lunedì 25 gennaio 2010

Lettera a ISSNAF -- associazione di scienziati italiani in Nord America

Cara Marina Lapo e Presidente Vito

recentemente è uscito sulla Stampa un bel articolo di Mauro degli
Esposti un brillante economista di Manchester, con cui ho avuto
qualche scambio di Email (peraltro inizialmente ruvido, perchè Mauro
deve essere un tipo "tosto"), e vi segnalo l'ottimo lavoro, se non lo
conoscete, sulla riforma Gelmini
http://rpc264.cs.man.ac.uk/VIA/index.php/Main_Page

Vi volevo segnalare in particolare che Mauro ha segnalato giustamente,
come anche io dico nel mio Manuale del Rettore Virtuoso (per ora non
ancora in forma completa) che i parametri Gelmini, come anche CIVR,
insomma TUTTI gli esercizi di valutazione italiana, sono spesso
inutili, perche' alla fine quelli ben fatti coincidono con quelli già
pronti di istituti seri....

Siccome Mauro in particolare ha trovato una correlazione tra la
provenienza dei cervelli all'estero in UK e le università virtuose, mi
domando se con un rapidissimo sguardo ai Vs database, potete compilare
la equivalente classifica ISSNAF25.

Nel caso, mi basterebbe un grazie per l'idea, se usciamo sulla stampa
con un lavoro piu' completo. Ricordando infine che Riccardo Rossi a
suo tempo aveva raccolto i dati di TUTTI i cervelli italiani in fuga
NEL MONDO, potremmo fare davvero un lavoro che farebbe impatto.

Saluti, Michele


http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=738&ID_sezione=&sezione=

Un ateneo per scappare

La classifica del Via Academy sulle università italiane più
prestigiose ma anche quelle che forniscono più ricercatori
FLAVIA AMABILE



In questi giorni la classifica del Times sulle migliori università del
mondo ha creato un dibattito acceso sul perché ancora una volta le
università italiane non appaiano nemmeno tra le prime cento. Per dare
un contributo al dibattito in rete mi ha inviato una lettera Mauro
Degli Esposti, uno dei cervelli italiani in fuga che vive all'estero
continuando a guardare da lontano all'Italia e a provare a fare
qualcosa.

Tra le tante iniziative, Mauro ha dato vita insieme ad altri cervelli
il VIA-Academy, un'accademia virtuale che vorrebbe mettere in
comunicazione tanti altri cervelli italiani in fuga nel Regno Unito e
in Europa. Il suo contributo al dibattito di questi giorni è la
lettera ma anche una classifica del tutto diversa dalle altre. Si
chiama Via-25, e per la prima volta prende in considerazione anche la
storia e il prestigio delle università italiane e che rovescia
sensibilmente i risultati di altre classifiche più note.



''World ranking delle universita' italiane: piangere o valutare bene?

Come ogni anno di questi giorni, il supplemento Higher Education del
Times pubblica la sua oramai famosa classifica delle migliori
universita' del mondo, 'world ranking'. E a noi Italiani che ci
teniamo allo stato dell'universita' viene quasi da piangere. Come ha
dichiarato ieri con marcato disappunto il ministro Mariastella
Gelmini, nelle prime 200 universita' del mondo c'e' solo un'italiana,
quella di Bologna, che quest'anno si colloca alla 174esima posizione
(e pure ex equo ad altre due, Tsukuba in Giappone e all'istituto KTH
in Svezia). Le altre universita' italiane che rientrano nel Times
World ranking allargato fino alla 400esima posizone rimangino nella
stessa sequenza dell'anno scorso: Roma La Sapienza seconda, seguita
dal Politecnico di Milano, Padova e Pisa.

Dobbiamo quindi rassegnarci ad un confermato declino delle nostre
migliori universita' a livello mondiale, come rilevo' con disappunto
un editoriale del Times di esattamente un anno fa (9-10-08) dal
titolo: ma che fine ha fatto l'Universita' di Bologna? Oppure non
e'che sia il caso di valutare bene il merito delle universita'
italiane, il quale non e' necessariamente misurato in modo accurato
dal world ranking del Times? In effetti, il prestigio relativo di una
universita' non e' misurabile in assoluto e qualsiasi classifica non
puo' che dare una valutazione limitata del 'merito' che
quell'universita' ha accumulato nel tempo. E Bologna del tempo ne ha
avuto piu' di tutte le altre universita' del mondo occidentale - ben
nove secoli! In effetti, per me che ho lavorato sia alla venusta Alma
Mater di Bologna che alla nuovissima Monash university di Melbourne e'
sconcertante vedere come la seconda si collochi cosi' meglio di
Bologna nel world ranking del Times (alla 45esima posizione!). Cio'
non corrisponde certo al prestigio percepito quando uno dice a
colleghi che si incontrano in giro per il mondo - sai, io lavoro alla
Monash; M O N A S H what? La differenza fra prestigio percepito e
valore di ranking assegnato dal Times, la cui elaborazione e' poi
affidata all'agenzia Quacquarelli Symonds Ltd, deriva anche dall'uso
dei criteri scelti da questa agenzia per quantificare il valore delle
universita'. Questi sono 'biased' per il sistema anglosassone e
comprendono la percentuale di studenti e scienziati stranieri -
chiaramente altissima in universita' come la Monash che vivono proprio
sulle rette di studenti asiatici.

Le universita' italiane generalmente hanno pochi studenti e tantomeno
scienziati stranieri, il rovescio della medaglia dell'esodo di
cervelli italiani all'estero. Pero' dall'analisi di questo esodo si
puo' estrarre un ranking delle universita' italiane che danno la
miglior preparazione, o predisposizione, per lavorare e fare carriera
all'estero. Facendo un censimento fra i colleghi qua in UK connessi
alla Virtual Italian Academy (VIA) si evince la seguente classifica di
provenienza accademica, in ordine decrescente: Milano, Roma 1 La
Sapienza, Bologna, Padova, Napoli, Pisa e Torino. Questo ranking 'di
basi per la fuga', se si vogliono chiamar cosi' le universita' da cui
proveniamo, quasi combacia col ranking delle prime sette universita'
italiane elaborato dalla Universita' di Leiden, nel suo ranking orange
top-250 delle universita' europee. Questo orange ranking e' basato
solo sulla produzione scientifica delle universita', calibrata in modo
accurato a seconda del diverso impatto dei vari campi della
conoscenza. Quindi, esiste una forte corrispondenza fra il merito
delle universita' italiane misurato sulla base della loro
produttivita' scientifica e la distribuzione dei loro laureati che ora
lavorano in UK - dove attualmente risiedono un quarto di tutti i
cervelli fuggiti dall'Italia.

Se uno va pero' a guardare la corrispondenza fra il ranking del Times
e quello orange top-250 di Leiden si ritrova un basso valore di
correlazione. La correlazione e' invece molto alta fra il ranking di
Leiden e quello derivato dai colleghi della VIA e, udite udite, anche
quello recentemente stilato dalla UDU rifacendo i conti con i
parametri usati dal ministero. Parametri che, ricalibrati attraverso
astrusi filtri amministrativi, hanno prodotto il primo ranking
'ufficiale' delle Universita' italiane da parte del Ministero, lo
scorso luglio - la cosidetta classifica Gelmini delle 27 universita'
virtuose. Un ranking molto importante, perche' determina la
distibuzione di parte dei (sempre piu' limitati) fondi che il
ministero assegna quest'anno alle singole universita'.
Sorprendentemente, l'analisi comparativa di questo ranking ufficiale
con altri rankings prodotti usando criteri internazionali, sia Times
che Leiden o VIA, mostra dei valori di correlazione intorno a zero! E'
come se il ministro Gelmini, o chi per lei, avesse scelto un gruppo
'random' di atenei italiani e li avesse disposti in una classifica a
casaccio, senza considerare i risultati covergenti di altri rankings.

La realta' di fondo e' che mentre in UK Cambdridge e Oxford saranno
sempre fra le prime universita' (anche se talvolta Oxford scende sotto
una di Londra come e' successo quest'anno nel world ranking del
Times), cosi'in Italia Padova e Bologna rimarranno probabilmente
sempre fra le prime 3-4 universita' nazionali, riflettendo la loro
plurisecolare storia, nonostante che il prestigio consolidato nel
tempo si stia progressivamente appannando.

Ha quindi ragione il ministro Gelmini a scandalizzarsi dei bassi
livelli che occupano le universita' italiane nei ranking
internazionali. Ma dovrebbe pure assicurarsi che le classifiche di
'merito' stilate dal suo ministero siano congruenti con gli stessi
ranking internazionali!

Mauro Degli Esposti


Classifica VIA25

1 - 8.13 Padova
2 - 7.93 Bologna
3 - 7.12 Milano
4 - 7.02 Roma 1 La Sapienza
5 - 6.99 Torino
6 - 6.33 Pisa
7 - 5.81 Firenze
8 - 5.20 Pavia
9 - 5.12 Trento
10- 5.06 Napoli
11- 5.02 Trieste
12 - 4.97 Genova
13 - 4.88 Politecnico MI
14 - 4.20 Politecnico TO
15 - 3.62 Modena RE
16 - 2.94 Ferrara
17 - 2.90 Bari
18 - 2.72 Roma 2 Tor Vergata
19 - 2.68 Palermo
20 - 2.66 Ancona
21- 2.61 Udine
22 - 2.56 Catania
23 - 2.48 Siena
24 - 2.48 Parma
25 - 2.46 Venezia


--
Prof. Michele Ciavarella
Politecnico di BARI
V.le Gentile 182
70125 BARI, Italy
tel+390805962811
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