venerdì 16 marzo 2012

Lettera a Tito Boeri: come Profumo può uscire dalla Palude dell'Università per ascoltare Tito Boeri e tutta italia?

Risposta a Tito Boeri: come Profumo può uscire dalla Palude dell'Università?

Abbiamo letto l'editoriale su Repubblica di Tito Boeri, importante economista Bocconiano, che critica per la prima volta in modo nettissimo quanto sta facendo Profumo proseguendo la Riforma Gelmini (e dire che finora i bocconiani, ossia Giavazzi, parlavano di “riforma sana”, e Perotti pensava fosse la “riforma radicale” che aveva auspicato qualche anno fa sulla rivista La voce.info appunto di Tito Boeri).

Io penso che sia molto peggio di come dice Tito Boeri, in quanto mi sono convinto, leggendo la storia delle Riforme in UK che mi ha inviato un Ex Rettore dell’Università di Leicester, Alan Ponter, per un convegno di domani Sabato 17 Marzo al Politecnico, che di palude si tratta in italia da almeno 50 anni. Se si sono create Università al Sud come al Nord, nessuno sa per quanti studenti e per fare cosa. Andreotti disse che non e' mai fatto un vero piano strategico per l'università, si andava dal ministro a chiedere nuove universita' e nuove cattedre.

Ma fotografiamo la situazione oggi. Mentre Germania, Russia, Inghilterra, e altri si basano su un finanziamento che dipende dal numero di studenti che vai a formare, ad un costo standard per studente (come oggi si dice in Sanità, e in questo caso in senso inverso, ossia al Sud si dice che costa di piu' il paziente), qua al Sud viene fuori che lo studente costa meno! Ovvero, che ci sono meno docenti da pagare per ogni studente. Sarebbe giusto investire di più, invece si vuole togliere persino quel poco che si “concede”.

Stamattina ho fatto semplici calcoli, sommando FFO del 2011 (il Fondo di Finanziamento Ordinario alle Università), diviso per macroaree: si ha che il Nord si becca il 32% del totale di FFO, il centro il 41%, e il sud solo il 27%. E come se non bastasse, abbiamo anche una riduzione maggiore al SUD nei tre anni da 2008 a 2011 (% riduzione -10,6% al SUD, -3,2% al Centro, e -2,82% al Nord) grazie al tagli della ditta Gelmini & Profumo.

Siamo ancora ai tempi di prima dell'Unità di Italia, e non sappiamo nemmeno cogliere l'opportunità di un SUD che puo' svezzare i figli pigri della ricca borghesia milanese, magari i figli di Tito Boeri e dei bocconiani, che certo studiano alla Bocconi, mentre in USA, se nasci ad Harvard, tutto fai tranne che restare a casa sul divano comodo e frequentare Harvard.

Ecco come si forma la generazione ne' ne', un milione di giovani inattivi che non studiano né lavorano, perche’ dove non c’e’ lavoro, non c’e’ università, e dove c’e’ lavoro, c’e’ troppa Università!

Se Tito Boeri sarà daccordo con me che occorre investire in Università, sarebbe meglio chiarire che occorre farlo soprattutto al Sud, invertendo la tendenza Gelmini ma di molto! “Parcheggiare i giovani disoccupati”, al limite! Ma non parcheggiamoli tutti alla Bocconi, che costa tantissimo al contribuente, tantissimo allo studente, e tantissimo alla famiglia che lo deve mandare e sostenere per 10 mila euro di tasse all'anno, e 1500 euro di vita al mese a Milano.

Dalla palude dell'università si esce facendo scelte radicali. Si deve investire al sud, trasferire a costo zero docenti e studenti al sud (magari si son stancati di stare nelle grigie città del nord i tanti meridionali trasferitisi), facendo anche grandi residence per studenti, anche sfruttando le nostre coste e i nostri poli artistici, creando grandi campus al sud, dove anche gli studenti del nord, vanno a studiare, con beneficio e risparmio di tutti. E' finita l'epoca della Universita' sotto casa per gli studenti, ed e' finita l'epoca delle universita' sotto le grandi aziende, dato che ormai non vedo un vero motivo per restare -- persino la FIAT ha quartieri generali in USA ormai.

E in UK hanno fatto proprio questo. Leggete dal discorso di Ponter a COSAU - POLITO sabato 17 Marzo

Un aspetto che chiaramente distingue i nostri sistemi è il reclutamento di docenti e degli studenti. Tutte le nostre università sono residenziali e ora c’è la tacita aspettativa che il diplomato o laureato andrà in una Università ad una certa distanza da casa. Questo nasce dalla demografia; una percentuale elevata della popolazione vive nelle città e nei villaggi. Ci sono certamente schemi ricorrenti di reclutamento e le Università scozzesi trovano ancora la maggior parte degli studenti tra i propri cittadini, ma la popolarità di Exeter, Bath e Bristol tra i figli e le figlie delle classi medio-alte di professionisti di Londra è stata attribuita alla ferrovia Brunel e alla loro distanza da Londra, ancora in Inghilterra e non nel Nord. Città universitarie con una reputazione per una buona vita studentesca, come Newcastle, sono popolari. Infatti, e questo contrasta maggiormente con l'Italia, le città in recessione industriale, dove il costo della sistemazione è basso, hanno un vantaggio. Città in declino industriali come Leicester, Manchester e Newcastle sono diventate città universitarie dove la presenza di Università forti fornisce la migliore speranza per la ripresa economica ed è vista e apprezzata come tale.

Altra proposta innovativa. Basiamoci una volta per tutte sul merito. H-index avrà tanti difetti, e per es. dipende dalle materie, ma certo permette una prima scrematura tra ciuccissimi, e bravissimi. La Gelmini la voleva mettere nell'ANVUR come criteri concorsi, il parlamento ha bocciato, ora non so a che punto siamo.

Allora, in parallelo ad ANVUR, creiamo un gruppo di Top Italian Scientists che hanno h-index almeno pari a 30, come ho lanciato (in inglese) sul blog di Harvard ieri (http://imechanica.org/node/12111) insieme ad alcuni colleghi, e allargando il gruppo anche agli holders di grants ERC, di fellowships Fulbright, e Humboldt, come Google Group (
http://groups.google.com/group/topitalianscientists?hl=en), Facebook group (https://www.facebook.com/groups/316993078364403/), e un Blog http://topitalianscientists.blogspot.com/

Siete invitati ad unirvi, e a partecipare alle discussioni. Spero questa lettera venga letta da Tito Boeri, e tutti i bocconiani, fino a Monti che e’ il presidente onorario credo ancora.

Cordiali Saluti
Michele Ciavarella
Politecnico di BARI, delegato del Rettore al CNR
Humbolt Fellow, TUHH Hamburg, DE

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