mercoledì 14 marzo 2012

Il Presidente Vendola e l’intera Giunta regionale per politiche di sostegno nei confronti del sistema universitario pugliese

Bari, 14 marzo 2012
Il Consiglio regionale della Puglia
Premesso
che la situazione delle Università meridionali è fortemente compromessa dalla attuale configurazione del sistema, che prefigura un sistema universitario nazionale in cui gli atenei pubblici risultano penalizzati e ridefiniti in Atenei di ricerca e insegnamento (research universities), pressoché tutti al Nord, e Atenei di insegnamento (teaching universities), differenziandoli di fatto in Università di serie A e serie B.
Considerato
- che il Decreto “Profumo”, DM 393/ 2011 aveva escluso le Università pugliesi (tranne quella di Lecce) dal piano di reclutamento straordinario dei professori associati per l’anno 2011, in considerazione della “non virtuosità” degli Atenei nella gestione del proprio bilancio (per aver superato il rapporto del 90% fra costi stipendiali e fondo di finanziamento ordinario), peggiorandone drasticamente la condizione e soprattutto individuando criteri di valutazione non del tutto chiari né condivisi;
- che i rettori delle università pugliesi si sono fatti parte attiva nella protesta delle università contro questo provvedimento, con una nota congiunta indirizzata al ministro Profumo;
- che le Università di Bari hanno manifestato il proprio dissenso in una assemblea tenutasi lo scorso 23 gennaio;
- che grazie alla mobilitazione creata intorno al caso l’emendamento è stato approvato e a parziale risarcimento è stato riconosciuto il diritto delle Università alla dotazione ordinaria anche in caso di non virtuosità.
Rilevata l’esigenza
di vigilare sull’iter parlamentare di approvazione dello schema di Decreto delegato n. 437, attuativo della delega di cui all’art. 5 della stessa legge 240 in tema di bilanci delle Università e di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (FFO). Secondo la relazione tecnica redatta dallo stesso Ministero e allegata al Decreto in discussione, ben 37 università italiane si troveranno in una situazione tale per cui saranno costrette ad un turn over che peggiorerà ulteriormente il già pessimo rapporto docenti/studenti. Tanto condannerà all'emigrazione “forzata” le presenti e future generazioni di giovani studiosi, già intollerabilmente precarizzate dall'introduzione della figura del “ricercatore a tempo determinato”. Inoltre, il decreto favorisce le università con un sistema di tassazione elevato, invitando così indirettamente gli Atenei ad aumentare ancora il prelievo fiscale, nonostante il nostro Paese sia già al terzo posto in Europa quanto ad oneri a carico dagli studenti.
Ricordando
che le Università pugliesi, come tutte quelle meridionali, saranno particolarmente penalizzate dai nuovi criteri di valutazione dell’agenzia ANVUR, che determinerà la classifica delle Università in base alla loro produttività, legate anche alle risorse del territorio e degli enti locali investitori
Preso atto
di una situazione universitaria le cui sorti sono indissolubilmente legate all’intero sistema regionale sia produttivo che culturale
ribadendo
che l’Università pubblica rappresenta un patrimonio fondamentale per lo sviluppo complessivo della Puglia

impegna il Presidente e l’intera Giunta regionale

• a mettere in atto politiche di sostegno nei confronti del sistema universitario pugliese ed in particolare azioni dirette a sensibilizzare il ministro Profumo sull’esigenza di non lasciar degenerare il sistema universitario verso una penalizzante diversificazione delle Università fondata esclusivamente sull’area geografica nella quale sono collocate e non sulle oggettive qualità didattiche e di ricerca
• ad assumere posizioni determinate, soprattutto in relazione al confronto sul Decreto 437, a restituire il finanziamento delle Università a parametri certi, condivisi e soprattutto stabili nel tempo.
• a coinvolgere i parlamentari pugliesi per fare fronte comune, in un momento di particolare gravità e decisiva importanza per il sistema universitario, risorsa insostituibile ai fini dello sviluppo culturale sociale ed economico di tutto il territorio regionale.

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