mercoledì 24 luglio 2013

I have a “regional university” dream………….




Ruberò a Martin Luther King il famoso incipit, e gli eredi di Martin potrebbero chiedermi i diritti di autore (http://it.wikipedia.org/wiki/I_have_a_dream). Ciò mi rimanda a ILO e ad ai tentativi di Vito Albino di far fruttare il trasferimento tecnologico. Vito deve fare di più, se MIT sostiene che i suoi alumni hanno in mano business per l’equivalente di PIL di Francia e Italia messi insieme. 

Ma andiamo al tema della mia riflessione, con una battuta vagamente maschilista: Size does matter!

In un mio intervento del mio modesto blog prima della campagna elettorale avevo tentato di lanciare 5 idee per un brainstorming tra i candidati. Per ora devo dire che non sono riuscito a ottenere molta attenzione dai candidati (qualcosa invece dalla “blogosfera”, 32mila lettori nell’ultimo mese mi vengono forse dalla comunità degli studenti su facebook). In senso generale qualcosa l’ho trovato di comune nei messaggi di Vito Albino, Leonardo Damiani, Luigi Galantucci, Saverio Mascolo. 

Se King parlava di diritti civili e di emarginazione, oggi in Puglia noi dobbiamo parlare di uscire dal rischio di finire in un terzo mondo di emarginazione culturale e tecnologica. Il rischio c’è, l’esodo di cervelli in Puglia è mostruoso, e non è il caso che faccia sfoggio di cifre che si possono trovare facilmente.

Ho sentito Mascolo parlare di eccellenza. Ma non ho capito come la vuole fare. Ho avuto il piacere di essere Humboldt Fellow, e il motto della fondazione Humboldt è Exzellenz verbindet ossia l’eccellenza si riconosce da sola in tutto il mondo, e si lega, indipendentemente dai confini. (invito comunque a visitare il sito della Humboldt foundation). Dobbiamo unirci, perchè se rimaniamo Politecnico di BARI, non andremo molto più lontano.

Mascolo ha anche parlato di internazionalizzazione, e di incrementare drasticamente il numero di studenti stranieri. In effetti segnalavo i voli Ryanair che hanno portato molti turisti. Ma hanno portato anche studenti? Perché non mi risulta?  E se si deve fare qualcosa, cosa?

Nella bella lettera di Galantucci, ho letto che siamo, in proporzione, più efficaci dei Politecnici del Nord, e questo sembra confermare i dati SCIMAGO, molto lusinghieri, che ci vedono al 630° posto nel mondo, ma secondi in Italia, dopo la Bocconi. Ma questo è motivo di cullarci? 630 Università del mondo sono meglio di noi. Non mi pare tanto una buona notizia. Luigi parla molto di etica, di stimolo alla creatività, ma basterà?  

Infine, negli ultimi giorni ho ricevuto una lettera di uno studente del ns Politecnico che ha sprecato ben 57 crediti dei suoi studi per un percorso burocratico che alla fine gli ha riconosciuto solo una laurea. Ho pubblicato la sua lettera nel mio blog con qualche commento e ho raccolto altre storie di persone “eccellenti” come le chiama Mascolo, che noi a parole vantiamo di avere, ma che in realtà trattiamo, nel migliore dei casi, come tutti gli altri, e a volte peggio, per le invidie, per i freni, per i veti incrociati. Per le leggi antiquate!  Io ricordo di essermi laureato primo del mio corso, e il secondo si laureò dopo un anno.  A parte il vantaggio di spendere un anno della mia vita facendo altro (l'ufficiale di complemento), il Politecnico non mi diede nemmeno una medaglia simbolica, o una segnalazione a qualche "career center".  Tutto era molto provinciale. E non sono sicuro che non lo sia ancora.


Avevo sempre odiato quella legge che vieta di iscriversi a più Università contemporaneamente (ho poi scoperto è l’art. 142 del Regio Decreto 31 agosto 1933 n. 1592), con l’obbligo materiale di consegnare il diploma originale in segreteria, come se voler studiare di più fosse un reato da perseguire!  Non ho il tempo di leggere i lavori parlamentari che portarono a tale provvedimento, ma posso pensare solo due criteri che portarono a quella scelta:

1) l’obbligo di presenza – specie in una società ordinata come quella fascista
2) l’evitare un costo eccessivo per studente del diritto allo studio (tutto da dimostrare, specie per i pochi che volessero davvero studiare tanto)

Mi domando prima del 1933 (stiamo parlando di poche decine di migliaia di studenti universitari, non i quasi 2 milioni di adesso), quali eccessi fossero mai avvenuti per aver portato il legislatore a mettere questo vincolo.  Molto di più, mi domando quante leggi del 1933 siano ancora oggi in vita! Non so quante Riforme universitarie abbiamo fatto, ma questo serissimo vincolo, nessun Ministro ha mai pensato di scalfirlo!

Ma passiamo ad un’osservazione pratica: io cittadino posso essere dipendente pubblico tempo pieno in Italia, e iscrivermi all'Università. Invece, se sono un semplice studente, non posso iscrivermi a due università? Anche ammettendo che essere iscritto ad un’Università sia un lavoro a tempo pieno, perché un dipendente pubblico, pagato dallo Stato, può avere liberamente accesso all’Università, e uno studente a tempo pieno di un’Università, non può iscriversi ad un’altra? Non mi torna!
Ma c’e’ di peggio. Perché posso fare doppi e tripli diplomi di laurea (o meglio, “double”, “triple” degrees), se passo dall’estero (e non tutte le Università estere sono migliori di quelle italiane, immagino), mentre non posso farlo con due università più vicine tra loro? Mi pare un triplo paradosso, altro che triple degree!

Propongo:  cambiamo la norma sugli studenti-lavoratori e introduciamo il part-time.  Come in UK, dove non puoi iscriverti a 2 università in full time, ma puoi in part time (e in pratica, siccome non controllano, anche ad N università part time, pagando un sacco di tasse).

Vi domanderete, se sto parlando solo degli studenti “eccellenti”. No! Qui viene il mio “dream”.  

Una Università regionale in cui lo studente possa scegliere quali sedi frequentare in modo molto più libero di oggi, conseguendo alla fine più di una laurea, e scegliendo lui i docenti migliori.


Una università regionale in cui il the “best of the worlds” sia a disposizione di ogni studente che vi si iscrive. A Lecce, abbiamo delle punte di diamante nelle nanotecnologie? Bene, che siano disponibili per gli studenti di Foggia. A Bari abbiamo un’ottima Filologia classica, tanto per dire una cosa senza offendere nessuno? Non potrebbe essere di interesse anche per uno studente di ingegneria di Lecce? 
Ricordo il discorso di Steve Jobs “Stay Foolish, stay hungry”  agli studenti di Stanford.  Non fatevi prendere dalle divisioni apparenti tra materie. Ci sono usi delle culture più strane che vengono fuori inaspettate, se poi il terreno è fertile come la Silicon Valley. E noi, ancora, non siamo la Silicon Valley.
Agli studenti dico addirittura di ribellarsi. Non si vuole fare la “federazione” del mio “dream”. Andiamo alle vie legali! Supponiamo uno studente si iscriva a UniBA e poi vuole iscriversi a PoliBA. Se gli viene impedita la seconda iscrizione, Egli vada prima a un giudice nazionale, impugnando il provvedimento che nega l'iscrizione al secondo corso di laurea. In quella sede il giudice nazionale può disapplicare la norma nazionale contrastante col diritto comunitario (e ce ne dovrebbe essere una visto che in quasi tutti gli stati, almeno con il part time, due Università le si possono frequentare), o se ha dubbi interpretativi sollevare una questione pregiudiziale alla corte di giustizia UE.

In ogni caso, queste sono "wishful thinking", da me che non sono certo Candidato Rettore. 
Bisognerebbe che diventassero desideri vivi degli studenti, che fermamente li portassero ai loro rappresentanti di studenti, ai candidati Rettori, ai politici, e solo cosi’ arriveranno al Ministro Carrozza. Non aspettate, studenti, che i vecchi come me (e non tanto…) risolvano i vostri problemi!
Non pensate che abolire quel vincolo sia una cosa facile. E’ una rivoluzione in Italia. Se tutti si possono iscrivere dappertutto, come si fa con i numeri chiusi?  Persino il test di ammissione si puo' fare a medicina in una sola università!   Allora, si escludono le Università a numero chiuso?  Poi, si fa con una tassa unica, come mi pare di aver letto in un paese?  O moltiplicando le tasse di iscrizione, o con agevolazioni, come in altri Paesi, premiando la voglia di fare?  Infine, una nota: è possibile per fortuna diplomarsi al Conservatorio in questo Paese senza dover rimanere fuori dall’Università. Che esista una legge speciale? La allarghiamo?
Io ho speranza. Per esempio, il nuovo Rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, ha lavorato tanto per una sede “distaccata”, eppure è stato riconosciuto il suo lavoro anche a Bari. Sono contento per lui, e per Taranto, una città dove anche io insegno, e che tanto subisce.
Ricordo di aver segnalato in una conferenza di Ateneo l’esperimento che ho fatto su Facebook dei miei corsi . Secondo me continua benissimo, chiedete ai miei studenti. Non sono certo il più innovativo e arrogante docente del Politecnico, ma perché non si incentiva questo esperimento. Perché altri docenti dovrebbero farlo? Non hanno motivo, non hanno premio. Quindi perché i candidati Rettori non propongono vere innovazioni, concrete, precise, e non solo discorsi di buone intenzioni? Anche io parto in questo discorso da Martin Luther King e Steve Jobs, eppure ho cercato di calarli nella nostra realtà. Forse per me è facile, perché non sono candidato Rettore, ed è meglio così!
Dedico questo discorso ai miei amatissimi studenti di Taranto, che magari smetteremo di chiamare di Taranto, perché potranno studiare in tutta la Puglia. E io, docente “di Taranto”, non sarò più considerato di serie B, a vita, perché, nel caso remoto in cui io valga qualcosa, gli studenti di Lecce verranno a seguirmi.
Michele Ciavarella.   



ENGLISH VERSION FOR THE FOREIGN STUDENTS IS PUBLISHED IN THE HARVARD BLOG IMECHANICA AT THE ADDRESS http://imechanica.org/node/15011


ALLEGO DUE LETTERE DI STUDENTI AL MINISTRO PROFUMO CHE SONO UNA VERGOGNA DELL'ITALIA IN EUROPA


Lettera di uno studente a Profumo:
"Perché mi impedite di fare un master?"

Gentile Ministro Francesco Profumo,
sono Leonardo Gerino, studente universitario di Laurea Magistrale presso l'Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma. Le scrivo perché ho scoperto quest'anno di non poter frequentare un Master universitario di I livello, dal momento che risulto iscritto ad un Corso di Laurea Magistrale e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha fissato un limite di Crediti Formativi Universitari e un monte ore massimo per ogni anno accademico.

Ho un diploma di maturità classica conseguito presso il Liceo Ginnasio Statale Augusto di Roma con la votazione di 100/100 e una Laurea Triennale in Lettere Classiche conseguita presso l'Università La Sapienza di Roma con 110/110, ed attualmente sto affrontando la prima annualità del Corso di Laurea Magistrale in Filologia e Letterature dell'Antichità con la media di 30/30. Ho inoltre una conoscenza della lingua inglese di livello C1, certificata presso l'International English Language School di Carlow, Irlanda. Sono stato volontario dei Gruppi Archeologici d'Italia dal 2005 al 2010 ed ho partecipato a campagne di scavo e catalogazione archeologica con l'Università della Pennsylvania (2009, 2010) e con l'Università La Sapienza di Roma (2012).

Prevedo di terminare gli esami del mio anno accademico entro la metà di giugno, e gli appelli per quelli del secondo anno sono previsti a partire da ottobre: dunque, ho pensato di poter frequentare, durante il periodo estivo, un Master di I livello in Discipline della Didattica, erogato dall'Università degli Studi Guglielmo Marconi per via telematica. Tengo a precisare la grande professionalità e competenza del corpo docente dell'Università alla quale sono iscritto, poiché troppe volte mi capita di incontrare scetticismo nei confronti di metodi d'insegnamento, come l'e-learning, alternativi alla lezione frontale tradizionale: posso assicurarLe per diretta esperienza che la qualità della didattica è impeccabile e, del resto, avendoLe indicato i miei precedenti titoli di studio, credo sia evidente il mio desiderio di ricevere un'istruzione di alto livello.

Penso di poter rappresentare un'eccellenza per il mondo della ricerca e dell'università, visti i risultati fin qui raggiunti, e tuttavia mi trovo ora nella condizione di non poter valorizzare appieno le mie capacità per una questione meramente burocratica. Ho, infatti, chiesto informazioni in merito al Master di cui sopra, ma mi è stato spiegato dalla Segreteria Didattica dell'Università degli Studi Guglielmo Marconi che, in quanto iscritto al primo anno di un Corso di Laurea Magistrale, ho già raggiunto i 60 Crediti Formativi Universitari e le 1500 ore/lavoro fissate dal Suo Ministero come tetto massimo per ogni annualità accademica. Anche le altre università a cui mi sono rivolto ritengono incompatibile frequentare un Master con l'iscrizione ad un Corso di Laurea.

Per quale ragione, mi chiedo, lo Stato Italiano non mi dà la possibilità di sviluppare la mia istruzione e la mia persona umana secondo quelle che sono le mie reali capacità, come invece è garantito dall'articolo 3 della nostra Costituzione? Non è forse mio compito e diritto aspirare all'eccellenza nel campo degli studi e della ricerca, così da svolgere il mio ruolo sociale nel migliore dei modi? E poi, "la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica" (art. 9): e lo fa impedendo ad uno studente, già in possesso di una Laurea Triennale, di approfondire ulteriormente la propria formazione in base alle potenzialità di cui dispone?

Tra l'altro, Le segnalo che potrei iscrivermi, contemporaneamente al Corso di Laurea da me frequentato, ad un numero illimitato di Corsi di Perfezionamento da 20 Crediti Formativi Universitari e 500 ore/lavoro, erogati dall'Università degli Studi Guglielmo Marconi oppure da qualsiasi altro ente, fino anche a superare il monte ore previsto per un Master universitario di I livello: ho trovato, anzi, alcuni Corsi di Perfezionamento molto stimolanti, ma non vedo perché  -  a parità di impegno richiesto  -  mi sia preclusa l'occasione di immatricolarmi al Master di mio interesse.

Ho voluto frequentare il mio Corso di Laurea Triennale a Roma, pur avendo la possibilità di ambire ad università del calibro della Scuola Normale Superiore di Pisa od anche di recarmi all'estero, perché ho scelto di ricercare l'eccellenza nella mia città: ho visto amici e conoscenti costretti ad emigrare, letteralmente, per poter valorizzare il proprio sapere, ed è una strada che non ho inteso seguire. Non per paura, ma perché credo che l'Italia sia ancora in grado di offrire qualcosa a chi aspira al pieno sviluppo della persona e della conoscenza. Anche quella umanistica, che sempre più spesso viene definita inutile di fronte ai progressi della tecnica e al bisogno impellente di scienziati, matematici, fisici per il mondo dell'economia.

Signor Ministro, non voglio diventare l'ennesimo cervello in fuga. Voglio completare il mio percorso di Laurea Magistrale in Filologia e Letterature dell'Antichità e proseguire i miei studi per altri due anni con una Laurea Magistrale in Scienze Archeologiche, quindi puntare ad un Dottorato di Ricerca. Nel frattempo, però, mi piacerebbe sostenere durante questa estate un Master di I livello in Discipline della Didattica e, se dovessi riuscirci  -  come credo  - , ottenuta la Laurea Magistrale, un Master di II livello per Dirigenti Scolastici durante l'estate del prossimo anno.Perché non posso farlo, se ne sono in grado? Forse dovrei rivolgermi altrove, in un altro Paese che mi consenta, senza pastoie burocratiche, senza porre limiti alle capacità di uno studente, di sviluppare e valorizzare appieno le mie conoscenze. Lo fanno in tanti, in troppi, ma io lo ripeto: non voglio, non voglio essere un cervello in fuga. O devo diventarlo per forza?
La ringrazio per l'attenzione e spero in una Sua risposta.
Leonardo Gerino
(05 marzo 2013)

Due corsi di laurea insieme? In Italia è vietato
In Europa invece ci sono anche incentivi

Un regio decreto del 1933 impedisce agli studenti italiani di frequentare contemporaneamente due percorsi universitari. In Spagna, invece, ci sono sgravi fiscali e aiuti. Ma se un universitario italiano si iscrive anche all'estero rischia di vedersi cancellare uno dei due attestati

Un Regio decreto del 1933, in piena era fascista, segna la discriminazione tra gli studenti universitari italiani e quelli europei. In base a questo decreto, tuttora in vigore, gli studenti universitari del nostro Paese non possono frequentare due corsi di laurea contemporaneamente, o un corso di laurea e un master. Il rischio è che uno dei due venga "cancellato" d'autorità. Il caso è stato portato alla luce da uno studente che ha scritto a "Repubblica.it" lo scorso 5 marzo, denunciando il fatto e che ora, dopo mesi in cui ha tentato di avere risposte ufficiali dal ministero dell'Istruzione, finalmente ha avuto un primo "parere", sia pure ancora ufficioso.

La lettera del 5 marzo

Il parere del ministero, per quanto non definitivo, non lascia adito a dubbi. Iscriversi a due corsi di laurea è impossibile. Ma c'è di più. Se anche lo studente italiano volesse frequentare contemporaneamente un corso di laurea nel proprio paese e un altro all'estero, incorrerebbe nelle stesse "sanzioni", indipendentemente dal fatto che nella nazione straniera ciò è largamente consentito.

"Per completezza di informazioni rispetto al suo progetto di iscriversi ad un Master in Irlanda, Le comunico che i Master degree del sistema anglosassone, in generale, corrispondono alle nostre Lauree magistrali. Dunque si potrebbe rilevare anche in questo caso il divieto di contemporanea iscrizione a corsi universitari, che si determina, anche se il titolo accademico è conseguito all’estero". Questo è quanto è stato comunicato allo studente da uno degli uffici ministeriali, la "Direzione Generale Università, Studente e Diritto allo Studio Universitario - Ufficio IX".

Il cerchio così si chiude sullo studente universitario che vorrebbe evitare la fuga all'estero e frequentare in Italia due corsi  contemporaneamente. Non resta a questo punto che "emigrare", con buona pace del tanto decantato contrasto alla "fuga di cervelli". Ovviamente, emigrare all'estero è una cosa consentita ad uno studente se dietro c'è una famiglia in grado di sostenere il costo degli studi e della permanenza in un'altra nazione, fatto che crea un'ulteriore discriminazione per censo. 

La seconda lettera dello studente

Il caso specifico del giovane che ha nuovamente scritto a "Repubblica.it" è emblematico, in questo senso. Il giovane si mantiene con una pensione di reversibilità Inps (la madre è morta due anni fa) e ne ha diritto fino al compimento del 26esimo anno di età. A patto che frequenti l'università e sia in regola con il corso di laurea. Quindi ha tempo fino a quella data per completare il suo programma di studi universitari. E a questo punto il tutto diventa un vero e proprio "Comma 22". Non può prendere due lauree contemporaneamente in Italia, non può frequentare un corso di laurea in Italia e uno all'estero nello stesso tempo e se dovesse trasferirsi in un'altra nazione europea per raggiungere questo obiettivo, potrebbe addirittura perdere la pensione di reversibilità, quindi non avere alcun sostentamento. Il condizionale è d'obbligo perché lo studente ha chiesto all'Inps un parere, prima attraverso il call center dell'Ente, ricevendo due risposte completamente opposte (una assolutamente negativa - non avrà la pensione -, una totalmente positiva - "Qui si parla solo di corso di laurea, non si specifica se in Italia o all'estero"), poi attraverso una richiesta ufficiale alla direzione generale dell'ente previdenziale. E' ancora in attesa di una chiarificazione.

Intanto, il tempo passa e il 26esimo anno di età si avvicina. Lo scorso anno, il ministro dell'Istruzione aveva caldeggiato una nuova normativa universitaria più al passo con i tempi; tra le varie norme c'era anche quella che avrebbe permesso la frequenza di più corsi universitari insieme e addirittura la possibilità di concludere in anticipo il corso di laurea. Il ddl giace in qualche ufficio parlamentare e chissà quando sarà "ripescato". 
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10 commenti:

  1. aro Michele

    ovviamente nessun problema per la pubblicazione della lettera; in effetti la questione da Te posta è molto interessante

    e può aprire interessanti prospettive (penso all'iscrizione ad una seconda laurea e ad un corso di dottorato di due diverse sedi universitarie - proprio io ho dovuto rinunciare alla II laurea cui ero iscritto quando vinto il dottorato a Napoli; o a master di I livello e a laurea specialistica, ecc.).

    Il tutto anche della stessa sede.

    Per quanto riguarda le tasse penso che queste si duplichino trattandosi di prelivi di tipo paracommutativo legati al servizio reso (se il servizio è doppio anche le tasse devono esserlo)

    Un caro saluto
    Antonio URICCHIO

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  2. Caro Prof. Ciavarella,
    questo suo "very very ambitious dream" mi sorprende, positivamente, non poco, specialmente per la collocazione temporale nella quale lei lo espone. In un periodo in cui si ha la necessità(tendenza) di chiudere le sedi decentrate degli Atenei lei propone di aprire più che mai il concetto di Università (dal latino "universitatem":complesso di tutte le cose di un tutto). I vantaggi di un' università regionale sarebbero innumerevoli, dal semplice scambio di informazioni e dati fra strutture diverse alla condivisione di laboratori ed attrezzature in un campo ben più esteso, ma a mio avviso i vantaggi ci sarebbero solo se la sinergia fra i vari atenei fosse ben oliata ed efficiente. Per formare una squadra vincente si ha bisogno che ogni singolo giocatore sia ben allenato; siamo sicuri che in Puglia ogni "giocatore" si stia allenando a dovere?
    La mia opinione è che se il progetto "regional university" dovesse partire fra un mese, la mia regione non sarebbe assolutamente pronta. Non è difficile immaginare il motivo della visione pessimistica che uno studente della mia età possa avere adesso del "là fuori". La crisi non è solo economica, è anche di impegni, di coraggio, di volontà e bisogna uscirne fuori. Non possiamo aspettare che ci vengano a lanciare una cima dalla vetta, dobbiamo scalarla da soli sta montagna, dobbiamo rimboccarci le maniche TUTTI, studenti, professori, segretari, amministratori e tutto il direttivo. Bisogna rendere più fluida ed organizzata ogni sede universitaria e poi forse, un giorno, magari si potrà parlare di Università Pugliese.

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    1. Caro Dante, conoscendoti come ottimo studente, nondimeno non sorpreso dell'alto livello della tua lettera --- essa è apparentemente pessimista, ma invece talmente piena di grinta e sano spirito di competizione, ma anche di fiducia, che voglio metterla in evidenza e inviarla alle associazioni studenti perchè la discutano. Se qualcuno non vuole mettere questa energia di cui parli, lo scoveremo! Lo troveremo, e lo metteremo in un angolo, o fuori squadra! Ciao, MC

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  3. Condivido.
    Pur sentendomi ancora giovane, da tempo predico che si debba pensare al Politecnico del " dopo".
    Divisioni e incomprensioni del passato non ci fanno bene. Sono consapevole che non è facile (forse impossibile) sanare i vecchi dissidi, ma i nostri "figli" potranno lavorare insieme per fare grande il Politecnico?

    Leonardo Damiani

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  4. Parlando con alcuni candidati, mi è parso di capire che c'e' confusione tra "federazione tra le universita' pugliesi", che è una cosa vecchia che ogni tanto viene tirata fuori, e ha un suo senso, ma non c'entra con l'abolizione del vincolo alla singola laurea, che è altra cosa.

    La mia proposta è ispirata ad un modello persino più ambizioso di University of California. Propongo per mettere le idee in chiaro di capire intanto come funziona U. of California. Per poi creare semmai un dibattito, non so se dal blog o con le associazioni. A me piacerebbe coinvolgere di piu' gli studenti e le associazioni sul creare la ns proposta (mia e loro) insieme. Poi i candidati facciano la loro tenendo conto di tante cose. A noi il compito di sognare, non dimenticatevi di "california dream", e che il mio primo post si chiamava "I have a regional university dream! :)

    Invito tutte le associazioni studenteste a contattarmi via skype dato che sono all'estero, se ritengono, "micheleciavarella", per questo "brainstorming"

    http://it.wikipedia.org/wiki/Universit%C3%A0_della_California

    https://en.wikipedia.org/wiki/University_of_California

    saluti MC

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  5. Caro Prof. Ciavarella.

    Non ho chiaro al momento come lei possa avere il mio indirizzo, ma tanto vale dopo due mail risponderle personalmente, sperando così di chiudere la questione, chiedendole fin da ora di rimuovermi da questa sua mailinglist.

    Come studente prima e laureato dopo, trovo la sua proposta certamente interessante ma non fondamentale. Anzi, ritengo che in veste di proponente di riforme, spalla o candidato diretto, sarebbe molto –e intendo moltissimo- più importante occuparsi innanzitutto di tutte quelle riforme che permettessero in primo luogo di far funzionare l’università e garantire a tutti quella qualità di servizio (che in primo luogo si manifesta tramite i docenti) e di opportunità (qualità dei corsi, strutture, prospettive, ecc) che ogni studente monocorso meriterebbe e che a me risulta non essere proprio come potrebbe/meriterebbe di essere.
    Pertanto le consiglierei di spostare Questi temi al centro del suo dibattito e di battersi per Questi, affinché il cambiamento sia reale e non solo di propaganda, anche se capisco che questi sono temi assai più complessi da affrontare che non sperare in una o più abrogazioni/cambi di legge. Oltre che abrogare/cambiare è piuttosto facile e poi si lascerà sempre sulle spalle degli studenti l’onere di risolvere i nuovi problemi che ne derivano? Benché, infatti, non voglio intaccare il diritto sacrosanto di quelli che potrebbero anche trarne un qualche beneficio dalla sua proposta, quanti poi potrebbero realmente usufruirne dovendone pagare il sacrificio non solo monetario? Io credo sia anche nell’ordine delle cose che in un paese come l’attuale Italia, tutto ciò possa andare a discapito di chi conosce, riceve o trova le (in)giuste vie per agevolarsene il cammino e trarne ulteriore vantaggio rispetto a tutti quelli che, pur potendo onestamente competere, non possono o peggio ancora dovranno vivere nella consapevolezza che se non troveranno anche loro il modo di adeguarsi alla meglio saranno comunque sempre più indietro di altri. Con questo non voglio in alcun modo farle pensare che i suoi temi non siano importanti o altrettanto validi, ma preferirei vederli come il completamento di un programma-svolta che mai c’è stato perché molti tra rettori, professori, ricercatori e impiegati di questo mondo pensano possa avvenire solo a patto di non toccare le proprie certezze e i propri privilegi. Per finire poi, caro professore, io devo prendere atto che bastano già due riflessioni per capire che differenza passa tra una propaganda di intenti un programma vero e proprio, che oltre alle parole presenti a tutti un reale uomo di “pensiero”, affrontando con altrettanta serietà tutti quei temi che un argomento importante porta inevitabilmente con se. Di questo non ho trovato nulla sul suo blog, ma in cuor mio posso almeno sperare, che su questioni così importanti lei abbia almeno le idee chiare e sia pronto in ogni momento a fornirne i dettagli al momento opportuno.

    Oggi sono anche padre e quindi tornerò in modo indiretto ad essere studente e so già che lo stato delle cose che i miei figli troveranno non saranno molto differenti da quelle che ho trovato io stesso e questo è l’unico aspetto di cui un ex-studente come me può al momento avere realmente interesse e questo parte inevitabilmente dal diritto allo studio e si compie inevitabilmente in tutti gli altri aspetti fondamentali per una Università di Qualità (compresa probabilmente anche le sue proposte); e per molti padri-ex-studenti c’è ancora tempo per poter cambiare Queste cose.

    Cari saluti e in bocca al lupo
    Ing. Davide Mannone

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    1. Scusandomi se le e' arrivata una posta indesiderata, la ringrazio del commento molto opportuno. Io, come sa, non sono candidato rettore, e quindi la mia proposta è una proposta di un privato cittadino, e non un intero programma elettorale da rettore. So per certo che la mia proposta sta ritrovando interesse anche parlamentare, e certo non puo' risolvere tutto. Ma, se per es., si fa a parità di costo di iscrizione, non vedo cosa possa peggiorare. Se lei mi dice i contro, la discusssione è utile. Cordialità.mc

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  6. Carissimmi


    un collega ucraino (Minakov) mi ha parlato del processo che ha portato in Ucraina alla liberalizzazione delle lauree. E' partito intorno al 2001, con un progetto pilota.

    Ora chi lo propose e' il capo della commissione cultura e istruzione nel parlamento.

    In pratica, in Ucraina c'e' il numero chiuso su quasi tutte le universita'. Uno puo' fare domanda a max 5 università su max 3 lauree ciascuna, quindi max 15 lauree. Si puo' portare avanti fino a 5 lauree contemporaneamente.

    Ci sono anche degli aspetti contro.

    Mi interesso meglio? So che queste sono cose piu' da processi legislativi, che da candidati rettori, ma VISTO CHE in Ucraina tutto parti' da un progetto PILOTA, noi in Italia potremmo fare il progetto pilota in PUGLIA !

    E' chiaro che non avendo il numero chiuso, non so che limiti andrebbero messi in Italia.

    Saluti, MC

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  7. Egregio Prof. Ciavarella,

    ritengo lodevole il suo impegno ma come ebbi a dirle in altra occasione il Politecnico di Bari necessita, a mio parere, di una "profonda pulizia" e di una vera apertura al mondo esterno che non si vogliono fare.
    Da esterno anche gli ultimi miei "contatti" col Politecnico lo dimostrano.
    La invito a leggersi il bando (DR 102/2013) ed in particolare l'art. 4 e a spiegarmi cosa c'entra con la finalità del bando stesso, ossia la ricerca di un docente esperto di scuola secondaria in grado di "guidare" il tirocinio del futuro insegnante di scuola secondaria.
    Io quell'articolo lo interpretai da subito per quello che a mio parere era, e cioè il modo di dare un posto a "ci conosciamo tutti", riprendendo le parole del rettore.
    E in effetti può andare a visionare quali siano i vincitori del bando.
    Da tempo in Italia si confezionano bandi e concorsi su misura del vincitore predestinato.
    Non posso non concludere che ancora una volta il Politecnico continua nella sua chiusura e autoreferenzialità pur di salvaguardare gli interessi degli amici.
    Per ribadirle il concetto, può visionare sul sito del Politecnico anche la nomina delle commissioni giudicatrici per l'abilitazione a insegnante di scuola secondaria.
    Dette commissioni sono composte solo da docenti universitari (fatta eccezione per un Dirigente Scolastico, e tutti sanno che i DS non mettono più neanche un mignolo in classe, tanto che gli alunni tendono a immaginarli come figura mitologica) in barba a qualunque nozione di pedagogia e di buon senso.
    Pedagogia e buon senso prevederebbero che a valutare un professore di scuola secondaria dovrebbe essere un professore di scuola secondaria, come funziona per i professori universitari? Vengono per caso valutati da Dirigenti del MIUR?
    La invito, infine, a leggere l'intervista del Ministro Carrozza (son certo conosca la professione del Ministro del MIUR)fatta da "il Mattino" e pubblicata il 05/08/2013.
    Per esperienza devo confermare, io ho dovuto studiare su dispense vecchie anche di 20 anni argomenti ormai sorpassati per superare gli esami universitari, mentre nulla mi è stato insegnato sulle tecniche, non dico moderne, ma almeno attuali.
    Mi scuso per l'intervento e le auguro buona giornata.

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  8. RICEVO UN COMMENTO SUL SISTEMA UCRAINO


    When a perspective student in Ukraine applies to university, he/she can bring in documents to 5 universities, with up to 3 programmes in each of them. So in total one applies to 15 programmes. Before 2009 it was allowed to apply to unlimited number of universiteis and
    programmes, but as a result some applied to 60 programmes or so and
    the rankings were largely inflated and created many difficulties in
    admission process. So the Ministry limited the number of possible
    applications.

    Once the application period is over (it is usually at the end of
    July), universities make rankings of students on all their programmes.
    The universities are assigned certain number of budget-funded places
    by the Ministry and they accept those students who are the first in
    the ranking. If some of those first in the rankings choose different
    programme or university, then the next person on the list is proposed
    to enter the programme. There are in total three waves of enrollment,
    that is that the rankings are officially renewed three times within 11
    days in August.

    However, universities also admit student who will pay for their
    studies, not paid by the state. So once the university enrolls
    students on budget-funded places, they can enroll students who will
    pay for their studies. The number of these students is limited in
    theory, but the max number is pretty high. In general the university
    can admit up to 49% of self-paying students, but they do not reach
    this limit.

    There are no limitations on the number of universities one can enter,
    but the student can only study on one programme on budget-funded place
    for one degree. So if a person decides to study in two universities
    for the same degree, he or she will have to pay for 'additional'
    programmes.

    So some students decide to study in two universities at the same time.
    Normally they would be studying on one of the programmes on 'distance
    education' programme, but legally it is not required. It is just very
    difficult to do.

    This is a very short description. If you have any more questions, I
    shall be happy to answer them in much shorter period this time.

    I guess my main question to you is the following: what is it exactly
    that you are interested in - the admission process, which allows to
    apply to different programmes at the same time or the studying in
    different universities at the same time?

    With best wishes,
    Inna

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