Sono uscite qua le proposte PD (coordinatore Marco Meloni) per l'Università
Ve li riassumo in 5 punti, che sono in gran parte condivisibili, ma tuttora impostati a non voler rinunciare a chiedere maggiori risorse, e non stravolgono il funzionamento, anzi vorrebbero correggerlo, ma in pratica inducono un altro transitorio, e in gran parte, non incideranno granchè, continuando il declino cui stiamo assistendo, senza correggere le storture che ci sono da sempre.
Non mi pare riconoscano che l'attuale divisione in sedi "virtuose" e sedi non "virtuose", incide pesantemente SOLO E SOLTANTO sul RECLUTAMENTO del personale nuovo.
E quindi andrebbe stravolta, non solo ritoccata, come si propone.
Inoltre, non mi pare colgano le enormi storture del Piano Straordinario, e nemmeno chiariscano quali posizioni prendere per l'idoneità.
Si parla solo di accelerare, di fatto dando ampio mandato alla cieca al Governo di operare, in modo che il rischio qualcuno che non conosciamo scriva i nuovi criteri ad uso e consumo di qualcunaltro, continui. Con la politica molto arbitraria, non si va lontano, e questo pare proprio un documento non tecnico e troppo di "lasciapassare". Un assegno in bianco!
A mio avviso, andrebbe invece abbandonata la valutazione delle strutture, che in Italia non è praticabile, e concentrata la valutazione delle persone/individui.
Invece infatti di trovare algoritmi sempre più complessi per valutare le strutture, i quali algoritmi, non noti ai più, influiscono pochissimo sui comportamenti degli stessi, non si riconoscono le cose più ovvie, ossia che gli stipendi dei contratti a tempo indeterminato coprono circa il 90% nella stragrande parte delle Università italiane. E quindi che senso ha parlare di scendere nella parte "non premiale"?
Finchè restano i contratti a tempo indeterminato, ossia finchè non ci sarà una crisi tipo Grecia, sarebbe più semplice ammettere questo, e fissare IL TETTO MINIMO ORA PER ALLORA, con la spesa di stipendi a tempo indeterminato.
Per la parte premiale, visto che incide sul reclutamento, si faccia piuttosto uno spostamento sugli individui, in modo che poi dalle graduatorie di merito dei reclutamenti, gli individui stessi portino con se piu' o meno budget alle Università dove loro vogliono andare.
Si parla di niente di diverso del concorso di Magistratura.
Sul ricercatore di tipo B, è troppo facile chiedere la luna. Non lo sta bandendo nessuno. Meglio sarebbe chiedere un ricercatore di tipo C, ossia con un budget assicurato ogni 2 posti, in modo che si fa alla fine di una tenure-track, una scelta del migliore 50% dei ricercatori di tipo C.
Cmq riepilogo qua le proposte PD, che contengono anche Tasse, il contratto di tipo B, etc.
1) avvio delle procedure di abilitazione nazionale e accelerare l’attuazione del piano straordinario per la chiamata di professori associati svincolando la distribuzione dal rapporto assegni fissi/FFO dei singoli atenei -- proposta di legge, prima firmataria Ghizzoni, sottoscritta da tutte le forze politiche nella commissione Cultura della Camera
2) contratto unico di ricercatore TD di tipo b) con una vera tenure track.
3) ripartizione delle risorse ordinarie con programmazione pluriennale, assegnazione tempestiva (entro il 31 gennaio di ciascun anno), nuovi criteri trasparenti per l’assegnazione di una quota variabile di risorse il più possibile ampia.
3a) Base assicurata a ciascun ateneo, e una percentuale, sempre più ampia, assegnata in base alla valutazione, all’individuazione di un costo standard per studente, al numero di studenti fuori sede, all’internazionalizzazione e alla coesione territoriale, da realizzarsi con piani regionali del sistema universitario e con la finalità di garantire che in tutto il territorio vi sia un’adeguata presenza di strutture di qualità.
3b) superamento delle attuali limitazioni al turn-over per redistribuzione dei punti organico, lasciando agli atenei il 50% dell’intera quota dei punti organico resi disponibili ogni anno e assegnando il resto in base alla valutazione, fissate comunque le consistenze minime degli atenei necessarie per assicurare la presenza di adeguati sistemi di istruzione universitaria su base regionale.
4) È importante che l’ANVUR consolidi la propria attività, con attenzione prevalente alla valutazione delle strutture universitarie demandando invece agli atenei la valutazione di singole iniziative e delle performance individuali.
5) Tasse: tassazione maggiormente progressiva[1] e più omogenea territorialmente. [1] Un esempio è il sistema proposto dall’Osservatorio regionale per l’Università della Regione Piemonte, adottato nel 2011/12 dal Politecnico di Torino, per cui ad ogni incremento di 1.000 euro di ISEE corrisponde una diversa fascia contributiva. Si ipotizza un importo per la prima fascia pari a 300 euro ed un incremento della tassa da una fascia all’altra di 30 euro, di conseguenza chi rientra nell’ultima fascia (con oltre 80.500 di ISEE) pagherebbe 2.130 euro.
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