Sono uscite qua le proposte PD (coordinatore Marco Meloni) per l'Università
Ve li riassumo in 5 punti, che sono in gran parte condivisibili, ma tuttora impostati a non voler rinunciare a chiedere maggiori risorse, e non stravolgono il funzionamento, anzi vorrebbero correggerlo, ma in pratica inducono un altro transitorio, e in gran parte, non incideranno granchè, continuando il declino cui stiamo assistendo, senza correggere le storture che ci sono da sempre.
Non mi pare riconoscano che l'attuale divisione in sedi "virtuose" e sedi non "virtuose", incide pesantemente SOLO E SOLTANTO sul RECLUTAMENTO del personale nuovo.
E quindi andrebbe stravolta, non solo ritoccata, come si propone.
Inoltre, non mi pare colgano le enormi storture del Piano Straordinario, e nemmeno chiariscano quali posizioni prendere per l'idoneità.
Si parla solo di accelerare, di fatto dando ampio mandato alla cieca al Governo di operare, in modo che il rischio qualcuno che non conosciamo scriva i nuovi criteri ad uso e consumo di qualcunaltro, continui. Con la politica molto arbitraria, non si va lontano, e questo pare proprio un documento non tecnico e troppo di "lasciapassare". Un assegno in bianco!
A mio avviso, andrebbe invece abbandonata la valutazione delle strutture, che in Italia non è praticabile, e concentrata la valutazione delle persone/individui.
Invece infatti di trovare algoritmi sempre più complessi per valutare le strutture, i quali algoritmi, non noti ai più, influiscono pochissimo sui comportamenti degli stessi, non si riconoscono le cose più ovvie, ossia che gli stipendi dei contratti a tempo indeterminato coprono circa il 90% nella stragrande parte delle Università italiane. E quindi che senso ha parlare di scendere nella parte "non premiale"?
Finchè restano i contratti a tempo indeterminato, ossia finchè non ci sarà una crisi tipo Grecia, sarebbe più semplice ammettere questo, e fissare IL TETTO MINIMO ORA PER ALLORA, con la spesa di stipendi a tempo indeterminato.
Per la parte premiale, visto che incide sul reclutamento, si faccia piuttosto uno spostamento sugli individui, in modo che poi dalle graduatorie di merito dei reclutamenti, gli individui stessi portino con se piu' o meno budget alle Università dove loro vogliono andare.
Si parla di niente di diverso del concorso di Magistratura.
Sul ricercatore di tipo B, è troppo facile chiedere la luna. Non lo sta bandendo nessuno. Meglio sarebbe chiedere un ricercatore di tipo C, ossia con un budget assicurato ogni 2 posti, in modo che si fa alla fine di una tenure-track, una scelta del migliore 50% dei ricercatori di tipo C.
Cmq riepilogo qua le proposte PD, che contengono anche Tasse, il contratto di tipo B, etc.
1) avvio delle procedure di abilitazione nazionale e accelerare l’attuazione del piano straordinario per la chiamata di professori associati svincolando la distribuzione dal rapporto assegni fissi/FFO dei singoli atenei -- proposta di legge, prima firmataria Ghizzoni, sottoscritta da tutte le forze politiche nella commissione Cultura della Camera
2) contratto unico di ricercatore TD di tipo b) con una vera tenure track.
3) ripartizione delle risorse ordinarie con programmazione pluriennale, assegnazione tempestiva (entro il 31 gennaio di ciascun anno), nuovi criteri trasparenti per l’assegnazione di una quota variabile di risorse il più possibile ampia.
3a) Base assicurata a ciascun ateneo, e una percentuale, sempre più ampia, assegnata in base alla valutazione, all’individuazione di un costo standard per studente, al numero di studenti fuori sede, all’internazionalizzazione e alla coesione territoriale, da realizzarsi con piani regionali del sistema universitario e con la finalità di garantire che in tutto il territorio vi sia un’adeguata presenza di strutture di qualità.
3b) superamento delle attuali limitazioni al turn-over per redistribuzione dei punti organico, lasciando agli atenei il 50% dell’intera quota dei punti organico resi disponibili ogni anno e assegnando il resto in base alla valutazione, fissate comunque le consistenze minime degli atenei necessarie per assicurare la presenza di adeguati sistemi di istruzione universitaria su base regionale.
4) È importante che l’ANVUR consolidi la propria attività, con attenzione prevalente alla valutazione delle strutture universitarie demandando invece agli atenei la valutazione di singole iniziative e delle performance individuali.
5) Tasse: tassazione maggiormente progressiva[1] e più omogenea territorialmente. [1] Un esempio è il sistema proposto dall’Osservatorio regionale per l’Università della Regione Piemonte, adottato nel 2011/12 dal Politecnico di Torino, per cui ad ogni incremento di 1.000 euro di ISEE corrisponde una diversa fascia contributiva. Si ipotizza un importo per la prima fascia pari a 300 euro ed un incremento della tassa da una fascia all’altra di 30 euro, di conseguenza chi rientra nell’ultima fascia (con oltre 80.500 di ISEE) pagherebbe 2.130 euro.
"In our time it is broadly true that political writing is bad writing. Where it is not true, it will generally be found that the writer is some kind of rebel, expressing his private opinions and not a "party line." Orthodoxy, of whatever color, seems to demand a lifeless, imitative style." George Orwell, "Politics and the English Language," 1946
venerdì 30 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
mia lettera a Gazzetta sui concorsi e proposta al CNRU di Marco Merafina
Il piccolo spunto critico di oggi su Gazzetta. In realtà, nel calcolo che faccio c'e' piuttosto un altro errore o approssimazione --- io considero che i parametri ANVUR (che sono calcolati sulla base della mediana della categoria SUPERIORE), siano applicati alla categoria stessa, altrimenti il conto è impossibile. E questo fa parte delle assurdità barocche del Piano, che comincio a pensare non abbia voluto nessuno, se non qualche mente diabolica che NON vuole fare spendere i soldi davvero. Insomma, se io fossi un ricercatore, e specie di Università non virtuosa, non avrei molte speranze.
Tuttavia, la verità sempre sta nel mezzo. Qualche ragione ci deve essere se le Università non virtuose non lo sono. Se Zich fece i trucchi per non far risultare i fuori corso, e noi lo abbiamo fatto 20 anni dopo, qualche verità c'e'. Se Trento ha riservato 30% del suo budget alla chiamata diretta di vincitori ERC, allora qualcosa di vero ci sarà. Il nostro Rettore Nicola sta facendo molto, ma dobbiamo supportarlo e incitarlo / incentivarlo a fare delle politiche da Università virtuosa, e NON solo da Università del sud che si lamenta di avere i tagli....
Sui parametri ANVUR davvero mi pare barocco che non facciano il 50% della categoria stessa.... anche solo per fare calcoli come ho fatto io !!
Magari chiedo a Giacinto Scholes che credo conosca il Presidente di ANVUR di avere lumi su questa vicenda.
Intanto, non vi riesco a documentare altri passi avanti, parlando con Marco Merafina, che è abbastanza noto (è andato anche a Porta a Porta e Report), ma si lamenta come me del Piano e anche lui dice che i soldi sono solo promesse!
Io ho ricevuto da lui la sua proposta, che ha discusso con il Min Gelmini, senza esito.
Io gli ho detto, ma a nome mio, ovviamente non esistendo uno strumento di direttivo qua, che io sarei a titolo personale contento, e daccordo, SOLO SE
1) LA IDONEITA' viene pero' resa NON UNA FORMALITA' (rimangono i minimi ANVUR, possibilmente nella stessa categoria, in modo che e' tutto piu' semplice)
2) Se ci sono graduatorie progressive, e la chiamata dei migliori è incentivata da budget del ministero, come in magistratura, cosicche' uno possa scegliersi la sede, e quelle che si svuotano, pazienza!
3) l'automatismo NON è completo, nel senso che si prendono i ricercatori in ORDINE di GRADUATORIA, e FINCHE' TERMINANO certi requisiti di copertura contabili, che Merafina abilmente sposta in avanti, ma che comunque prima o poi incidono e quindi vanno valutati.
Che ne dite?
Cordialita', Michele
Tuttavia, la verità sempre sta nel mezzo. Qualche ragione ci deve essere se le Università non virtuose non lo sono. Se Zich fece i trucchi per non far risultare i fuori corso, e noi lo abbiamo fatto 20 anni dopo, qualche verità c'e'. Se Trento ha riservato 30% del suo budget alla chiamata diretta di vincitori ERC, allora qualcosa di vero ci sarà. Il nostro Rettore Nicola sta facendo molto, ma dobbiamo supportarlo e incitarlo / incentivarlo a fare delle politiche da Università virtuosa, e NON solo da Università del sud che si lamenta di avere i tagli....
Sui parametri ANVUR davvero mi pare barocco che non facciano il 50% della categoria stessa.... anche solo per fare calcoli come ho fatto io !!
Magari chiedo a Giacinto Scholes che credo conosca il Presidente di ANVUR di avere lumi su questa vicenda.
Intanto, non vi riesco a documentare altri passi avanti, parlando con Marco Merafina, che è abbastanza noto (è andato anche a Porta a Porta e Report), ma si lamenta come me del Piano e anche lui dice che i soldi sono solo promesse!
Io ho ricevuto da lui la sua proposta, che ha discusso con il Min Gelmini, senza esito.
Io gli ho detto, ma a nome mio, ovviamente non esistendo uno strumento di direttivo qua, che io sarei a titolo personale contento, e daccordo, SOLO SE
1) LA IDONEITA' viene pero' resa NON UNA FORMALITA' (rimangono i minimi ANVUR, possibilmente nella stessa categoria, in modo che e' tutto piu' semplice)
2) Se ci sono graduatorie progressive, e la chiamata dei migliori è incentivata da budget del ministero, come in magistratura, cosicche' uno possa scegliersi la sede, e quelle che si svuotano, pazienza!
3) l'automatismo NON è completo, nel senso che si prendono i ricercatori in ORDINE di GRADUATORIA, e FINCHE' TERMINANO certi requisiti di copertura contabili, che Merafina abilmente sposta in avanti, ma che comunque prima o poi incidono e quindi vanno valutati.
Che ne dite?
Cordialita', Michele
Etichette:
associati,
concorsi,
marco merafina,
ope legis,
piano straordinario
martedì 27 dicembre 2011
un Rettore "Virtuoso" ucraino molto particolare
Alcuni video ce lo presentano subito.
Oggi parliamo di un personaggio emblematico secondo me del collasso delle Università nei paesi ex-sovietici, il cui sito web è imperdibile, ricco di foto curiose, canzoni,e video di spettacoli. Poplawski, Mikhail Mikhailovich - Rettore della Università Nazionale di Cultura e le Arti di Kyiv, il proprietario di una catena di ristoranti, uno dei fondatori della scuola nazionale di gestione delle attività sociali e culturali, il presidente della International Charitable Foundation bambini Ucraina; talento, autore e produttore di passaggio televisivo per bambini nel progetto zіrok.
Nato 28 novembre 1949 nella regione di Kirovograd. Si è laureato dalla scuola Gorlovka professionale № 25 macchinista di specialità, e nel 1979 si laurea nel Istituto di Cultura di Kiev. Nel 1990 - ha difeso la sua tesi di dottorato presso l'Accademia di Cultura Leningrado. Dal 1993 - nominato rettore dello Stato Kiev Istituto di Cultura. Nel 1994 - viene rimosso dal suo incarico dal rettore dello Stato Kiev Istituto di Cultura, nel 1995 - tornò alla carica di rettore KGIKa.
Nel 1999 ha fondato la sua catena di ristoranti. Nel 2000 - insignito dell'Ordine di Michael Grushevsky IV grado rozbudovu per l'Ucraina. Nel 2002 - deputato eletto dell'Ucraina. È stato nominato vice capo della commissione Verkhovna Rada per la cultura e spiritualità. Nel 2004 - Michael Poplawski è stato eletto presidente dell'organizzazione internazionale dell'Associazione degli ucraini nel mondo.
Nel 2009 M. Poplawski è stato insignito del titolo di Man of the Year nella categoria Artista dell'Anno. Nel novembre 2009, M. Poplawski presenta una edizione commemorativa - che comprende i sette volumi edizione: Rettore, Pedigree Michael Poplawski (avt. M. Weaver), Antologia della moderna pop leadership ucraina un'immagine di marca, Relish, Photo Album.
Nel gennaio 2010, ha lanciato un progetto a livello nazionale in televisione, la canzone ucraina, autore dell'idea e il produttore generale. Cavalier pieno dell'Ordine al Merito (2000, 2001. 2007.). Nel 23 agosto 2008 dal DPR M. Poplavskij - Artista del popolo dell'Ucraina, è produttore generale, regista principale, l'autore dell'idea di creare concorrenza per bambini ucraino passaggio televisivo zіrok. E' sposato. Da questo matrimonio un figlio, Alexander. Sito web personale: www.poplavskiy.com
E ora, le critiche. In Anna Herman, "Poplawski - parassita", troviamo che Mikail avrebbe il cattivo gusto di criticare tutti quanti - giornalisti, cantanti, critici musicali. AP Vice Hanna Herman ha detto della sua mancanza di gusto, e che Poplawski sta causando danni enormi alla cultura ucraina "La sua università - un focolaio di kitsch, di cattivo gusto e ragazze nude "(è opportuno ricordare che è stata "attivista" del movimento FEMEN). Anna Nikolaevna "Vogliamo cambiare il concetto di cultura ucraina, e soprattutto, una cultura di insegnamento in Ucraina". Ma il laureato "Kulka" Viktor Pavlik ritiene che le accuse sono esagerate: "Sì, durante un concerto le ragazze hanno una curva con mini-gonne, ma questa è una caratteristica di Mikhail Mikhailovich. Non dimenticare quanto ha fatto per i bambini - ".
Dilettante al liceo ha lavorato in occasione di matrimoni, nell'esercito a suonare la batteria. - Il suo progetto "The Singing rettore" ha colpito la top ten. Lui dichiara di essere andato sulla scena per disperazione, ho dovuto salvare la scuola e me stesso. Era l'unica via d'uscita. Vero, se non fosse per la mia squadra, probabilmente non sarebbe successo qualcosa.
Oggi parliamo di un personaggio emblematico secondo me del collasso delle Università nei paesi ex-sovietici, il cui sito web è imperdibile, ricco di foto curiose, canzoni,e video di spettacoli. Poplawski, Mikhail Mikhailovich - Rettore della Università Nazionale di Cultura e le Arti di Kyiv, il proprietario di una catena di ristoranti, uno dei fondatori della scuola nazionale di gestione delle attività sociali e culturali, il presidente della International Charitable Foundation bambini Ucraina; talento, autore e produttore di passaggio televisivo per bambini nel progetto zіrok.
Nato 28 novembre 1949 nella regione di Kirovograd. Si è laureato dalla scuola Gorlovka professionale № 25 macchinista di specialità, e nel 1979 si laurea nel Istituto di Cultura di Kiev. Nel 1990 - ha difeso la sua tesi di dottorato presso l'Accademia di Cultura Leningrado. Dal 1993 - nominato rettore dello Stato Kiev Istituto di Cultura. Nel 1994 - viene rimosso dal suo incarico dal rettore dello Stato Kiev Istituto di Cultura, nel 1995 - tornò alla carica di rettore KGIKa.
Nel 1999 ha fondato la sua catena di ristoranti. Nel 2000 - insignito dell'Ordine di Michael Grushevsky IV grado rozbudovu per l'Ucraina. Nel 2002 - deputato eletto dell'Ucraina. È stato nominato vice capo della commissione Verkhovna Rada per la cultura e spiritualità. Nel 2004 - Michael Poplawski è stato eletto presidente dell'organizzazione internazionale dell'Associazione degli ucraini nel mondo.
Nel 2009 M. Poplawski è stato insignito del titolo di Man of the Year nella categoria Artista dell'Anno. Nel novembre 2009, M. Poplawski presenta una edizione commemorativa - che comprende i sette volumi edizione: Rettore, Pedigree Michael Poplawski (avt. M. Weaver), Antologia della moderna pop leadership ucraina un'immagine di marca, Relish, Photo Album.
Nel gennaio 2010, ha lanciato un progetto a livello nazionale in televisione, la canzone ucraina, autore dell'idea e il produttore generale. Cavalier pieno dell'Ordine al Merito (2000, 2001. 2007.). Nel 23 agosto 2008 dal DPR M. Poplavskij - Artista del popolo dell'Ucraina, è produttore generale, regista principale, l'autore dell'idea di creare concorrenza per bambini ucraino passaggio televisivo zіrok. E' sposato. Da questo matrimonio un figlio, Alexander. Sito web personale: www.poplavskiy.com
E ora, le critiche. In Anna Herman, "Poplawski - parassita", troviamo che Mikail avrebbe il cattivo gusto di criticare tutti quanti - giornalisti, cantanti, critici musicali. AP Vice Hanna Herman ha detto della sua mancanza di gusto, e che Poplawski sta causando danni enormi alla cultura ucraina "La sua università - un focolaio di kitsch, di cattivo gusto e ragazze nude "(è opportuno ricordare che è stata "attivista" del movimento FEMEN). Anna Nikolaevna "Vogliamo cambiare il concetto di cultura ucraina, e soprattutto, una cultura di insegnamento in Ucraina". Ma il laureato "Kulka" Viktor Pavlik ritiene che le accuse sono esagerate: "Sì, durante un concerto le ragazze hanno una curva con mini-gonne, ma questa è una caratteristica di Mikhail Mikhailovich. Non dimenticare quanto ha fatto per i bambini - ".
Dilettante al liceo ha lavorato in occasione di matrimoni, nell'esercito a suonare la batteria. - Il suo progetto "The Singing rettore" ha colpito la top ten. Lui dichiara di essere andato sulla scena per disperazione, ho dovuto salvare la scuola e me stesso. Era l'unica via d'uscita. Vero, se non fosse per la mia squadra, probabilmente non sarebbe successo qualcosa.
Etichette:
classifiche università,
collasso sovietico,
poplavski,
rettore,
ucraina,
virtuosità
La gara delle Ope Legis nella storia della Università italiana
Mi è arrivata la domanda intelligente, di quale sia stata la più grande ope legis nella storia della Università italiana.
Una analisi della % nella famosa ope legis del 1982 la abbiamo già riportata qua. Si tratta di 40 mila nuovi docenti nel senso di stabilizzazione e quindi numericamente forse è la più grande, ma dal punto di vista della promozione ad associato, io calcolavo una percentuale di promozione intorno al 30%.
Che quella ope legis dei favolosi anni '80 fosse un errore, tanti lo hanno detto. Segnalo ad es. un interessante intervento di Ignazio Marino al convegno sulla ricerca, organizzato anche dal Forum Ricerca e Università del PD, alla sede nazionale.
"credo sarebbe opportuno valutare i circa 30.000 professori (associati e ordinari) entrati in ruolo successivamente alla legge del 1980 e chiedere il pre-pensionamento per coloro che nell'ultimo terzo di secolo non hanno prodotto nulla scientificamente. Al tempo stesso si dovrebbero ammettere nel mondo accademico altrettanti giovani pronti e felici nell'essere valutati sulla base dei loro risultati ogni 3-5 anni. Insomma, un criterio di merito più che anagrafico. "
Su altri paragoni nella storia universitaria, segnalo dal mio commento al Libro di Graziosi, qua.
In particolare, segnalo un grafico che ho ricavato io stesso.
In figura sono tracciati alcuni dati presi dal libro sul numero di docenti (qui si è voluto equiparare incaricati e assistenti ad associati e ricercatori del post 382 degli anni 80, anche se le figure precedenti erano molto piu' precarie delle successive), con i dati rapportati all'unità nel 2008. Si vede chiaramente che tutte le varie categorie hanno avuto un aumento all'incirca simile, con una certa differenza nella dinamica degli assistenti/ricercatori che sono diminuiti di peso negli anni '80 per via delle promozioni di massa ope legis, e invece curiosamene seguono come numero esattamente la dinamica degli ordinari dopo il 1990. La crescita piu' ripida comunque appare chiaramente quella della categoria degli ordinari, che, contrariamente a quanto si dice solitamente, era piu' numerosa in proporzione in passato, anche se con un ruolo infinitamente piu' importante.
Per i concorsi Berlinguer, che ovviamente nemmeno difendo, dal Libro di Graziosi pag.101 leggo che nel 2000-2002 "il numero di ordinari esplose, passando dai meno di 13.000 del 1999 a piu' di 19000 del 2005, con un aumento di quasi il 50%. Tuttavia, sono 6000 che passarono ordinari, a partire da 15.600 associati, quindi una promozione del 38% degli associati!
Gli associati crescevano del 20%, e i ricercatori del 10%.
Quindi se proprio dobbiamo lasciare parlare i numeri, gli associati intorno al 2000 si sono fatti la vera OPE LEGIS. Non ci sono dubbi.
Siamo nelle stesse condizioni ora? E' cosi' che vogliamo fare? Avete sentito parlare di Grecia e crisi internazionale? Errare humanum est, sed diabolicum lo avete sentito dire? Io parlo contro il mio interesse dato che sono associato, e mi piacerebbe per il mio puro interesse una altra OPE LEGIS tipo i concorsi degli anni 2000, concorsi Berlinguer, dell'ex Rettore di Siena Luigi Berlinguer, poi Ministro dell'Università. Siena tra parentesi, non è oggi la più indebitata delle Università?
In conclusione, la classifica delle ope legis, dalla peggiore alla migliore è
1) concorsi Berlinguer (x associati) -- 38% di promossi
2) concorsi L.382 degli anni '80 (solo nel passaggio da Assist.Ord. ad associati) -- 33%
3) concorsi Merafina (passaggio da ric. ad associato) 27%
Andrebbero fatte le intere tabelle di tutti i passaggi per vedere quello più cospicuo. Naturalmente, questi sono significativi in senso statistico, perchè non sappiamo quanti bravi ci sono nel campione. Notate che una promozione al 100% è sicuramente meno meritocratica di una promozione al 10%, ma lo è altrettanto di una allo 0%.
PS. Tanto per dirvi che io so bene come sarà dura far passare anche qualcosa della mia proposta, ecco una risposta interessante di un importante personaggio politico. In pratica, fa capire che un motivo politico almeno della sinistra per fare le ope legis, di fatto, è che quando c'è abbondanza, passano ANCHE i bravi !!!
ora vorrei capire quando non c'e' abbondanza allora a che servono le OPE LEGIS. Lui conclude che manca una strategia politica, io direi che mancano intanto i SOLDI per fare le "strategie" politiche del passato, ossia buttare via tanti soldi, che qualcuno dei soldi viene anche buttato bene!!
Io avrei un suggerimento di riserva a questo punto nella prossima comunicazione con Profumo: visto che da soli non ne usciamo, facciamo esattamente come fanno i paesi in quasi bancarotta:- chiediamo soldi all'estero, alle università straniere o ai governi stranieri, però poi diamo retta a come vogliono fare loro.
che ne dite? ci penso su un poco, in modo che quando mi faranno notare la prossima volta questa osservazione del politico di cui sotto, ho pronta la risposta!
saluti,
MICHELE CIAVARELLA
DA UN POLITICO:
La passione dei professori universitari (giovani o anziani che siano) per i “meccanismi” concorsuali è smodata eppure tutti sanno o dovrebbero sapere che nessun “meccanismo” ha mai funzionato. O meglio, ha funzionato sempre nella medesima direzione (lobbies accademico-scientifiche forti a livello nazionale, con un’unica breve eccezione a fine anni ’90 subito dopo la legge Berlinguer) e, da quel che ho letto in un tuo recente sfogo, persino contro di te stesso. Devo essere più preciso: un’altra eccezione ci fu all’inizio degli anni ’80, quando divenni io ordinario, perché era talmente enorme il numero di nuovi posti messi a concorso che era “facile” premiare i più bravi indipendentemente dalle scuole di provenienza e persino assumere stranieri. Tempi d’oro per l’università italiana, naturalmente a prezzo di una lievitazione della spesa pubblica di cui oggi paghiamo le conseguenze. Ma la parte che ci compete di quella lievitazione sostenne la transizione (rimasta poi parziale) all’università per molti rispetto a quella per pochi, cioè quella che io ritengo un successo sociale e culturale. D’altra parte 15000 ricercatori, 15000 associati, 15000 ordinari (DPR 382/1980) per 1.500.000 studenti circa non era mica una formula sbagliata né in quantità né in “profilo”. Ah, il buon senso degli antichi! Inoltre la fioritura della ricerca italiana a fine ‘900 (pensa anche ai PRIN, ai progetti finalizzati e ad altre iniziative intelligenti) è attribuibile a quelle scelte politiche. Quello che oggi manca è proprio una strategia politica, altro che ricette tecniche più o meno esoticamente brillanti o apparentemente tali.
Una analisi della % nella famosa ope legis del 1982 la abbiamo già riportata qua. Si tratta di 40 mila nuovi docenti nel senso di stabilizzazione e quindi numericamente forse è la più grande, ma dal punto di vista della promozione ad associato, io calcolavo una percentuale di promozione intorno al 30%.
Che quella ope legis dei favolosi anni '80 fosse un errore, tanti lo hanno detto. Segnalo ad es. un interessante intervento di Ignazio Marino al convegno sulla ricerca, organizzato anche dal Forum Ricerca e Università del PD, alla sede nazionale.
"credo sarebbe opportuno valutare i circa 30.000 professori (associati e ordinari) entrati in ruolo successivamente alla legge del 1980 e chiedere il pre-pensionamento per coloro che nell'ultimo terzo di secolo non hanno prodotto nulla scientificamente. Al tempo stesso si dovrebbero ammettere nel mondo accademico altrettanti giovani pronti e felici nell'essere valutati sulla base dei loro risultati ogni 3-5 anni. Insomma, un criterio di merito più che anagrafico. "
Su altri paragoni nella storia universitaria, segnalo dal mio commento al Libro di Graziosi, qua.
In particolare, segnalo un grafico che ho ricavato io stesso.
In figura sono tracciati alcuni dati presi dal libro sul numero di docenti (qui si è voluto equiparare incaricati e assistenti ad associati e ricercatori del post 382 degli anni 80, anche se le figure precedenti erano molto piu' precarie delle successive), con i dati rapportati all'unità nel 2008. Si vede chiaramente che tutte le varie categorie hanno avuto un aumento all'incirca simile, con una certa differenza nella dinamica degli assistenti/ricercatori che sono diminuiti di peso negli anni '80 per via delle promozioni di massa ope legis, e invece curiosamene seguono come numero esattamente la dinamica degli ordinari dopo il 1990. La crescita piu' ripida comunque appare chiaramente quella della categoria degli ordinari, che, contrariamente a quanto si dice solitamente, era piu' numerosa in proporzione in passato, anche se con un ruolo infinitamente piu' importante.
Per i concorsi Berlinguer, che ovviamente nemmeno difendo, dal Libro di Graziosi pag.101 leggo che nel 2000-2002 "il numero di ordinari esplose, passando dai meno di 13.000 del 1999 a piu' di 19000 del 2005, con un aumento di quasi il 50%. Tuttavia, sono 6000 che passarono ordinari, a partire da 15.600 associati, quindi una promozione del 38% degli associati!
Gli associati crescevano del 20%, e i ricercatori del 10%.
Quindi se proprio dobbiamo lasciare parlare i numeri, gli associati intorno al 2000 si sono fatti la vera OPE LEGIS. Non ci sono dubbi.
Siamo nelle stesse condizioni ora? E' cosi' che vogliamo fare? Avete sentito parlare di Grecia e crisi internazionale? Errare humanum est, sed diabolicum lo avete sentito dire? Io parlo contro il mio interesse dato che sono associato, e mi piacerebbe per il mio puro interesse una altra OPE LEGIS tipo i concorsi degli anni 2000, concorsi Berlinguer, dell'ex Rettore di Siena Luigi Berlinguer, poi Ministro dell'Università. Siena tra parentesi, non è oggi la più indebitata delle Università?
In conclusione, la classifica delle ope legis, dalla peggiore alla migliore è
1) concorsi Berlinguer (x associati) -- 38% di promossi
2) concorsi L.382 degli anni '80 (solo nel passaggio da Assist.Ord. ad associati) -- 33%
3) concorsi Merafina (passaggio da ric. ad associato) 27%
Andrebbero fatte le intere tabelle di tutti i passaggi per vedere quello più cospicuo. Naturalmente, questi sono significativi in senso statistico, perchè non sappiamo quanti bravi ci sono nel campione. Notate che una promozione al 100% è sicuramente meno meritocratica di una promozione al 10%, ma lo è altrettanto di una allo 0%.
PS. Tanto per dirvi che io so bene come sarà dura far passare anche qualcosa della mia proposta, ecco una risposta interessante di un importante personaggio politico. In pratica, fa capire che un motivo politico almeno della sinistra per fare le ope legis, di fatto, è che quando c'è abbondanza, passano ANCHE i bravi !!!
ora vorrei capire quando non c'e' abbondanza allora a che servono le OPE LEGIS. Lui conclude che manca una strategia politica, io direi che mancano intanto i SOLDI per fare le "strategie" politiche del passato, ossia buttare via tanti soldi, che qualcuno dei soldi viene anche buttato bene!!
Io avrei un suggerimento di riserva a questo punto nella prossima comunicazione con Profumo: visto che da soli non ne usciamo, facciamo esattamente come fanno i paesi in quasi bancarotta:- chiediamo soldi all'estero, alle università straniere o ai governi stranieri, però poi diamo retta a come vogliono fare loro.
che ne dite? ci penso su un poco, in modo che quando mi faranno notare la prossima volta questa osservazione del politico di cui sotto, ho pronta la risposta!
saluti,
MICHELE CIAVARELLA
DA UN POLITICO:
La passione dei professori universitari (giovani o anziani che siano) per i “meccanismi” concorsuali è smodata eppure tutti sanno o dovrebbero sapere che nessun “meccanismo” ha mai funzionato. O meglio, ha funzionato sempre nella medesima direzione (lobbies accademico-scientifiche forti a livello nazionale, con un’unica breve eccezione a fine anni ’90 subito dopo la legge Berlinguer) e, da quel che ho letto in un tuo recente sfogo, persino contro di te stesso. Devo essere più preciso: un’altra eccezione ci fu all’inizio degli anni ’80, quando divenni io ordinario, perché era talmente enorme il numero di nuovi posti messi a concorso che era “facile” premiare i più bravi indipendentemente dalle scuole di provenienza e persino assumere stranieri. Tempi d’oro per l’università italiana, naturalmente a prezzo di una lievitazione della spesa pubblica di cui oggi paghiamo le conseguenze. Ma la parte che ci compete di quella lievitazione sostenne la transizione (rimasta poi parziale) all’università per molti rispetto a quella per pochi, cioè quella che io ritengo un successo sociale e culturale. D’altra parte 15000 ricercatori, 15000 associati, 15000 ordinari (DPR 382/1980) per 1.500.000 studenti circa non era mica una formula sbagliata né in quantità né in “profilo”. Ah, il buon senso degli antichi! Inoltre la fioritura della ricerca italiana a fine ‘900 (pensa anche ai PRIN, ai progetti finalizzati e ad altre iniziative intelligenti) è attribuibile a quelle scelte politiche. Quello che oggi manca è proprio una strategia politica, altro che ricette tecniche più o meno esoticamente brillanti o apparentemente tali.
Etichette:
berlinguer,
concorsi,
moratti,
ope legis
giovedì 8 dicembre 2011
Elogio dell'anzianita': la speranza di carriera e' l'ultima a morire in Italia
Come sapete, la Riforma Gelmini della meritocrazia nei concorsi sta per vedere la luce. Ma la montagna di meritocrazia ha partorito o sta partorendo un TOPOLINO di merito e una montagna di protezione della anzianita' di servizio, che gia' era protetta abbastanza finora con gli scatti automatici a pioggia senza valutazione.
Il documento ufficiale del regolamento, così come depositato alla camera e successive modifiche proposte dal Consiglio di Stato e' invece
http://www.camera.it/682?atto=372&tipoatto=Atto&leg=16&tab=2#inizio
E' un DPR di inquadramento generale dell'abilitazione scientifica e non entra in dettagli tecnici. All'art. 4, comma 1 dello stesso DPR si dice che "Il Ministro, con proprio regolamento, definisce criteri e parametri differenziati per funzioni e per area disciplinare.... ".
Una bozza di tale regolamento per l'abilitazione nazionale, il testo trasmesso a Crui e Cun, si trova qua
http://www.rete29aprile.it/forum/25-valutazione/326-nuova-bozza-decreto-abilitazioni.html
SPERIAMO CHE LA BOZZA SI POSSA CORREGGERE!
Guardiamo l'articolo 3 comma 4:
4. Nella valutazione di candidati già in servizio come professori associati o ricercatori o in posizioni equivalenti all’estero, fatta salva la considerazione complessiva dei titoli di cui all’articolo 4, comma 4, e all’articolo 5, comma 4, sono prese in considerazione esclusivamente le pubblicazioni prodotte dopo la nomina nella posizione in godimento.
Un chiaro vincolo per proteggere l'anzianità di servizio contro eventuali giovani candidati brillanti.
Il criterio dell'anzianità nel ruolo (che comunque ha sempre avuto un peso sicuramente eccessivo in Italia) viene istituzionalizzato in una forma, oserei dire, estrema, e formalizzata!
EVVIVA I MATUSALEMME, PECCATO CHE SE NON SONO STATI PROMOSSI MAGARI ERANO CIUCCI?
Per assurdo, sembrerebbe FAVORIRE un precario, ma ci si illuda poco!! Questo IMPLICITAMENTE e' una INDICAZIONE che si intendono per lo piu' candidati validi per associato i ricercatori anziani; e per ordinario gli associati anziani.
EVVIVA L'ITALIA, PATRIA DEI MATUSALEMME!
Prof Michele Ciavarella
Etichette:
concorsi,
matusalemme,
riforma gelmini
mercoledì 30 novembre 2011
IDEE PER NOVITA’ NEI CONCORSI DELL’ERA PROFUMO
Circa un anno fa, durante le fasi calde della discussione sulla Riforma Gelmini, e le conseguenti proteste specie da parte dei Ricercatori, mi volli cimentare in un intervento che sottolineasse la necessita` di meritocrazia, parola talmente abusata,che e’ ormai forse megl io abbandonare. Sottolineavo tuttavia che persino nelle piu` rigide e severe migliori Universita’ USA (come MIT) almeno il 50% degli Assistant Professor viene « confermato », senza calcolare che esiston tutta una serie di altre possibilita’ di lavoro, a cascata in altre universita’. Quindi, dicevo anche che passare da un sistema di Ricercatori, Professori Associati e Ordinari tutti a tempo indeterminato e con conferma quasi automatica (ma con promozione incerta, e spesso fonte di tanti problemi), ad un sistema in cui solo i Ricercatori diventano a tempo determinato, quindi con conferma per nulla assicurata, mi pareva una soluzione non ottimale,esageratamente precariezzante per le nuove leve, e proponevo una soglia minima di « conferme » garantite. Creai molta reazione da parte dei ricercatori, che colsero solo una critica della loro protesta. Io ingenuamente difendevo una categoria non protetta, quella delle nuove leve che entrano nell`Universita’, e queste, per definizione non essendo organizzate, ne` rappresentate, non mi hanno letto ne` appoggiato.
Oggi, conoscendo la professionalita’ del nuovo Ministro, e la attenzione che il nuovo governo, composto in larga parte da docenti universitari, dovrebbe porre, mi permetto di dare qualche spunto, forse ancora ingenuo, tornando sul tema, specie in vista delle attuazioni di molte novita`, specie nei concorsi. Dico subito che non entro nel merito delle proposte della agenzia ANVUR di definire dei parametri oggettivi per rendere idonei nei prossimi concorsi solo i "migliori" definiti sulla base della produzione media nel settore disciplinare di riferimento, che in linea di massima mi sembrano condivisibili (Molto meno si e` discusso di come definire quale dei docenti tra vari settori e` meritevole di promozione, che pure e` un problema di forse maggiore importanza).
Dal punto di vista del reclutamento, si sa che la categoria dei Professori Universitari in Italia e' molto anziana, e oggi un problema e' quello della sua sostituzione, che tuttavia e' frenata per ora da blocchi del turnover al 20%. Molta attenzione e` stata attirata a se dai Ricercatori, che hanno a lungo protestato per la loro situazione « precaria » con la messa in esaurimento della categoria del ricercatore a tempo indeterminato. A valle della protesta, hanno strappato la promessa di 4500 posti da associato : non pare definito se questo avverra` subito, e se tale numero sia in esubero rispetto al blocco del turnover o meno. Questo sforzo come « una tantum ». La messa in parallelo e' in realta' abbastanza strumentale, perche' se e' vero che la legge 382 del 1981 che ha creato la figura del "ricercatore" a molti non piace, specie tra chi non ha fatto carriera per un motivo o per l'altro, e' anche vero che non piace nemmeno a chi vuole rendere l'entrata nell'universita' meno rigida, in un verso o nell'altro. Tuttavia parlare di precarieta’ mi pare errato, ed esagerato.
Probabilmente andrebbe fatta una proposta ad hoc per i vari problemi che non sono sovrapponibili. Se nei prossimi 5 anni andranno in pensione quasi la meta` dei docenti attualmente in servizio, il blocco del 20% significa al massimo 6000 nuove entrate, e chiaramente fa differenza se queste 6000 sono incluse nelle 4500, o incluse. Anche nella ipotesi migliore, 10mila nuovi docenti, non basteranno a coprire che 1/3 della fuoriuscita. Questo, tenendo conto che non vi e' flessione del numero di studenti, pare un problema.
Tuttavia, oggi nell`universita`, come in tanti settori, il rischio e' che si decidera` sulla base dei desiderata di chi gia` e` dentro, ed e' rappresentato dai sindacati, e puo` bloccare immediatamente il funzionamento . Ma non e` forse questo un meccanismo perverso che ha creato oggi una grande ed eccessiva disparita` tra i privilegi di una generazione che peraltro li ha ottenuti anche con grandi debiti pubblici, e le troppe difficolta` delle nuove generazioni, che sono conseguenza proprio di quei debiti pubblici ?
In particolare, alcune riflessioni preliminari:
1) molti dei ricercatori entrati con la 382 (o anche associati, in totale quasi 30mila docenti passarono) sono oggi anziani, almeno 60enni, e a questi solo una "macchina del tempo" potrebbe restituire una carriera brillante, ammesso che la meritino. Se oggi cercano una riabilitazione, non e' usando questi 4500 posti per loro che si risolverebbe granche', anzi ci troveremmo domani con lo stesso problema, amplificato nelle altre categorie. Inoltre, molti di loro dovranno pure ammettere che hanno avuto un posto che oggi molti sognerebbero, e che andranno in pensione a stipendio intero che i neo entrati, con la forma a tempo determinato, non avranno nemmeno al 50%.
Si da il caso che promuovere gli anziani peraltro e` una soluzione a costo nullo per l`universita`, visto che con la ricostruzione carriera, in pratica si raggiunge prima il pensionamento che uno stipendio piu` alto. Cui prodest quindi?
2) chi e' meritevole come nuova leva (ma anche come associate), per effetto di questa "infornata" ad hoc per i ricercatori, e’ anche giusto che non sia troppo penalizzato (un nuovo effetto debito pubblico)
3) come assicurare una nuova ondata fresca, magari anche dall`estero? Ci sono giovani che lavorano all'estero. E non parlo di presunti « grandi cervelli », i cui tentativi di rientro sono tutti falliti, e che magari all’estero ci restano tranne rare eccezioni. Parlo di ragazzi brillanti la cui formazione comunque e' costata centinaia di migliaia di euro allo Stato Italiano, e ora si trovano a fare i ricercatori all'estero, non sempre felici di restare a lungo. Tuttavia, certo non potrebbero tornare con un posto da ricercatore a tempo determinato. Dovendo scegliere tra le varie precarieta', molti temo sceglierebbero l'estero.
4) se ANVUR e i criteri bibliometrici paiono aver introdotto dei paletti all`interno dei singoli SSD, nulla si puo` dire per come vengo scelti i nuovi posti da assegnare nelle varie universita`, che peraltro restano le sole che chiamano gli "idonei" in servizio. Potrebbe presentarsi in futuro il problema di tanti idonei che non vengono chiamati, e allora a nulla sara` valso lo sforzo dei criteri ANVUR. E' e` sbagliato lasciare queste scelte completamente all`autonomia locale, che spesso puo` essere influenzata da aspetti parzialmente paradossali, come la dominanza di alcuni settori. Le « scuole » in parte producono ottimi nuovi ricercatori, ma in altra parte, tendono a saturare i vari dipartimenti con repliche ridondanti ed eccessiva concentrazione di sapere in una sola disciplina.
Perche' non pensare quindi anche ai giovani, alle categorie meno protette, e creare meccanismi differenziati e virtuosi, quali per esempio:
1) assegnare una promozione in concomitanza con l`andata in pensione, come si fa con i militari
2) assegnare un numero di posti congrui e predeterminati, e non solo prevedere questa ondata di 4500 posti da associato, disgiunta da qualsiasi altra programmazione
3) non dare meccanismi di posti riservati solo a chi e' gia' in servizio in italia, ma dare eguale valore al servizio prestato all'estero, o persino una riserva separata
4) per la scelta tra i vari settori, creare un percorso di accelerazione carriere in base ad uno screening a priori dei CV, come fu fatto proprio dal rettore Profumo in via sperimentale al Politecnico di Torino.
Grato dell`attenzione, porgo distinti saluti dall`estero!
Michele Ciavarella
Oggi, conoscendo la professionalita’ del nuovo Ministro, e la attenzione che il nuovo governo, composto in larga parte da docenti universitari, dovrebbe porre, mi permetto di dare qualche spunto, forse ancora ingenuo, tornando sul tema, specie in vista delle attuazioni di molte novita`, specie nei concorsi. Dico subito che non entro nel merito delle proposte della agenzia ANVUR di definire dei parametri oggettivi per rendere idonei nei prossimi concorsi solo i "migliori" definiti sulla base della produzione media nel settore disciplinare di riferimento, che in linea di massima mi sembrano condivisibili (Molto meno si e` discusso di come definire quale dei docenti tra vari settori e` meritevole di promozione, che pure e` un problema di forse maggiore importanza).
Dal punto di vista del reclutamento, si sa che la categoria dei Professori Universitari in Italia e' molto anziana, e oggi un problema e' quello della sua sostituzione, che tuttavia e' frenata per ora da blocchi del turnover al 20%. Molta attenzione e` stata attirata a se dai Ricercatori, che hanno a lungo protestato per la loro situazione « precaria » con la messa in esaurimento della categoria del ricercatore a tempo indeterminato. A valle della protesta, hanno strappato la promessa di 4500 posti da associato : non pare definito se questo avverra` subito, e se tale numero sia in esubero rispetto al blocco del turnover o meno. Questo sforzo come « una tantum ». La messa in parallelo e' in realta' abbastanza strumentale, perche' se e' vero che la legge 382 del 1981 che ha creato la figura del "ricercatore" a molti non piace, specie tra chi non ha fatto carriera per un motivo o per l'altro, e' anche vero che non piace nemmeno a chi vuole rendere l'entrata nell'universita' meno rigida, in un verso o nell'altro. Tuttavia parlare di precarieta’ mi pare errato, ed esagerato.
Probabilmente andrebbe fatta una proposta ad hoc per i vari problemi che non sono sovrapponibili. Se nei prossimi 5 anni andranno in pensione quasi la meta` dei docenti attualmente in servizio, il blocco del 20% significa al massimo 6000 nuove entrate, e chiaramente fa differenza se queste 6000 sono incluse nelle 4500, o incluse. Anche nella ipotesi migliore, 10mila nuovi docenti, non basteranno a coprire che 1/3 della fuoriuscita. Questo, tenendo conto che non vi e' flessione del numero di studenti, pare un problema.
Tuttavia, oggi nell`universita`, come in tanti settori, il rischio e' che si decidera` sulla base dei desiderata di chi gia` e` dentro, ed e' rappresentato dai sindacati, e puo` bloccare immediatamente il funzionamento . Ma non e` forse questo un meccanismo perverso che ha creato oggi una grande ed eccessiva disparita` tra i privilegi di una generazione che peraltro li ha ottenuti anche con grandi debiti pubblici, e le troppe difficolta` delle nuove generazioni, che sono conseguenza proprio di quei debiti pubblici ?
In particolare, alcune riflessioni preliminari:
1) molti dei ricercatori entrati con la 382 (o anche associati, in totale quasi 30mila docenti passarono) sono oggi anziani, almeno 60enni, e a questi solo una "macchina del tempo" potrebbe restituire una carriera brillante, ammesso che la meritino. Se oggi cercano una riabilitazione, non e' usando questi 4500 posti per loro che si risolverebbe granche', anzi ci troveremmo domani con lo stesso problema, amplificato nelle altre categorie. Inoltre, molti di loro dovranno pure ammettere che hanno avuto un posto che oggi molti sognerebbero, e che andranno in pensione a stipendio intero che i neo entrati, con la forma a tempo determinato, non avranno nemmeno al 50%.
Si da il caso che promuovere gli anziani peraltro e` una soluzione a costo nullo per l`universita`, visto che con la ricostruzione carriera, in pratica si raggiunge prima il pensionamento che uno stipendio piu` alto. Cui prodest quindi?
2) chi e' meritevole come nuova leva (ma anche come associate), per effetto di questa "infornata" ad hoc per i ricercatori, e’ anche giusto che non sia troppo penalizzato (un nuovo effetto debito pubblico)
3) come assicurare una nuova ondata fresca, magari anche dall`estero? Ci sono giovani che lavorano all'estero. E non parlo di presunti « grandi cervelli », i cui tentativi di rientro sono tutti falliti, e che magari all’estero ci restano tranne rare eccezioni. Parlo di ragazzi brillanti la cui formazione comunque e' costata centinaia di migliaia di euro allo Stato Italiano, e ora si trovano a fare i ricercatori all'estero, non sempre felici di restare a lungo. Tuttavia, certo non potrebbero tornare con un posto da ricercatore a tempo determinato. Dovendo scegliere tra le varie precarieta', molti temo sceglierebbero l'estero.
4) se ANVUR e i criteri bibliometrici paiono aver introdotto dei paletti all`interno dei singoli SSD, nulla si puo` dire per come vengo scelti i nuovi posti da assegnare nelle varie universita`, che peraltro restano le sole che chiamano gli "idonei" in servizio. Potrebbe presentarsi in futuro il problema di tanti idonei che non vengono chiamati, e allora a nulla sara` valso lo sforzo dei criteri ANVUR. E' e` sbagliato lasciare queste scelte completamente all`autonomia locale, che spesso puo` essere influenzata da aspetti parzialmente paradossali, come la dominanza di alcuni settori. Le « scuole » in parte producono ottimi nuovi ricercatori, ma in altra parte, tendono a saturare i vari dipartimenti con repliche ridondanti ed eccessiva concentrazione di sapere in una sola disciplina.
Perche' non pensare quindi anche ai giovani, alle categorie meno protette, e creare meccanismi differenziati e virtuosi, quali per esempio:
1) assegnare una promozione in concomitanza con l`andata in pensione, come si fa con i militari
2) assegnare un numero di posti congrui e predeterminati, e non solo prevedere questa ondata di 4500 posti da associato, disgiunta da qualsiasi altra programmazione
3) non dare meccanismi di posti riservati solo a chi e' gia' in servizio in italia, ma dare eguale valore al servizio prestato all'estero, o persino una riserva separata
4) per la scelta tra i vari settori, creare un percorso di accelerazione carriere in base ad uno screening a priori dei CV, come fu fatto proprio dal rettore Profumo in via sperimentale al Politecnico di Torino.
Grato dell`attenzione, porgo distinti saluti dall`estero!
Michele Ciavarella
Etichette:
anvur,
concorsi,
idoneita',
ministro profumo,
riforma gelmini
Iscriviti a:
Post (Atom)