C'è ANCHE IL BLOG DI UN DOCENTE DEL POLITECNICO
Ma a Taranto non c'è un seggio per votare
per recarsi lunedì a Bari è disponibile un bus
Gli studenti del Politecnico di Bari rivendicano il loro diritto allo
studio.
E quelli tarantini si sentono abbandonati e lamentano l'assenza di un
seggio elettorale locale. E' quello che emerge dal blog pensato dal professor
Michele Ciavarella, docente di Meccanica dei Materiali e progettazione
meccanica nella sede di Paolo VI.
Negli ultimi mesi il blog del docente, popolare tra gli studenti anche
per la sua tecnica più che moderna – organizza corsi di tutoraggio attraverso
Facebook - , è diventato un indispensabile punto di riferimento per gli
studenti universitari, non solo quelli pugliesi. L'anima della campagna
elettorale che di fatto si chiuderà con le elezioni del nuovo Rettore il 9
settembre se il candidato più suffragato sarà uno solo. Impresa non facile
secondo Ciavarella che si esprime con parole di apprezzamento verso tutti e cinque
i candidati-rettore giunti in dirittura d'arrivo.
Inizialmente, gli aspiranti erano otto, ma tre hanno rinunciato alla
candidatura.
Ieri, durante l'assemblea tenuta dal preside del centro
interdipartimentale Magna Grecia, Gregorio Andria, i candidati hanno presentato
i loro programmi. Intanto su internet è acceso il dibattito su "ilrettorechevorrei";. E proprio grazie all'intenso movimento creato dai
giovani che partecipano alla discussione, e al pressing avviato dai sindacati,
è stato messo a disposizione un bus per coloro che lunedì prossimo si
recheranno a Bari per il primo turno dell'elezione del nuovo rettore. Ma il
blog si sofferma anche sulle problematiche legate all'Università. Diverse le
proposte in cantiere, tra le quali quella di abrogare la legge che impedisce di
conseguire più titoli di studio contemporaneamente.
[p.giufrè]
ps. a proposito di valutazione, un bell'articolo sulle classifiche di M. Regini di Milano è consultabile http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/09/06SIB5021.PDF.
<< Ecco il
Politecnico che vogliamo realizzare >>
I cinque
candidati a rettore si presentano nella sede di Taranto
Si avvia al
termine la campagna elettorale per la candidatura alla carica di rettore del
Politecnico di Bari. E cresce il confronto tra i docenti pronti a prendere il
posto di Nicola Costantino, che si è dimesso a giugno, e gli studenti
universitari. Ieri, nella sede tarantina di Paolo VI, i cinque candidati al
rettorato si sono <> presentando all'assemblea di docenti
e studenti i loro programmi. Tutti ugualmente degni di attenzione. Anche se
solo uno potrà essere portato avanti dal futuro rettore, che potrebbe essere
eletto già lunedì prossimo al primo turno. C'è chi propone un «Politecnico
etico», chi lo vorrebbe rendere più «democratico», chi è pronto a difendere a
denti stretti il polo di Taranto anche se non è tarantino. Chi lo ha già fatto
accanto al rettore dimissionario, rispetto al quale però intende porsi su un
piano di «discontinuità», e chi infine chiede più risorse per una proficua
collaborazione con il territorio. Come Leonardo Damiani, che annunciando di
voler «fare il rettore» e «non di essere eletto rettore» immagina una nuova
visione del Politecnico, proiettato anche verso un particolare rilancio della
realtà tarantina: «Questo è possibile attraverso una forte tipicità degli studi
e delle ricerche che sposino le esigenze del territorio».
«Taranto è
Politecnico a tutti gli effetti – dice l'abruzzese Eugenio di Sciascio – ed ha
necessità di un impegno serio e concreto su base pluriennale. Prima di tutto
perché Politecnico è nato su Bari e Taranto e qui deve restare, e poi perché
questa è un'Università pubblica, con una responsabilità sociale che non può
venire meno nel momento in cui Taranto è esempio di una problematica non
nazionale, ma europea e mondiale, alla quale va data una risposta. Dal canto
suo, quindi, il Politecnico non può tirarsi indietro». Di Sciascio mira ad un
«progetto credibile, specifico su Taranto, che va costruito innanzitutto con
chi nella città vive, opera ed ha intenzione di continuare a starci, e con il
coinvolgimento di tutti gli attori che sono presenti nel territorio.» E se
dovesse diventare rettore Luigi Maria Galantucci come cambierà il Politecnico?
«Sarà un Politecnico etico con dei valori, dei comportamenti ed una prospettiva
ad ampio respiro con una grande condivisione verso lo sviluppo di una comunità
che, per quanto piccola, ha grandi capacità sia nella ricerca che in molte
punte di eccellenza. Può quindi offrire molto al territorio in termini di
sviluppo ed innovazione». Anche nella visione di Vito Albino c'è una maggiore
integrazione tra sede tarantina del Politecnico ed istituzioni locali: «Il
Politecnico deve contribuire al processo di metamorfosi economica e sociale
della città, collaborando con tutte le istituzioni per cercare di costruire con
loro un progetto che sia coerente con tutte le azioni che si stanno effettuando
sul territorio». Ed infine l'unica donna pronta ad occupare la poltrona di
rettore. Concetta Giasi ha deciso di candidarsi alla carica di rettore sena
pensarci due volte. «Ho agito così – afferma – anche nel momento in cui mi sono
proposta all'Ordine degli Ingegneri dietro richiesta di tanti giovani che mi
hanno spinto a scendere in campo. La riflessione è stata fatta dopo, in un
secondo momento, quando ho confermato la scelta con maggior convinzione ».
Giasi racconta di aver presentato la sua candidatura al Politecnico « per
reazione » dopo ave appreso delle dimissioni del rettore Costantino. «Il mio
programma – sottolinea – porta ad una maggiore democrazia perché ritengo che il
Politecnico fino ad oggi abbia potuto volare poco sugli obiettivi di sviluppo,
di trasferimento tecnologico, di risultati scientifici, perché troppo legato a
sistemi passati. Sono queste delle zavorre che non ci consentono di volare e
che vanno eliminate. E' su questo che poggia il mio programma, mettendo fine ad
una mentalità che non porta avanti il merito. Ci deve essere apertura ai
giovani e democrazia partecipata ». E i progetti per Taranto? «In quanto
ingegnere ed ordinario di Geoingegneria ambientale ho potuto vedere che nel
mondo per esempi di aree degradate come Taranto, ci sono stati anche grande
sviluppo ed il danno ambientale stato
sfruttato come risorsa per il territorio. Questo si deve fare anche per Taranto
».
ps. a proposito di valutazione, un bell'articolo sulle classifiche di M. Regini di Milano è consultabile http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/09/06SIB5021.PDF.
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