domenica 13 giugno 2010

Dopo i ricercatori, anche i prof. a contratto scendono in guerra! Avremo 90mila da stabilizzare almeno prima dei ricercatori a tempo determinato.

Avremo ora 90 mila docenti da stabilizzare, prima che qualche povero ingenuo che vuole passare per merito e non è passato finora, magari perchè è all'estero, potrà tornare in Italia. Largo allora alle nuove stabilizzazioni! Poichè tuttavia tutti parlano di merito, ne torno a parlarne anche io, come alla lettera al direttore della Gazzetta, anche se mi attiro le critiche, ben meritate visto che ci sono grandi numeri di persone che si muovo contro il merito. Ora mi attirerà le critiche dei professori a contratto, ma ormai ci sono abituato. Chissà che alle urla rumorose degli arroganti, faccia eco il silenzio assordante dei giusti.

Cosa diranno infatti ora i ricercatori in sciopero, visto che i prof. a contratto chiedono regolarizzazione e minacciano la class action... si va avanti con cicli di assunzioni precarie e stabilizzazioni di massa ope legis -- avanti il prossimo!

E chi sarà daccordo ora con la categoria ultra-precaria dei ricercatori a tempo determinato? Nel resto del mondo, come ho già ricordato in precedenti post, per es. questo sui ricercatori, c'e' la categoria dei docenti in prova "Assistant professor", e dopo 5-6 anni, viene contemporaneamente valutato per la promozione ad "Associate professor" e per la conferma- tenure. In Italia, con la classe dei ricercatori, i docenti in prova vengono confermati praticamente al 99-100% delle volte, ma non promossi sempre, e questo ha creato un certo malumore, esploso pero' ora dopo 30 anni in modo curioso, in concomitanza con i tagli più severi della storia dell'Università, e con la messa in esaurimento della categoria. Si teme cosa esattamente? Che scelta di tempi è questa?


Sui corsi e ricorsi del reclutamento italiano, si veda questo commentando il bel libro di Andrea Graziosi sul degrado dell'Università Italiana ad università di massa per allargamento, e questo sulla proposta di prepensionamento Carrozza-Meloni.

Fino al 1968, c'era un sistema di ordinari-direttori di istituti monocattedra (i "baroni") che avevano un codazzo di assistenti e incaricati sottopagati e non regolari. Con il fallimento di tutte le proposte di Riforma, si arriva agli anni '80, in cui entrarono con "ope legis" ossia senza vero concorso, oltre 30 mila docenti, che nei prossimi 10 anni andranno quasi tutti in pensione -- i numeri esatti cambiano da un autore e un giornalista all'altro, ma in sostanza mi fido di questi numeri di Sylos-Labini e Zapperi.

Ora, non contenti di questo mega-concorso, e di altri mega-concorsi anche per ordinari (dal '73 ad oggi), l'Università italiana ha visto il "mega-concorso" Berlinguer negli anni a cavallo del 2000, con un 20% di incremento della classe docente (da 50 mila a 60mila) e un ben più sostanzioso progresso della classe degli ordinari (+50%). Sarebbe interessante capire dei ricercatori nati nel 1982 ossia 30 anni fa, quanti sono passati associati prima della Berlinguer e quindi probabilmente ordinari con il concorso Berlinguer. E sapere quanti degli associati ex-382 degli anni 80 sono passati ordinari. In definitiva, quanti dei 26 mila attuali ricercatori che vogliono passare associati allargando la categoria, non quelli originari degli anni '80, che hanno avuto fior fior di possibilità di passare associati con concorsi.

Comunque, stabilizzare oggi i 26 mila ricercatori, anche se non in modo oneroso subito (ma shiftato di qualche anno tramite una nuova scala di anzianità), è operazione pari quasi alla 382 come grandezza. E questa della class action dei prof. a contratto è una nuova ondata di stabilizzazione, con numeri senza precedenti.

Si tratta infatti di più dell'attuale classe di professori strutturati, visto che il CODACONS parla di 55% del corpo docente è composto da professori a contratto che, come dicono i ricercatori "pur essendo impegnati in mansioni del tutto paritetiche a quelle dei docenti interni, ricevono un trattamento economico a dir poco insignificante e sono privi di qualunque tutela assistenziale e previdenziale”. Se i docenti italiani sono 60mila, deduco che quelli a contratto sono almeno altrettanti.

Insomma, queste operazioni, guai a chiamarle "ope legis", potrebbero stabilizzare o far passare di grado un totale di 26mila + 60mila= quasi 90 mila docenti, mentre la Gelmini parla di tagliare il fondo FFO del 20%, ossia vorrebbe tornare ai 50 mila docenti del prima Concorso Berlinguer. Un gran casino, e certo, il merito di chi vorrebbe passare per concorso meritocratico, è cosa su cui non fare affidamento!

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