rivelando potentissimi... Sul blog di Harvard vedo che ho colto molto interesse My experiment of a FACEBOOK-BASED courses - "Mechanics of materials and Machine Design", and "FEM in mechanical design"

Ma il Ministro non mi permette di lanciarli davvero, perchè è tutto impegnato a risolvere le equazioni che porteranno ad efficienza e merito.


CONCLUSIONE: Si chiudono le sedi DEBOLI, non quelle INUTILI! Si fa una riforma per dare più potere a pochi, con i rischi che i pochi siano un domani dei personaggi senza scrupoli. Al tempo stesso, non si fornisce loro quasi nessun mezzo per aprire nuovi corsi in modo da rivedere le degenerazioni degli anni passati, ma solamente si lascia chiudere quello che è stato fatto magari negli ultimi anni, cancellando lavoro di 10-20 anni (la nota 160).

Infine, mentre si minacciano tutte le università di Italia con la nota 160, che e' riuscita a intimidire quasi tutti, compresa la Crui, i Rettori, alle "università online", almeno a quelle degli scandali, non si è ancora toccato un capello, lasciando le norme transitorie per permettere loro di avere pochi docenti stabilmente arruolati, nonostante abbiano dimostrato di non volerli. Insomma, se questa non è "chaos", cosa lo è!


Prof. Michele Ciavarella Politecnico di BARI, Delegato del Rettore al CNR http://rettorevirtuoso.blogspot.com Associate Editor, Ferrari MilleChili Journal Editor, Italian Science Debate, www.sciencedebate.it

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