venerdì 20 marzo 2015

si trova lavoro uscendo dai Politecnici?

Carissimi colleghi del PoliBA
   Non credo basti dire più che Poliba è una università leader per la spendibilità dei suoi titoli di studio perchè a tre anni dalla laurea 80% ha trovato lavoro nel settore dell’Ingegneria:  oggi ​Gaetano Quagliarello su Corsera per difendere Lupi, alla domanda dello scandalo di un padre politico che cerca lavoro per il figlio risponde:«Da professore universitario so bene che un giovane uscito dal Politecnico (intende di Milano), laureato con lode, il giorno dopo ha 15 offerte di lavoro».
Speriamo che i diplomati di Bari non leggano questa dichiarazione, o andranno in altri Politecnici!
saluti, MC

PS: alcuni pezzi dell'articolo su Espresso che ricostruisce il futuro dei normali laureati dei Politecnici sono tremende, e non verosimili se non per una fascia particolarmente sfigata:  10-12 ore al giorno, prima delle consegne dei progetti si lavora nel week-end e la notte. Per i neolaureati la paga è spesso un semplice rimborso spese da 1 o 2 euro l’ora.


PS2:   Da una indagine rapida sul sito www.almalaurea.it sembra invece che il panorama non sia tanto differenziato in Italia.  Per la Fac. di ingegneria di Taranto del Politecnico di BARI, per es., ci sono dati di occupazione migliori della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari, e praticamente coincidenti con quelli del Politecnico di Torino! Anche se naturalmente su numeri piccoli ci sono effetti strani:  per es. ing. a Lecce è meglio che Unile in generale, perchè ingegneria paga, ma Unile è un poco meglio che Uniba, probabilmente per le dimensioni.  Ma il confronto con le medie nazionali mostra trends molto simili.

%/100 lavora dopo 1 anno stip.dopo1 anno (kEu) %/100 lavora dopo 3 anni stip dopo 3 anni (kEu)
PoliBA 0,372 0,909 0,823 1,283
PoliTO 0,449 1,216 0,861 1,597
PoliBA-Ta 0,419 1,057 0,857 1,322
media gen 0,444 0,919 0,684 1,16

Volendo fare una indagine più accurata ecco un grafico, da cui si vede che la condizione in uscita dai Politecnici è si migliore della media delle Università italiane (PoliMI non partecipa alle valutazioni di almalaurea), ma non molto nel primo anno (contrariamente a quanto dichiarato da Quagliariello), e la differenza semmai è marcata sullo stipendio, che è nettamente più alto in uscita da PoliTO che da PoliBA.   Dopo 3 anni i Politecnici tuttavia hanno un certo vantaggio occupazionale anche come numerosità di occupati, ma non è enorme.  Purtroppo Almalaurea.it non permette di fare un'indagine sulla base del voto di laurea.



Viene fuori che PoliBA tiene testa a PoliTO come % di lavoro dopo 1 anno o 3 anni, ma gli stipendi sono sensibilmente più bassi.   PoliBA-Taranto molto piu' vicino alla media di PoliTO, forse perchè non risente dell'influenza di Architettura.


Se vogliamo entrare nel merito delle lauree, è chiaro che Architettura pesa molto sulle medie.  Ecco il caso di PoliBA, dove risulta chiaramente che la supremazia di PoliBa-Taranto è dovuta più che altro alla mancanza di Architettura. Tuttavia, una supremazia di Taranto rimane per i laureati ad un anno dalla laurea sia in termini di % occupati che di stipendio, mentre una lieve flessione rispetto ad Ingegneria di Bari si legge nei riguardi dello stipendio netto a 3 anni dalla laurea. Ci sarebbe da capire il perchè di questi dati.

%/100 lavora dopo 1 anno stip.dopo1 anno (kEu) %/100 lavora dopo 3 anni stip dopo 3 anni (kEu)
PoliBA-Ing 0,381 0,962 0,843 1,352
PoliBa-Arch 0,383 0,569 0,683 0,703
PoliBA-Ta 0,419 1,057 0,857 1,322
media gen uni ita 0,444 0,919 0,684 1,16



Un'ultima analisi risponde alla domanda:  occupa di piu' LM in meccanica o in aerospaziale?
Qui viene fuori un dato "nuovo":  dissociando le lauree, risulta che la Meccanica di Torino è ancora forte, più forte delle lauree di Bari, e anche della Aerospaziale se leggiamo i dati dopo un anno dalla laurea.  Pare che NON sia stato un errore aprire a Taranto Aerospaziale, visto che se c'è un poco di fatica in più nei primi anni a trovare lavoro, a 3 anni dalla laurea, la % di occupati e il loro reddito sono migliori della Meccanica (parliamo di lauree Magistrali qua), e mentre PoliBA-TA conferma la sua ottima collocazione e competitività nei confronti di PoliTO, e la grande migliore performance rispetto alle università italiane in generale, con la laurea aerospaziale potrebbe dare filo da torcere anche al PoliTO e fare un salto di reddito, che al momento è il parametro più evidente tra chi esce dal politecnico del Sud, e quelli che escono dai Politecnici del Nord.

%/100 lavora dopo 1 anno stip.dopo1 anno (kEu) %/100 lavora dopo 3 anni stip dopo 3 anni (kEu)
Polito-Mecc 0,831 1,519 0,83 1,722
Polito-Aerosp 0,68 1,51 0,93 1,754
PoliBA-Ta 0,419 1,057 0,857 1,322
media gen uni ita 0,444 0,919 0,684 1,16

La conclusione, forse ovvia a priori, è chi esce dai Politecnici del Nord viene inglobato in un sistema a più alto reddito, e difficilmente viene a lavorare al Sud.  Viceversa, chi esce da un Politecnico del Sud ha grosso modo le stesse possibilità di trovare lavoro, ma redditi più bassi, parzialmente forse compensati dal minore costo della vita.   Andrebbe capito a lungo termine però se le grandi carriere manageriali sono precluse a chi si laurea nel Sud -- un pò come avviene in Francia, dove chi si laurea all'Ecole Polytechnique a fronte di un esame di ammissione durissimo, viene poi inserito nell'elite della dirigenza dell'industria.  Da noi un equivalente dell'Ecole Polytechnique non c'è, e quindi la differenza tra i Politecnici resta molto ma molto minore.  Sta poi al singolo farsi valere ed entrare in competizione mondiale nel lavoro.

lunedì 16 marzo 2015

i soliti giornalisti da strapazzo inseguono lo scoop e lo sfigato di turno, e affossano l'università


Putroppo appena uno non ce la fa nell'università, si grida allo scandalo, e sono tutti pronti ad ascoltarlo.  Sarà anche vero che c'è qualcosa che non va, ma questo odio contro l'Università, che poi costa nella pratica il taglio a tutti i finanziamenti e l'odio della gente comune e della classe politica è un grave sbaglio fatto da giornalisti da strapazzo che portano al collasso del sistema paese pur di inseguire uno scoop con titolone "Università, altro che merito. E' tutto truccato Vi racconto come funziona nei nostri atenei"e sottotitolo "Fondi sperperati, concorsi pilotati, giovani sfruttati. Un ex dottorato spiega nel dettaglio come si muove il mondo accademico tra raccomandazioni e correnti di potere. E qualcuno non vuole che il libro in cui riporta tutti gli scandali venga pubblicato"DI MAURIZIO DI FAZIO.    In realtà gli articoli indegni contro l'università sono ben 3,vedi qua e qua pieni di notizie sbagliate che danno un quadro falsato e caricaturale dell'universita' scritti da persone evidentemente incompetenti. Perche' lo fanno?


Non sarà che Matteo Fini, figlio del giornalista Massimo Fini, ha accesso a tutti i media?


  1. Chi è Massimo Fini: Giornalista

  2. Massimo Fini è un giornalista, scrittore, drammaturgo, attore e attivista italiano. Nel 2005 ha fondato il movimento politico Movimento Zero, ispirato ai principi del comunitarismo, primitivismo, antimodernismo, decrescita e democrazia diretta. Wikipedia
Prima di parlare di nepotismo universitario, indaghiamo se il padre di Matteo Fini è un potente....

Massimo Fini


E meno male che stavolta ad essere attaccata non è la solita università sottofinanziata del Sud!

Questo Matteo Fini a me pare uno sconosciuto.  Non l'ho trovato su Google Scholar, e nemmeno su SCOPUS e nemmeno su Web of Science



Lui rilascia interviste, ma che dati concreti prova?


A parte qualche dispensa su corsi base di matematica all'Università di Milano, non c'è traccia.  Lui dice “In pratica facevo tutto: lezioni, ricerca, davo gli esami, mettevo i voti – ci dice Fini – Ero un piccolo professore fatto e finito, senza titolo. E questa è una roba normalissima”. 

E appunto non ci dice nemmeno lui che faceva ricerca.  Quindi qua il dubbio si rinforza.
Sembra un caso di uno sfortunato "adottato" da un professore senza scrupoli e senza tanta voglia di fare ricerca, che pero' ad un certo punto lo ha abbandonato.   “All’improvviso la sua attenzione si è completamente spostata altrove. Dal chiamarmi quattro volte al giorno, l’ultimo anno è scomparso. Fino al gran finale: il dipartimento bandisce il concorso per il posto a cui lavoravo da otto stagioni,“che avrei dovuto vincere io”. Lui nemmeno me lo comunica. Io ne vengo a conoscenza e partecipo lo stesso, pur sapendo che, senza appoggi, non avrei mai vinto. In Italia, prima si sceglie un vincitore e poi si bandisce un concorso su misura per farlo vincere. Anche per un semplice assegno di ricerca. All’università è tutto truccato”.

Insomma, mi sembra un caso in cui il professore si sia disinnamorato dell'allievo.  Ma mi viene anche il dubbio che l'allievo magari non abbia mai concluso granchè.  Alcune verità ci sono sul funzionamento dell'università nei settori in cui funziona male, ma occorre capire a fondo.  Se l'allievo avesse davvero dato molto al suo maestro, se ne sarebbe egli disinnamorato?

Ma come dice l'ex Rettore Laforgia ad una risposta su facebook su questo articolo del mio blog:

Cìascuno riveda criticamente la propria esperienza universitaria diretta e scagli la prima pietra che ha veramente qualcosa da dire ma per esperienza diretta non per i soliti pettegolezzi o le leggende metropolitane. Nei mie 40 anni di Università ho visto alcune cose che non erano corrette ma in misura infinitesima rispetto alle tantissime cose giuste e fatte bene. Smettiamola di gettare fango su tutto. Sporchiamo per primi noi stessi. Ogni laureato non può invocare di essere diverso dalla Università che disprezza, è un suo prodotto e quindi simile.

E ancora Laforgia

 Il sistema della cooptazione è adottato da tutte le Università del mondo. Occore scegliere sempre i migliori nell'interesse della stessa Università. Chi sceglie quelli meno bravi per ragioni tutte censurabile fa danno all'istituzione e ai tanti giovani che avranno docenti incapaci. Ma il marcio va troavto e debellato, non si spara alzo zero su una buona istituzione per le colpe di pochi, per quanto inaccettabili. Si rischia d danneggiare l'intero Paese.

Mi sono arrivate critiche per questo articolo, dicendo che uno non deve misurare Matteo Fini con la produzione scientifica!  Siamo alle solite.

Ragazzi, "disinnamorato" intendo dire che questo prof. lo avrà forse sfruttato, ma poi si è reso conto che non aveva combinato un bel nulla. Si era sbagliato. Certo, un pò duro buttarlo per strada, ma non si può gridare allo scandalo e addirittura buttare a mare l'intera Università italiana. In germania di questi casi ce ne sono a bizzeffe e in UK e USA anche di piu'.

Era un povero sconclusionato, non sarebbe mai dovuto restare.

Certo prima della Legge Gelmini magari sarebbe stato un ricercatore a tempo indeterminato, inconcludente, di quelli che chiedono le ope legis e vogliono diventare persino rettori a volte

Mi viene in mente il grande Prezzolini.  Nel 1921 Giuseppe Prezzolini (giornalista, scrittore e aforista) pubblica Codice della vita italiana, una raccolta di aforismi edita da La Voce, in cui fa una divertente caricatura dell'Italia e degli italiani. 

Sempre pronti a piangerci addosso.

Ecco il capitolo 1.

Capitolo I
Dei furbi e dei fessi

1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.

2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.

3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.

4. Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.

5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.

6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.

7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.

8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.

9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.

10. L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.

11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.

12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.

13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.

14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.

15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.


16. L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

Ricorso su incentivo non vinto, ma tutto sommato il PoliBA ne esce meglio di altri

  • Carissimi
              nonostante non abbia vinto il ricorso, che avevo comunque dichiarato avrei donato in beneficienza, per motivi strettamente burocratici (non mi hanno considerato la mia nomina a delegato del Rettore Costantino perchè non era stata registrata da un Decreto Rettorale), tuttavia sento di poter dire, visto che la situazione non va meglio in UNIBA, e altre Università, che nonostante il mio  Cahiers de doléances su incentivi una tantum al Politecnico di BARI.e nonostante il difetto della meritocrazia italiana di tagliare sulle soglie che finiscono per escludere brillanti scienziati come Giglietto, Gli assurdi della meritocrazia in Italia, e il "boh-index" al Politecnico di BARI, direi che sono soddisfatto. 
  •  Il rettore ha comunque distribuito queste cifre, senza troppo caos, anche se in genere al gotha di chi già guadagna di più, ma quindi alla fine possiamo guardare alle tante altre sfide che ci aspettano.
  • Non farò certo ricorso al TAR per avere questo incentivo, anche se la questione della mia delega al Rettore, e tanti aspetti procedurali, sono sensibili di censure. Ma conta lo spirito di servizio e l'armonia tra colleghi e con gli organi amministrativi, prima di tutto, nonchè cogliere lo spirito di questo incentivo che non poteva essere perfetto. Aspettiamoci maggiore cura nel futuro per assegnare le promozioni, nell'interesse del bene del Politecnico di BARI.  Viva il Politecnico!
  • saluti, 
  • mc

giovedì 12 marzo 2015

Auguri al Rettore, che porti la "croce" del PoliBA, certo che il vero potere è servizio


Esprimo i miei sentiti auguri al MR Di Sciascio che compie oggi credo 55 anni.

Ricordo a lui ma a tutti noi le parole del Rettore dimissionario Costantino, caso unico in Italia di piglio democratico e signorilità nel lasciare prematuramente il suo posto per il bene del Politecnico:  "...... consentendoci quindi di eleggere una nuova Guida che  mi auguro – chiunque Ella o Egli sia – voglia proseguire in una logica che anteponga, sempre e comunque, il bene del nostro bellissimo Politecnico a qualunque uso personalistico dell’autorità: come ci insegna Papa Francesco, “il vero potere è il servizio”."  Nicola Costantino​

Queste parole di Papa Francesco le ho volute ascoltare, le ho trovate qua



e mi piacerebbe che al Politecnico si adoperasse il concetto di servizio, e l'idea che per noi progredire, andare avanti (avere posti, cattedre, etc.) significa abbassarci e metterci a servizio degli altri (gli studenti, tanto per cominciare).

Ho notato un certo cambiamento di entusiasmo nel Politecnico riguardo per es alle nuove lauree, che ieri in CdD del DMMM sembrava nessuno più volesse, ma che appunto per grande spirito di servizio abbiamo approvato al meglio possibile obtorto collo, e che non si dica poi, se vengono bocciate, che la colpa è del DMMM.  Se forzatura c'è stata, sarà giusto riconoscere alla leadership la scelta rischiosissima di questa strategia.

E mentre ad alcuni sembrerebbe tornare la parabola evangelica "ritornano essi però non capivano queste parole; loro erano in un’altra orbita, discutevano tra loro (dei propri settori da inserire nella ingegneria Aerospaziale, che poi sarà in realtà declassata a "ingegneria dei sistemi per l'aerospazio"). E il Signore lo sapeva». Tanto che, quando giunsero a Cafarnao, «chiese loro: Di cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi «tacevano» per la vergogna. Per la strada avevano infatti discusso tra loro chi fosse il più grande.    Nel nostro caso, la logica per cui bisogna inserire il proprio SSD il più possibile, anche se la laurea in Aerospaziale (anzi, di sistemi in Aerospaziale) ormai non piace più a nessuno.


Ma nel Politecnico non deve essere così. Il Santo Padre lo ha ribadito per la Chiesa ... "la lotta per il vero potere, cioè quello che lui, con il suo esempio, ci ha insegnato: il potere del servizio. Il vero potere è il servizio. Come ha fatto lui, che è venuto non a farsi servire, ma a servire. E il suo servizio è stato proprio un servizio di croce: lui si è abbassato, fino alla morte, morte di croce, per noi; per servire noi, per salvare noi». «Per il cristiano — ha puntualizzato il Pontefice — andare avanti, progredire, significa abbassarsi. Se noi non impariamo questa regola cristiana, mai potremo capire il vero messaggio cristiano sul potere». Progredire pertanto vuol dire essere sempre al servizio. E «nella Chiesa il più grande è quello che più serve, che più è al servizio degli altri. Questa è la regola. Ma da quel tempo fino ad adesso le lotte per il potere» non mancano nella Chiesa.


Nel fare gli auguri ad Eugenio quindi, gli ricordo che la Sua è una croce e non un potere, che solo se darà l'esempio di cui parla Papa Francesco, anche gli altri di noi sapremo cogliere il messaggio, e smetterla di pensare alle promozioni come segno di potere, ma vedremo nelle promozioni, e in tutte le altre attività, un esercizio di scelta della massima valenza per il Politecnico.   Da questo punto di vista, il Tuo rettorato è appena cominciato, c'è già molto scontento in larga parte dovuto alle poche risorse che purtroppo Tu non puoi moltiplicare come i Pani e i Pesci, e ci saranno pochissime promozioni.  Se non vorrai essere messo in Croce, dovrai cercare di fare la moltiplicazione (appoggiamo il piano straordinario del presidente della CRUI rettore Prof. Paleari, vedi qua??), mostrare l'esempio massimo di non favorire solo Tuo SSD, Tuo Dipartimento, etc etc., e allora vedrai che il Politecnico davvero decollerà.

Ribadisco tanti auguri.
Tuo ex-delegato

Michele

PS

Il Papa ha poi posto l’accento sul linguaggio che si usa abitualmente quando si intende sottolineare i passaggi di carriera: «Quando a una persona danno una carica che secondo gli occhi del mondo è una carica superiore, si dice: Ah, questa donna è stata promossa a presidente di quell’associazione; e questo uomo è stato promosso». Promuovere: «Sì — ha commentato — è un verbo bello. E si deve usare nella Chiesa, sì: questo è stato promosso alla croce; questo è stato promosso all’umiliazione. Questa è la vera promozione. Quella che ci fa assomigliare meglio a Gesù». Sant’Ignazio, negli Esercizi spirituali, «ci fa chiedere al Signore crocifisso la grazia delle umiliazioni: Signore voglio essere umiliato, per assomigliare meglio a te. Questo è l’amore, è il potere di servizio nella Chiesa. E si servono meglio gli altri per la strada di Gesù» ha detto il Papa.

Altri tipi di promozione non appartengono a Gesù. Sono promozioni definite dal Pontefice «mondane» ed esistono sin dal tempo di Gesù stesso. «Sempre ci sono state nelle Chiese — ha ribadito — cordate per arrivare più in alto: carrierismo, arrampicatori, nepotismo». Il Papa si è poi riferito a una sorta di «simonia educata», cioè quella che porta a pagare di nascosto qualcuno pur di diventare qualcosa. «Ma quella non è la strada del Signore. La strada del Signore è il suo servizio. Come lui ha fatto il suo servizio, noi dobbiamo andare dietro a lui nel cammino del servizio. Quello è il vero potere nella Chiesa. Io vorrei oggi pregare per tutti noi, perché il Signore ci dia la grazia di capire che il vero potere nella Chiesa è il servizio e anche per capire quella regola d’oro che lui ci ha insegnato con il suo esempio: per un cristiano progredire, andare avanti, significa abbassarsi» ha concluso.


martedì 10 marzo 2015

cui prodest Ingegneria Aerospaziale a Taranto?

Ricordando le parole del Rettore dimissionario Costantino, caso unico di piglio democratico e signorilità, che addirittura lasciò prematuramente il suo posto per il bene del Politecnico:  "...... consentendoci quindi di eleggere una nuova Guida che  mi auguro – chiunque Ella o Egli sia – voglia proseguire in una logica che anteponga, sempre e comunque, il bene del nostro bellissimo Politecnico a qualunque uso personalistico dell’autorità: come ci insegna Papa Francesco, “il vero potere è il servizio”."  Nicola Costantino

A questo proposito, dobbiamo fare il bene del Politecnico.  E allora "cui prodest" la laurea in Ingegneria Aerospaziale a Taranto?

Lasciando perdere il premio nobel Krugman che recentemente ha sostenuto “È un falso mito che l’alto livello di istruzione garantisca lavori migliori e che la disoccupazione sia un problema di mancanza di competenze. È questione di potere”, a chi serve questa laurea a Taranto in Aerospaziale?  Forse è una questione di potere, tra Rettore, CUN, altre facoltà di Ingegneria i cui docenti aerospaziali potrebbero invaderci, e politici locali di Taranto.

Non certo al territorio, dato che già esiste una magistrale a Brindisi, e peraltro è molto deficitaria per numero di iscritti, pur partendo da premesse migliori.

Non certo a noi, visto che ora saremo costretti a diluirla con molti SSD di aerospaziale, ossia a venire invasi probabilmente da docenti di altre sedi. Non a caso il CUN che ci ha "provvisoriamente" bocciato a quanto pare perchè non avevamo inserito abbastanza materie caratterizzanti, e ora saremo costretti a farlo, con il rischio di "invasione", che sia voluto o meno.  

Non certo agli studenti, che sicuramente non aumenteranno, e che con questa laurea, andranno ancora più lontano per trovare lavoro. Non credo a grandi assunzioni di ingegneri a Grottaglie, e cmq non serve questa laurea per essere assunti, anche senza scomodare Krugman.

Non certo per raccattare più finanziamenti: quei pochi che sono arrivati, lo sono arrivati già con Meccanica

Non certo per razionalizzare l’uso dei docenti del Poliba, anzi quelli spediti a Taranto sono preziosi e indeboliscono l’offerta di Bari

Non certo per rinforzare l’immagine del Politecnico, che si lancia in una operazione dubbia e probabilmente subito fallimentare

Meglio sarebbe stato sperimentare teledidattico sulle sedi periferiche come ha fatto PoliTO per un certo periodo, ma poi non ha funzionato nemmeno quello, e non andrebbe facilmente nemmeno a noi, anche se noi siamo chiaramente Università sempre più di serie B, e non possiamo confrontarci con PoliTO.

Meglio sarebbe stato persino la proposta di un collega (CP) di farla da Bari.

A chi giova? Forse l’unico è l’amicizia con il col. V, ma che ci ha fatto V? Un lavaggio del cervello? Macchissenefrega!


lunedì 9 marzo 2015

corsi online e teledidattico in italia: perchè non funzionano nè nel pubblico nè nel privato?

Suscita dibattito l'intervento del premio nobel Krugman "per confutare il paper dell’Hamilton Project. E per proporre invece la sua interpretazione della realtà americana ma non solo. I guadagni, le alte retribuzioni non sono proporzionali al livello di istruzione ma sono funzionali all’occupazione di posizioni strategiche in grandi gruppi industriali o della finanza. E’ insomma non una questione di studio, specializzazione e bravura, ma solamente di potere." 
Il fondatore della Univ. of Phoenix, interamente telematica, e for profit, è recentemente morto miliardario.  Si, miliardario in dollari!   
Questo lo yacth di suo figlio



Invece da noi un amico di Polito mi dice Politecnico ha deciso di eliminare le lauree a distanza in occasione dell’implementazione della 270 e burocrazie varie, ma anche perchè i corsi erano via via meno richiesti..
- Il percorso, che ricalcava quello “Nettuno” era molto distante da quello con didattica frontale (ad esempio 20 CFU di Matematiche contro i 26 decisi dal SA per tutte le ingegnerie previsto nella 270), e con contenuti, o almeno suddivisioni, parzialmente obsoleti.
- Era molto difficile rispettare tutti i parametri della 270 (ad esempio numero di esami) con il materiale a disposizione.
- Nel tempo era diventato un percorso “facilitato (esami ad hoc)” e non rispondente agli standard di formazione normali.

- man mano che passavano gli anni era sempre meno richiesto.



Ma intanto:-

Molti dicono che in Italia si associa la laurea conseguita in una università telematica a una laurea di scarsa qualità o,  addirittura, comprata.

Forse perché in Italia l'università pubblica non intende far davvero concorrenza al privato.

Forse, ma la cosa che non capisco è perchè nemmeno il privato fa grande business!

No, la mia conclusione è che siccome il pubblico costa poco, e non offre i livelli di harvard, nemmeno il privato puo' costare molto. Forse è il privato che dovrebbe diventare Harvard... Mi si dirà che chi può e vuole sborsare certe cifre, può iscrivere i pargoli in Uk  o in USA. Infatti, non abbiamo speranze di competere con Harvard e Oxford, ma ci sono anche 18 milioni di lavoratori in italia non laureati, e cmq siamo sotto tutte le medie europee, sto parlando di centinaia di migliaia di persone, che non vanno tutte all'estero, semplicemente non  si laureano proprio. Devo dedurre che è proprio l'economia che è diversa, noi siamo basati su un modello di economia che ha poco bisogno di laureati, o viceversa abbiamo troppo pochi laureati per poter migliorare l'economia??

Qualcuno dice che in Italia l'unico segmento di mercato aperto alle lauree digitali per ora è quello basso (per intenderci, il target sarebbe il "trota" o giù di lì). In Italia per far carriera quasi sempre conta chi conosci, non cosa conosci... Quindi una laurea digitale è poco apprezzata, se non per chi altrimenti dovrebbe rinunciare all'agognato "dott." sul biglietto da visita. Ma con il tempo alcuni atenei privati potrebbero attivare lauree telematiche di qualità.

Ma anche in usa la Univ. di phoenix non è che abbia la reputazione di Harvard tuttavia, leggete qua.


Ma che ci sia anche un grande divario tra formazione e mondo del lavoro è confermato anche da studi eminenti, oltre a Krugman, anche per es. Michele Pellizzari in A new measure of skills mismatch: theory and evidence from the Survey of Adult Skills (PIAAC)  conferma che in Italia probabilmente il mercato del lavoro non è pronto ad assorbire troppi laureati.   "A better match of the workers’ skills to the requirements of their jobs can reduce the waste of skills among the over-skilled, improve the efficiency of the under-skilled while, at the same time, potentially reducing their levels of stress and, eventually, lead to important improvements of the overall productivity of the economy and the well-being of individuals".

Come mi dice anche Elisabetta Addis "C'è anche il fatto che l'esistenza della università pubblica in Italia comunque fa crowding out, cioè impedisce l'investimento in quella privata se non in forma di Cepu, cioè complementare. Perchè ovviamente se hai a disposizione una pubblica quasi gratuita più di tanto per la privata non vai a pagare. In Usa, paghi per la Phoenix ma quasi gratuite non sono neppure le pubbliche, sono solo appena appena calmierate rispetto alle private".


E come dice Lorenzo Lozzi Gallo "In realtà, l'università pubblica non avrebbe tasse tanto basse, se non fosse per l'evasione fiscale imponente, che riduce artificialmente il numero degli studenti collocati nelle fasce superiori di reddito... È certo, però, che anche per le private di livello in Italia non c'è molto spazio. Da noi il manager non si vergogna di essere ragioniere e di avere sotto di sé ingegneri, o anche dottori di ricerca... anzi, è diffuso una sorta di compiacimento anti-intellettuale un po' mussoliniano ed estremamente paesano, che condanna le nostre imprese al nanismo."
  
Potrebbe essere un dibattito interessante?

Michele

Un collega mi manda questa risposta:   mi viene in mente una spiegazione letteraria:

Piu' in generale, mi chiedo ogni tanto cosa direi a uno studente che mi chiedesse consigli per la scelta della sede universitaria (nel concreto, scegliere una sede blasonata o la sede vicino casa? )   La risposta sarebbe che piu' della qualita' degli insegnanti e' importante la qualita' dei colleghi studenti.  ( Come si dice in vari dialetti meridionali: fattela con i meglio di te)

Gli studi telematici probabilmente vanno bene per chi lavora e vuole imparare cose nuove ( e allo stesso tempo ha le energie per farlo). Banalmente,  le due cose in Italia non vanno molto d'accordo.  Sara' la cultura del posto fisso, il radicamento a una citta' o roba del genere ?  Lo scrivo perche' fino a non troppi  anni fa (prima di avere famiglia) davo per scontato che mi sarei mosso di nuovo anche dopo avere vinto un concorso, ora invece l'idea di un trasloco, dopo averne fatti una ventina abbondanti, mi fa stare male.

saluti, Ferdinando De Tomasi


p.s. io avevo scritto al mio Rettore, come delegato al teledidattico, le seguenti note:


Sul teledidattico
In sintesi: progetti possibili

1)      Fare come PoliTO: solo supporto ad alcuni corsi, registrando le lezioni in aula e trasmettendole via password (Lezioni on-line di PoliTO)
2)      Ovviamente potenziare il ns progetto interno dei matematici di ricevimento su skype
3)      Chiedere se possiamo usare le vecchie videolezioni Nettuno, e come, e se si paga
4)      Fare progetti anche erasmus plus di MOOC anche con estero --- invitare la direttrice di Emma
5)      Fare laurea online mi pare difficile, e non a caso nessuna grande uni le fa ormai, per non andare in concorrenza con le Uni Telematiche (peraltro prob. Viste come Uni di serie B).  Peccato che la più grande Uni del mondo U of Phoenix ha reso il fondatore miliardario
6)      Una ns criticità sono i tecnici: ce ne sono? Al solito tutto lasciato ai docenti? Lavorare collaborando con Universus-CSEI è una possibilità?

Dettaglio
Dopo il decreto Moratti-Stanca del 17 aprile 2003 sono nate le circa 10 Università Telematiche che, insieme ai consorzi NETTUNO (da distinguere quello che si è travasato in UNINETTUNO, e quello che è rimasto – forse niente? – in Consorzio Nettuno, associazione senza fini di lucro ora in mano a Maria Amata Garito), FOR.COM e ICON.
Ci sono stati problemi nel passaggio dal decreto 509/99, alla 270, e cmq per es. Polito che erogava corsi di laurea a distanza online, basati non so quanto sulle videolezioni del Consorzio Nettuno, che comunque essendo nate nel 1990, erano addirittura basati sui corsi delle lauree quinquiennali, anzi erano pensati per i Diplomi Universitari.
Non si capisce cosa ne è rimasto delle 45.000 ore di videolezioni corredate da dispense, esercizi, laboratori virtuali, slides, bibliografie e sitografie, del Nettuno, dato che UNINETTUNO ne usa solo una piccola parte (per Ingegneria, solo Civile).  Ho provato a chiedere se si possono usare, anche a pagamento, a Dino Chiaia, che mi pare sia Preside di UNINETTUNO di ingegneria. Probabilmente PoliTO ha chiuso i corsi online da quando UniNettuno è stata fondata, e anche perché lo stesso Dino Chiaia diventando Preside di UniNettuno, nonché delegato del Rettore Profumo, non voleva far concorrenza? Ufficialmente invece si dice
PROVVEDIMENTO
Il Politecnico di Torino, nell'ambito della riorganizzazione attuata a seguito dell'adeguamento al D.M. 270/2004 e nel rispetto del contesto economico e normativo definto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), ha assunto alcune deliberazioni anche relativamente alla formazione a distanza. In tale contesto a partire dall'a.a. 2010/11 non è stato più possibile immatricolarsi agli attuali corsi di Laurea a distanza; sono comunque garantite modilità con cui assicurare agli studenti attualmente iscritti a detti corsi la possibilità di concludere gli studi.
Il Consorzio NETTUNO dice che è oggi l’unica istituzione che può consentire alle Università tradizionali, alle Aziende e ai Centri di Formazione in Italia e all’estero di attivare da subito corsi a distanza. Ma come? Non si capisce cosa è rimasto in dotazione ad esso.
A UniBO in tutta ingegneria solo 4 corsi sono in e-learning
https://elearning-cds.unibo.it/course/index.php?categoryid=282

A Polito sito vuoto!! https://elearning.polito.it/, e qualcosina c'è a
http://www.mappaservizi.polito.it/servizi/getservizi/html/(S)/623/#nav_scheda
dove si fa riferimento alle “Lezioni Online” https://didattica.polito.it/lezioni_online.html
Lezioni on-line di PoliTO
Il Politecnico di Torino registra e rende fruibili gratuitamente on-line agli studenti di alcuni dei propri corsi le registrazioni delle lezioni effettuate in aula. A partire dall’anno accademico 2010/2011, i corsi di laurea per i quali è garantita la disponibilità delle registrazioni degli insegnamenti previsti nel corso di laurea sono:
Lauree triennali
Ingegneria meccanica
Ingegneria informatica
Ingegneria elettronica
Lauree magistrali
Ingegneria informatica (Computer Engineering)
In particolare, poiché il primo anno dei corsi di laurea in ingegneria è comune, saranno disponibili a tutti gli iscritti ad ingegneria le registrazioni delle lezioni di uno dei corsi paralleli del primo anno per ciascun insegnamento.
Nel caso di insegnamenti a scelta, è possibile che non tutti gli insegnamenti previsti vengano registrati.
La fruizione delle lezioni on-line è parte di un ampio progetto denominato "Green mobile campus" (o più brevemente “m-campus”) che mira a creare un sistema sostenibile e organizzato di fruizione della formazione e di collaborazione finalizzata all’apprendimento indipendente nel tempo e nello spazio.

CONVENZIONI UNINETTUNO
Accordo vago in cui si dice che ci sono riconoscimenti di crediti se si passa da un Ateneo all’altro…


Laurea in Ingegneria Informatica del Politecnico di Milano.
L'unico corso di laurea online accreditato CampusOne dalla CRUI-Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Una laurea vera. Nessuna differenza rispetto al corso di laurea "in presenza": identico piano di studi, uguali crediti formativi e soprattutto stessi docenti. Gli esami e la tesi sono in sede.
Tutor di supporto. In ciascuna materia avrai un tutor esperto (generalmente un docente o un ricercatore del Politecnico) che ti aiuterà nelle diverse attività didattiche.

Corsi di Laurea On-Line delle Università Telematiche
UNIVERSITÀ      FACOLTÀ             CLASSE CORSI DI LAUREA
E-Campus           Ingegneria          L-07       Laurea Triennale in Ingegneria Civile e Ambientale
UniPegaso          Ingegneria          L-07       Laurea Triennale in Ingegneria Civile
uninettuno        Ingegneria          L-07       Laurea Triennale in Ingegneria Civile e Ambientale
Unicusano          Ingegneria          L-07       Laurea Triennale in Ingegneria Civile
UniMarconi        Ingegneria          L-07       Laurea Triennale in Ingegneria Civile
E-Campus           Ingegneria          L-08       Laurea Triennale in Ingegneria Informatica e dell'Automazione
uninettuno        Ingegneria          L-08       Laurea Triennale in Ingegneria Informatica
UniMarconi        Ingegneria          L-08       Laurea Triennale in Ingegneria Informatica
E-Campus           Ingegneria          L-09       Laurea Triennale in Ingegneria Industriale - Gestionale
E-Campus           Ingegneria          L-09       Laurea Triennale in Ingegneria Industriale - Energetico
uninettuno        Ingegneria          L-09       Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale
Unicusano          Ingegneria          L-09       Laurea Triennale in Ingegneria Industriale
UniMarconi        Ingegneria          L-09       Laurea Triennale in Ingegneria Industriale
UniMarconi        Ingegneria          L-21       Laurea Triennale in Scienze Geo–Cartografiche, Estimative, ed Edilizie
UniMarconi        Ingegneria          L-25       Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie
E-Campus           Ingegneria          L-33       Laurea Specialistica in Ingegneria Industriale - Tecnologico Gestionale
E-Campus           Ingegneria          L-33       Laurea Specialistica in Ingegneria Industriale - Termomeccanico
E-Campus           Ingegneria          LM-23   Laurea Specialistica in Ingegneria Civile
Unicusano          Ingegneria          LM-23   Laurea Magistrale in Ingegneria Civile
UniMarconi        Ingegneria          LM-23   Laurea Magistrale in Ingegneria Civile
uninettuno        Ingegneria          LM-23   Laurea Magistrale in Ingegneria Civile
Unicusano          Ingegneria          LM-29   Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica
UniMarconi        Ingegneria          LM-30   Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica e Nucleare
uninettuno        Ingegneria          LM-31   Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale
E-Campus           Ingegneria          LM-32   Laurea Specialistica in Ingegneria Informatica e dell’Automazione
UniMarconi        Ingegneria          LM-32   Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica
uninettuno        Ingegneria          LM-32   Laurea Magistrale in Ingegneria Infomatica
E-Campus           Ingegneria          LM-33   Laurea Specialistica in Ingegneria Industriale - Progettuale Meccanico
Unicusano          Ingegneria          LM-33   Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica
UniMarconi        Ingegneria          LM-33   Laurea Magistrale in Ingegneria Industriale
UniMarconi        Ingegneria          LM-48   Laurea Magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale
UniMarconi        Ingegneria          LM-69   Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie


I MOOC: Federica ed Emma http://www.europeanmoocs.eu/
Cosa concretamente ci serve per entrare in EMMA
Serve un buon corso con materiale video e testuale. Il materiale video viene ospitato dal canale video o youtube di emma o vostro se ne avete uno e richiamato in emma. Il resto del corso è sulla piattaforma emma.
Che costi dobbiamo pensare per un piccolo incontro di Rosanna de Rosa a Bari o per farci un seminario
Nessuno. Ma ho bisogno di un invito formale per ragioni di rendicontazione.
Concretamente i costi e i prezzi su varie soluzioni

Al momento non ce ne sono. Ma più passa il tempo meno saranno le opportunità perché le risorse per ospitare e mantenere la piattaforma finiranno. Per il futuro ci stiamo orientando a chiedere un contributo di 5000 euro fino a tre corsi. Ma è ancora tutto da discutere.
Cercando di capire su che fondi possiamo attingere (Regionali, Nazionali), se servono fondi --- in teoria tu dici che partecipare a EMMA non ha costi
Suggerisco di fare progetti con erasmus plus. In molti stanno facendo così per avere risorse sufficienti a sviluppare interi pacchetti formativi. Ma anche Fse e fondi ordinari, sono buoni canali.