"In our time it is broadly true that political writing is bad writing. Where it is not true, it will generally be found that the writer is some kind of rebel, expressing his private opinions and not a "party line." Orthodoxy, of whatever color, seems to demand a lifeless, imitative style."
George Orwell, "Politics and the English Language," 1946
Al Decano Prof. Napolitano
Alle OOSS
Al Rettore Costantino
Premesso che parlo a titolo personale per via che diverse parti mi
tirano dentro la vicenda, ma avendo nessun titolo, almeno posso parlare
liberamente, con il cuore in mano di chi tiene all'immagine del PoliBA
che francamente non è tutta nella questione "seggio elettorale a
Taranto", come mi pare oggi volete dimostrare.
Sono rammaricato, pur consapevole che ognuno avrà le sue ragioni, con:-
1) le OOSS che hanno fatto ricorso presso la Commissione elettorale
per la presunta lesione del diritto di voto
2) l'indifferenza da parte dei candidati sulla vicenda, nonostante varie pressioni per lo schieramento in un verso o in un altro
3) l'insistenza con cui il decano Prof. M. Napolitano, nella stima che nutro per lui, continua a farne una questione di "mostrare i muscoli".
Il tutto, visto da me, per es., che peraltro ricevo messaggi
dall'esterno e sono all'estero, è uno spettacolo veramente non degno.
Chiedo a qualcuno di fare un passo indietro.
Ad esempio
- il Decano Napolitano che si dimetta,
tanto non è un particolare merito essere Decano, ma solo un diritto di
anzianità,
- le OOSS che lascino correre sui dettagli della
organizzazione del seggio,
- i candidati che si espongano, e quindi non continuando a mostrare solo a parole interesse per Taranto e per i
problemi che crea.
Per chi insegna da 10 anni andando su e giù, il tutto ha il sapore
di una lotta non solo tra poveri, ma tra puntigli. Il pensiero che il
tutto sia strumentalizzato per mostrare da parte di uno di avere "potere
elettorale" vi fa anche questo poco onore.
Io credo che chi farà il passo indietro mostrerà un poco di quella capacità di armonia di cui parlavo stamane.
Il
gesto di dimissioni del Decano sarebbe anche simmetrico al gesto nobile
del nostro Rettore, e quindi non farebbe che portare anche più stima a
uno come Michele Napolitano, cui il Politecnico deve molto, non certo
per come gestisce la questione seggio elettorale. Peraltro faccio
notare che trovare un altro decano è per fortuna più semplice che
trovare un nuovo Rettore. A fortiori sarebbe nobile!
Grazie dell'attenzione
PROF: M. CIAVARELLA
RICORSO ELETTORALE
Alla dott.ssa Francesca Santoro
Direttore Generale
Presidente della Commissione Elettorale
e p.c. Al Prof. Michele Napolitano
Decano
Politecnico di Bari
S E D E
Le sottoscritte OO.SS., in qualità di organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del personale TAB del Politecnico di Bari, intendono presentare formale ricorso avverso alla decisione del prof. Napolitano, in qualità di Decano, resa nota alla comunità del Politecnico in data 30.07.2013, decisione intesa a denegare la costituzione di un ulteriore seggio nella sede distaccata di Taranto per le elezioni del Rettore per gli a.a. 2013-2019.
Le ragioni del ricorso sono le seguenti:
1) Anzitutto garantire il diritto di voto, costituzionalmente sancito dal combinato disposto degli artt. 2 e 48 della ns. Carta Costituzionale, favorendone il concreto esercizio.
2) La consuetudine, radicata ormai da sempre presso il Politecnico di Bari, di costituire un seggio presso la sede distaccata di Taranto, proprio al fine di favorire l’esercizio del diritto di voto della comunità tarantina (vedasi i dispositivi di istituzione dei seggi elettorali relativi alle precedenti elezioni).
3) La possibilità, prevista dal vigente Regolamento Elettorale di Ateneo – art. 8, comma 3 – di istituire più Uffici di seggio.
4) La più volte constatata impraticabilità concreta di dar seguito al rimborso delle spese di viaggio, come verificatosi negli anni trascorsi; peraltro, la possibilità di rimborso dichiarata dal Decano non trova, ad oggi, alcun riscontro in disposizioni attuative degli organi/uffici a tanto deputati.
5) Il richiamo a quanto praticato presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” non costituisce certo vincolo o unico indirizzo in materia considerato che a) altri Atenei si sono orientati diversamente; b) la sede distaccata dell’Università degli Studi di Bari in Taranto ha collocazione più fruibile di quella del Politecnico; c) l’Università degli Studi di Bari ha organizzato un servizio navetta da/per Taranto nelle giornate di votazione.
Pertanto le sottoscritte OO.SS. chiedono che la decisione in parola venga annullata in tutti i suoi effetti e si proceda a costituire un seggio nella sede distaccata di Taranto per le elezioni del Rettore del Politecnico di Bari per gli a.a. 2013-2019.
Le sottoscritte OO.SS. chiedono inoltre che:
1) Nel caso di mancato accoglimento del presente ricorso vengano determinate le modalità di rimborso delle spese di viaggio per coloro che, provenendo dalla sede distaccata di Taranto, dovessero decidere di esercitare il proprio diritto al voto presso il Seggio elettorale in Bari.
2) Venga integrata la composizione del Seggio elettorale per le elezioni del Rettore del Politecnico di Bari per gli a.a. 2013-2019 (v. disposizione del Decano in data 24.07.2013) con l’indicazione del sostituto del Presidente in caso di suo impedimento o assenza.
Bari, 31.07.2013
In fede
FLC CGIL - Segreteria Provinciale f.to Edoardo Renna
Federazione CISL Università - Segreteria Aziendale f.to Paolina Tricarico
UIL RUA - Segreteria Aziendale f.to Luca Fortunato
CSA - Segreteria Aziendale f.to Paolo Lella
CONFSAL SNALS CISAPUNI - Segreteria Aziendale f.to Teresa Angiuli
mi è stato chiesto qualche chiarimento sul significato di questo blog e in particolare del sondaggio sul Rettore.
Il blog nasce dalla volontà di mettere al servizio del
Politecnico di Bari e di tutto il pubblico interessato al Politecnico (non meglio identificato), tutte le informazioni relative alle principali notizie degli eventi, documenti, e fatti che avvengono nello stesso Politecnico durante la campagna elettorale. Il blog è stato creato molto prima della Campagna elettorale per il rettore 2013-2016, e precisamente durante la Riforma Gelmini, quando si parlava di Rettori "Virtuosi", quelli che portavano la propria Università ai migliori risultati, e i miei primi commenti erano di come sarebbe stato facile farlo barando e truccando il gioco. Quindi virtuoso rischiava di diventare bandito.
Ora ho pubblicato la maggior parte delle lettere di candidatura, e di commenti, mandati dai candidati ai docenti (con l'eccezione della lettera della prof. Giasi che a tutti gli interni pare attaccare il Prof. Castorani, però contiene una frase che, ad un esterno, sembra un vero e proprio attacco al prof. Costantino, che avrebbe forse fatto un errore nel CdA, e quindi nell'ambiguità del messaggio, ho preferito tenerlo interno).
Ora, cosa puo' fare questo blog? Non staro' li' certo a controllare che tutti i CV dei candidati siano veritieri. Ci sono vecchi trucchi che noi italiani usiamo, specie quando parliamo di pubblicazioni. Gonfiamo i numeri, diciamo "400 pubblicazioni, la maggior parte delle quali su rivista internazionale", dove intendiamo per "maggior parte", magari 4 su 400!
Diciamo a tutti di aver maturato grande
esperienza in tutto e il contrario di tutto, in quello che è utile e quello che è inutile per portarlo a risorgere
nell'immediato futuro e per garantire a tutti un futuro fantastico. Il cosiddetto.... libro dei sogni! In inglese, il "wishful thinking".
Tutti i candidati diranno che governeranno in modo pluricratico, ossia loro saranno meri esecutori della volontà di ognuno di noi. Ma intenderanno proprio il contrario!
Diranno di volerlo fare puntando specie sui giovani,
e ovviamente faranno riferimento alla Costituzione, dicendo di prediligere i più "capaci e meritevoli" sia tra studenti, che nelle promozioni di docenti e tecnici. E intenderanno magari il contrario, come magari dimostra la loro storia passata, e dimostrerà la loro storia futura.
Vorranno una classe "dirigente" futura -- la "migliore possibile", dove si intende ripetere l'esperienza di "dirigenti" e addirittura "dirigenti generali", che sono talmente bravi ed affiatati con il proprio datore di lavoro da creare un clima familiare, ossia essere al loro fianco in tutti gli incarichi, compresi anche figli e nipoti e fino alla quinta generazione! Diranno che tutto vivrà in sintonia, e ci sarà un vero paradiso, senza più le lotte intestine tra gli organi di governo esistenti e previsti dallo
Statuto.
Insomma. Come scovare i bluff??
Io direi di andare a verificare in questi candidati rettori, cosa hanno creato nei loro gruppi. C'e' l'armonia di cui parlano di essere tanto esperti? Sono stati dei manager cosi' tanto efficaci? Queste informazioni non sono facili da reperire nemmeno per me, a parte eccezioni che non voglio riportare per non sbilanciare il blog su un candidato o l'altro.
Un candidato che non ha creato nessun gruppo di lavoro, direi proprio che lo lascerei perdere. A meno che non sia talmente giovane e promettente che gli vogliamo firmare un assegno in bianco.
Un candidato che ha si molti collaboratori, ma in reatà lavora solo con uno o due, qui porterei un campanello di allarme. Basta vedere sui database o nei CV scientifici, se i nomi di tutti i suoi collaboratori compaiono all'incirca, e idealmente in maniera uguale. Se invece pubblica solo con uno, e gli altri pubblicano per i fatti loro (sempre se lo fanno entrambi, e non escludo che non lo faccia nessuno dei due), questo è indice di grande disarmonia nel gruppo, che sarà sicuramente ingigantita una volta divenuto il candidato, Rettore. Con grave danno dell'efficienza che dicono di voler aumentare. Ovviamente!
Questo è uno dei pochi metodi scientifici per fare questa valutazione, in una Università dove da secoli ogni gruppo si fa i fatti suoi, e non si riesce a sapere bene perche' uno è il prediletto di un altro e non viceversa?
Ecco, il blog non può fare tutto questo, ma almeno cerca di creare trasparenza, dare suggerimenti. Invito a fare questo esperimento di analisi dei CV, e se avro' tempo, invece lo faro' io stesso.
Vedere quante pubblicazioni hanno i candidati va bene, ma quante ne hanno in comune con il loro gruppo, e come si divide la collaborazione, questo è interessante, ed e' uno dei pochi indici scientifici che abbiamo a disposizione.
Per il resto, ho visto programmi piu' seri e meno seri, e non diro' quali, per mantenere il mio ruolo di al di sopra delle parti --- non è il blog di un candidato.
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Sul sondaggio. Nessuno ci crede, e molti hanno criticato la scelta. Il piu' aggressivo ha detto in una lista pubblica da un'altra città di Italia:
Fermo restando che quanto fai è assolutamente legittimo e in tema, scusa la curiosità ma non mi è chiara una cosa: anche ammettendo che sia assolutamente regolare, che te fai del sondaggio? Non puoi aspettare? Inoltre, se, non sapendo come passare i prossimi cinque minuti (visto che per gli attuali cinque qualcosa me la sono comunque inventata),decidessi di partecipare e votassi, che valore avrebbe il voto di uno che non sa niente di POLIBA e gliene frega ancora meno? Voterei a caso: sarebbe regolare ma di nessuna utilità, o hai preparato un algoritmo che elimini gli outlier, magari basato sulla moda invece che sulla media, e così via? Tieni conto della deviazione standard o, visto che vanno di moda le mediane, applicherai la deviazione assoluta dalla mediana?
A me pare che la votazione interna del candidato non sia tanto perfetta. Il rettore Costantino disse che le sue dimissioni erano improvvise ma sarebbe stato facile trovare un candidato anche perchè, si sa, "ci conosciamo tutti" . Ecco su questo vorrei fare una piccola critica a Nicola, che magari non si aspetta perche' ultimamente non faccio che elogiarlo. Nello stato attuale delle cose, il fatto che un Rettore venga eletto tra chi "si conosce da anni", non mi pare tanto una cosa buona. Una comunità tanto chiusa gira e rigira sugli stessi gossip per anni. Il rinnovamento voluto da alcuni candidati (in certi casi con forza nel senso di individuare il "vecchio" nei potenti ex rettori) in questo senso non è mai totale.
In molti paesi stranieri anglofoni che noi spesso citiamo, i presidenti delle Università vengono da fuori, il fatto che "non li conosca nessuno", e lui "non conosca nessuno" è visto positivamente. In Italia, come al solito, per vedere come fare bene le cose ci sono solo 2 esempi che conoscono tutti.
1) come si scelgono calciatori e allenatori di calcio
2) come si scelgono team manager, progettisti, e piloti della Ferrari
Ebbene, non credo che gli italiani che sanno fare tanto bene i mestieri di cui sopra, se ne ricordano quando scelgono le regole per farsi il Rettore in casa.
No, noi accademici per fare la squadra, il massimo che facciamo è un rimpasto dei numeri. Gli attaccanti diventano difensori, i portieri vanno in panchina, poi tornano come attaccanti, etc etc. In genere non funziona granchè.
Ecco, il mio sondaggio per votare anche dall'esterno è un piccolo esperimento, con le mie limitate forze, per vedere chi voterebbe un pubblico un po' piu' random. Come dicono i miei amici di Catania, random election may be better!
Purtroppo il progetto non andrà in porto fino in fondo. Il rettore che vincerà il sondaggio non potrà dare prova. E inoltre ho scelto i candidati tra quelli ufficiali, non ho inserito, chesso', nessun premio Nobel, o anche grande direttore di azienda multinazionale. Magari sarebbe stato meglio.
PS: una curiosità: molti mi snobbano, ma da quando ho detto che il sondaggio era poco rappresentativo ieri con 100 voti, improvvisamente sono arrivati altri 100 voti! E comincia a delinearsi un trend......
Mi si consenta una riflessione
da fine settimana sugli eventi delle ultime settimane.
Vedo una questione “seggio elettorale” su Taranto che si protrae da
settimane.Questo non è un buon segno di
efficienza della macchina amministrativa. Personalmente, credo il Decano con
questi metodi, se si fosse presentato alle elezioni, avrebbe preso “un pugno di
voti”, nel doppio senso che i voti si sarebbero potuti largamente contare su
una sola mano, e nell’altro senso che sarebbero stati per lui un “pugno”
metaforicamente parlando si intende. Io continuo a non capire un cervello, anzi
due cervelli come lui, come mai sprechino le loro connessioni neuronali su
questa battaglia. Se una volta di diceva di qualcuno per offenderlo “due
braccia sottratte all’agricoltura”, oggi del Decano io direi, per stanarlo e non
certo per offenderlo data la mia stima immensa per le sue qualità, “due cervelli sottratti all’ingegneria e al Politecnico”!
Se, come pare, Taranto sarà la “chiusura” della campagna elettorale,
allora il voto “libero” perché docenti afferenti a Taranto sono cmq afferenti
anche al Centro Interdipartimentale, che in un’ottica di Università Regionale
da qui a venire, si sentirebbero i primi liberi di spostarsi anche per alcuni
corsi in altre sedi, o viceversa, il Centro potrebbe aumentare tantissimo i
suoi aderenti potendo prendere da sedi come Lecce, Brindisi, altri docenti
anche in via telematica, credo che Taranto non andrà sottovalutata affatto.
Ero incerto se dare ad ampia platea un
piccolo feedback "sondaggistico" per quello che vale, sul mio blog,
che ho dato ai candidati. Ma siccome lo stop dei sondaggi mi pare vale solo sotto
votazione, credo di poterlo fare.
Il mio blog, mio malgrado, è l’unico che fa funzione di quello che normalmente
fanno i vari candidati per conto loro. Siccome lo segnalo o lo ho segnalato
oltre che a PoliBA, anche tramite liste UNILEX, tramite facebook nei gruppi
delle associazioni studentesche (che contengono anche 5000 membri l’una), credo
che la maggior parte dei lettori siano studenti, ma è un’impressione dovuta
anche al poco uso di facebook e blogs da parte degli utenti senior.
Tuttavia, il voto degli studenti
anche se è per me ingiustamente “sacrificato” numericamente, vale moralmente
molto. Sempre senza volermi sostituire alle associazioni che raccolgono meglio
il feedback degli studenti.
Sui dati mensili il post che va piu'
forte (dopo quello delle dimissioni del rettore) e' il post sui CV deicandidati. Questo mi pare un segnale interessante, e serio. La gente
vuole vedere cosa ha fatto in passato chi va a ricoprire quella carica.
Poi la mia lettera alla Ministro Carrozzasulle graduatorie nei concorsi RTD nuovo tipo, che evidentemente sono solo 1500
posti in tutta italia, con graduatoria nazionale, ma a fronte di tantissimi
giovani dottorandi o post-dottorandi ora in giro in Italia, sono un qualcosa di
interesse e importanza “esplosivo”. Devo dire, per non nascondere le mie
battaglie perdenti (per ora), che l’idea della commissione straniera e della
possibilità di scegliere sede all’estero non è piaciuta alla Associazione APRI
dei precari, ed è considerata troppo radicale. Ma vedremo, so che il provvedimento
è slittato in autunno.
Segue “le 5 idee per brainstorming”che non ho visto granchè introdotte nei temi dei candidati, e che tra parentesi sarebbe stata una cosa carina da organizzare --- non i
candidati che presentano in serie le loro idee, ma che discutono liberamente
come se dovessero estrarne una migliore, e poi scegliere ognuno sulla base
della propria coscienza, quali portare avanti.Di fatto, durante una campagna elettorale avviene, perché un candidato
furbo, se sente che un’idea avversaria prende piede, rapidamente dice che anche
lui stava proponendo la stessa cosa, se non una molto simile.
Poi come altro messaggio seguito dal
web c'e' la prof. Giasi (messaggio in cui si dichiara candidato certamente “controCastorani”). Questo è ovviamente difficile da intepretare: a parte l’aspetto
di forza mediatica che un messaggio molto inusuale per ambienti accademici può
portare, potrebbe anche contenere un effettivo senso di ribellione intrinseco
all’establishment ma molto tempo “estabilizzatosi”
Segue il mio "regionaluniversity dream". Che quindi devo dire va molto forte rispetto al fatto
che viene sì dall’autore del blog, ma tuttavia che non è certo un candidato
Rettore.
Segie “UNA CANDIDATARETTORE CONTRO L'OMERTA' DELLE MOLESTIE SESSUALI” della candidata Giasi, che da
un punto di vista mediatico era ancora più forte di quello contro Castorani. Il
chè mi permette di dire in modo quasi matematicamente dimostrato, che a maggior
ragione, il problema della stanchezza verso l’establishment, i vecchi Rettori
etc, è ben più sentito del problema delle molestie sessuali, presunte
ovviamente.
Infine, passiamo ai veri messaggi di
“candidatura”, prima Albino, Damiani, e La Scala, che purtroppo misi insieme in
quanto erano brevi. Poi quello della prof. Giasi in cui si dichiara candidata "forte" (che tuttavia andrebbe sommato
a quelli precedenti suoi, e se sommassimo cosi’, potremmo dire che a oggi la
Prof. Giasi ha raccolto piu’ interesse dal WEB).
SE INVECE PASSIAMO AI DATI
SETTIMANALI
Sui dati settimanali, invece segnalo primo il mio "regional dream",
secondo il messaggio di candidatura di Damiani, Albino e Lascala (insieme), e
poi i “paradossi dei crediti persi”, e poi quello del Galantuomo Galantucci. E
poi Mascolo.
Per quello che vale, e non per fare
Cicero pro domo sua, ma mi pare di concludere che
1)La volontà di avere un’innovazione
forte e di enorme aumento del diritto allo studio da parte degli studenti di
potersi iscrivere ad una Università regionale,scegliendo molto più di ora e liberamente corsi, docenti, sedi, e usi di
strumenti informatici è forte.
2)Che la Prof. Giasi ha per ora
sollevato l’interesse giovanile più forte, e che però secondo me ha dato un’immagine
di forza e di coraggio, che occorrerà vedere se spaventa i meno giovani e gli
interni, e se a questo corrisponde un programma concreto per “la quiete dopo la
tempesta” come direbbe il sommo Leopardi
3)Che non sono in grado di giudicare
su un “outsider” (rispetto al mio blog) molto valido come Di Sciascio, perché non
ha mandato niente che io potessi mettere nel blog
4)Che non so giudicare tra Albino,
Galantucci e Damiani, perché i dati che ho messo purtroppo non sono separabili.
Ma chiaramente l’interesse per i tre c’è.
5)Meno al momento per Mascolo, che
forse era una candidatura non aspettata e non preparata, ma dai contenuti molto
interessanti, che andrebbero colti dagli altri “a staffetta”
Infine, siccome io cerco di fare i fatti, e mi sono tradotto il messaggio
sul University Regional Dream anche sul blog di Harvard, e persino li’
interesse, lo ha avuto. Che forse temino i nostri amici americani che noi siamo
capaci di fare la nuova “University of California”, e di conseguenza, la nuova
Apulia Valley? http://imechanica.org/node/15011
Ci tengano presente. Da qui a 20 anni forse lo faremo!Buon fine settimana.Michele Ciavarella
ps. Naturalmente ho trasmesso ai candidati e al Rettore le prove documentali dei dati di cui vi parlo, e posso mandare tutti i numeri e le immagini a chiunque lo chieda a mciava@poliba.it Come campione di letture ultimo mese, stiamo parlando di 33.150 letture al momento. I lettori non sono solo di Bari, anzi.
Ruberò a Martin Luther King il famoso incipit, e gli eredi di Martin potrebbero
chiedermi i diritti di autore (http://it.wikipedia.org/wiki/I_have_a_dream).
Ciò mi rimanda a ILO e ad ai tentativi di Vito Albino di far fruttare il
trasferimento tecnologico. Vito deve fare di più, se MIT sostiene che i suoi
alumni hanno in mano business per l’equivalente
di PIL di Francia e Italia messi insieme.
Ma andiamo al tema della mia
riflessione, con una battuta vagamente maschilista: Size does matter!
In un mio intervento del mio modesto blog prima della campagna elettorale
avevo tentato di lanciare 5 idee per un brainstorming tra i candidati. Per ora
devo dire che non sono riuscito a ottenere molta attenzione dai candidati
(qualcosa invece dalla “blogosfera”, 32mila lettori
nell’ultimo mese mi vengono forse dalla comunità degli studenti su facebook). In senso generale qualcosa l’ho trovato
di comune nei messaggi di Vito Albino, Leonardo Damiani, Luigi Galantucci,
Saverio Mascolo.
Se King parlava di diritti civili e di emarginazione,
oggi in Puglia noi dobbiamo parlare di uscire dal rischio di finire in un terzo
mondo di emarginazione culturale e tecnologica. Il rischio c’è, l’esodo di
cervelli in Puglia è mostruoso, e non è il caso che faccia sfoggio di cifre che
si possono trovare facilmente.
Ho sentito Mascolo parlare di eccellenza. Ma non ho
capito come la vuole fare. Ho avuto il piacere di essere Humboldt Fellow, e il
motto della fondazione Humboldt è Exzellenz
verbindet ossia l’eccellenza si riconosce da sola in tutto il mondo, e si
lega, indipendentemente dai confini. (invito comunque a visitare il sito della
Humboldt foundation). Dobbiamo unirci, perchè se rimaniamo Politecnico di BARI, non andremo molto più lontano.
Mascolo ha anche parlato di internazionalizzazione,
e di incrementare drasticamente il numero di studenti stranieri. In effetti
segnalavo i voli Ryanair che hanno portato molti turisti. Ma hanno portato anche studenti? Perché non mi risulta? E se si deve fare qualcosa, cosa?
Nella bella lettera di Galantucci, ho letto che
siamo, in proporzione, più efficaci dei Politecnici del Nord, e questo sembra
confermare i dati SCIMAGO, molto lusinghieri, che ci vedono al 630° posto nel
mondo, ma secondi in Italia, dopo la Bocconi. Ma questo è motivo di cullarci? 630 Università del mondo sono meglio di noi. Non mi pare tanto una buona notizia. Luigi parla molto di etica, di stimolo alla creatività, ma basterà?
Infine, negli ultimi giorni ho ricevuto una lettera
di uno studente del ns Politecnico che ha sprecato ben 57 crediti dei suoi
studi per un percorso burocratico che alla fine gli ha riconosciuto solo una
laurea. Ho pubblicato la sua lettera nel mio blog con qualche commento e ho raccolto altre storie di persone “eccellenti”
come le chiama Mascolo, che noi a parole vantiamo di avere, ma che in realtà
trattiamo, nel migliore dei casi, come tutti gli altri, e a volte peggio, per
le invidie, per i freni, per i veti incrociati. Per le leggi antiquate! Io ricordo di essermi laureato primo del mio corso, e il secondo si laureò dopo un anno. A parte il vantaggio di spendere un anno della mia vita facendo altro (l'ufficiale di complemento), il Politecnico non mi diede nemmeno una medaglia simbolica, o una segnalazione a qualche "career center". Tutto era molto provinciale. E non sono sicuro che non lo sia ancora.
Avevo sempre odiato quella legge che vieta di
iscriversi a più Università contemporaneamente (ho poi scoperto è l’art. 142 del Regio Decreto 31
agosto 1933 n. 1592), con l’obbligo materiale di consegnare il diploma
originale in segreteria, come se voler studiare di più fosse un reato da
perseguire! Non ho il tempo di leggere i lavori parlamentari che
portarono a tale provvedimento, ma posso pensare solo due criteri che portarono
a quella scelta:
1) l’obbligo di presenza – specie in una società ordinata come quella fascista
2) l’evitare un costo eccessivo per studente del diritto allo studio (tutto da
dimostrare, specie per i pochi che volessero davvero studiare tanto)
Mi domando prima del 1933 (stiamo parlando di poche decine di migliaia di
studenti universitari, non i quasi 2 milioni di adesso), quali eccessi fossero
mai avvenuti per aver portato il legislatore a mettere questo vincolo.Molto di più, mi domando quante leggi del
1933 siano ancora oggi in vita! Non so quante Riforme universitarie abbiamo
fatto, ma questo serissimo vincolo, nessun Ministro ha mai pensato di
scalfirlo!
Ma passiamo ad un’osservazione pratica: io cittadino
posso essere dipendente pubblico tempo pieno in Italia, e iscrivermi all'Università.
Invece, se sono un semplice studente, non posso iscrivermi a due università? Anche
ammettendo che essere iscritto ad un’Università sia un lavoro a tempo pieno, perché
un dipendente pubblico, pagato dallo Stato, può avere liberamente accesso all’Università,
e uno studente a tempo pieno di un’Università, non può iscriversi ad un’altra?
Non mi torna!
Ma c’e’ di peggio. Perché posso fare doppi e tripli
diplomi di laurea (o meglio, “double”, “triple” degrees), se passo dall’estero
(e non tutte le Università estere sono migliori di quelle italiane, immagino),
mentre non posso farlo con due università più vicine tra loro? Mi pare un
triplo paradosso, altro che triple degree!
Propongo: cambiamo la norma sugli studenti-lavoratori e introduciamo il
part-time. Come in UK, dove non puoi iscriverti a 2 università in full
time, ma puoi in part time (e in pratica, siccome non controllano, anche ad N
università part time, pagando un sacco di tasse).
Vi domanderete, se sto parlando solo
degli studenti “eccellenti”. No! Qui viene il mio “dream”.
Una Università
regionale in cui lo studente possa scegliere quali sedi frequentare in modo
molto più libero di oggi, conseguendo alla fine più di una laurea, e scegliendo
lui i docenti migliori.
Una università regionale in cui il the
“best of the worlds” sia a disposizione di ogni studente che vi si iscrive. A
Lecce, abbiamo delle punte di diamante nelle nanotecnologie? Bene, che siano
disponibili per gli studenti di Foggia. A Bari abbiamo un’ottima Filologia
classica, tanto per dire una cosa senza offendere nessuno? Non potrebbe essere
di interesse anche per uno studente di ingegneria di Lecce?
Ricordo il discorso
di Steve Jobs “Stay Foolish, stay hungry” agli studenti di Stanford.Non fatevi prendere dalle divisioni apparenti
tra materie. Ci sono usi delle culture più strane che vengono fuori
inaspettate, se poi il terreno è fertile come la Silicon Valley. E noi, ancora,
non siamo la Silicon Valley.
Agli studenti dico addirittura di
ribellarsi. Non si vuole fare la “federazione” del mio “dream”. Andiamo alle
vie legali! Supponiamo uno studente si iscriva a UniBA e poi vuole iscriversi a
PoliBA. Se gli viene impedita la seconda iscrizione, Egli vada prima a un
giudice nazionale, impugnando il provvedimento che nega l'iscrizione al secondo
corso di laurea. In quella sede il giudice nazionale può disapplicare la norma
nazionale contrastante col diritto comunitario (e ce ne dovrebbe essere una
visto che in quasi tutti gli stati, almeno con il part time, due Università le
si possono frequentare), o se ha dubbi interpretativi sollevare una questione
pregiudiziale alla corte di giustizia UE.
In ogni caso, queste sono "wishful thinking", da me che non sono
certo Candidato Rettore.
Bisognerebbe che diventassero desideri vivi degli
studenti, che fermamente li portassero ai loro rappresentanti di studenti, ai
candidati Rettori, ai politici, e solo cosi’ arriveranno al Ministro Carrozza.
Non aspettate, studenti, che i vecchi come me (e non tanto…) risolvano i vostri
problemi!
Non pensate che abolire
quel vincolo sia una cosa facile. E’ una rivoluzione in Italia. Se tutti
si possono iscrivere dappertutto, come si fa con i numeri chiusi? Persino
il test di ammissione si puo' fare a medicina in una sola
università! Allora, si escludono le Università a numero
chiuso? Poi, si fa con una tassa unica, come mi pare di aver letto in un
paese? O moltiplicando le tasse di iscrizione, o con agevolazioni, come
in altri Paesi, premiando la voglia di fare? Infine, una nota: è
possibile per fortuna diplomarsi al Conservatorio in questo Paese senza dover
rimanere fuori dall’Università. Che esista una legge speciale? La allarghiamo?
Io ho speranza. Per esempio, il nuovo
Rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, ha lavorato tanto per una
sede “distaccata”, eppure è stato riconosciuto il suo lavoro anche a Bari. Sono
contento per lui, e per Taranto, una città dove anche io insegno, e che tanto
subisce.
Ricordo di aver
segnalato in una conferenza di Ateneo l’esperimento che ho fatto su Facebook dei miei corsi . Secondo
me continua benissimo, chiedete ai miei studenti. Non sono certo il più innovativo
e arrogante docente del Politecnico, ma perché non si incentiva questo
esperimento. Perché altri docenti dovrebbero farlo? Non hanno motivo, non hanno
premio. Quindi perché i candidati Rettori non propongono vere innovazioni, concrete,
precise, e non solo discorsi di buone intenzioni? Anche io parto in questo
discorso da Martin Luther King e Steve Jobs, eppure ho cercato di calarli nella
nostra realtà. Forse per me è facile, perché non sono candidato Rettore, ed è
meglio così!
Dedico questo discorso ai miei amatissimi studenti di Taranto, che magari smetteremo di chiamare di
Taranto, perché potranno studiare in tutta la Puglia. E io, docente “di Taranto”,
non sarò più considerato di serie B, a vita, perché, nel caso remoto in cui io
valga qualcosa, gli studenti di Lecce verranno a seguirmi.
Gentile Ministro Francesco Profumo, sono Leonardo
Gerino, studente universitario di Laurea Magistrale presso l'Università
degli Studi Guglielmo Marconi di Roma. Le scrivo perché ho scoperto
quest'anno di non poter frequentare un Master universitario di I
livello, dal momento che risulto iscritto ad un Corso di Laurea
Magistrale e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca ha fissato un limite di Crediti Formativi Universitari e un
monte ore massimo per ogni anno accademico.
Ho un diploma di
maturità classica conseguito presso il Liceo Ginnasio Statale Augusto di
Roma con la votazione di 100/100 e una Laurea Triennale in Lettere
Classiche conseguita presso l'Università La Sapienza di Roma con
110/110, ed attualmente sto affrontando la prima annualità del Corso di
Laurea Magistrale in Filologia e Letterature dell'Antichità con la media
di 30/30. Ho inoltre una conoscenza della lingua inglese di livello C1,
certificata presso l'International English Language School di Carlow,
Irlanda. Sono stato volontario dei Gruppi Archeologici d'Italia dal 2005
al 2010 ed ho partecipato a campagne di scavo e catalogazione
archeologica con l'Università della Pennsylvania (2009, 2010) e con
l'Università La Sapienza di Roma (2012).
Prevedo di terminare gli
esami del mio anno accademico entro la metà di giugno, e gli appelli
per quelli del secondo anno sono previsti a partire da ottobre: dunque,
ho pensato di poter frequentare, durante il periodo estivo, un Master di
I livello in Discipline della Didattica, erogato dall'Università
degli Studi Guglielmo Marconi per via telematica. Tengo a precisare la
grande professionalità e competenza del corpo docente dell'Università
alla quale sono iscritto, poiché troppe volte mi capita di incontrare
scetticismo nei confronti di metodi d'insegnamento, come l'e-learning,
alternativi alla lezione frontale tradizionale: posso assicurarLe per
diretta esperienza che la qualità della didattica è impeccabile e, del
resto, avendoLe indicato i miei precedenti titoli di studio, credo sia
evidente il mio desiderio di ricevere un'istruzione di alto livello.
Penso
di poter rappresentare un'eccellenza per il mondo della ricerca e
dell'università, visti i risultati fin qui raggiunti, e tuttavia mi
trovo ora nella condizione di non poter valorizzare appieno le mie
capacità per una questione meramente burocratica. Ho, infatti, chiesto
informazioni in merito al Master di cui sopra, ma mi è stato spiegato
dalla Segreteria Didattica dell'Università degli Studi Guglielmo Marconi
che, in quanto iscritto al primo anno di un Corso di Laurea Magistrale,
ho già raggiunto i 60 Crediti Formativi Universitari e le 1500
ore/lavoro fissate dal Suo Ministero come tetto massimo per ogni
annualità accademica. Anche le altre università a cui mi sono rivolto
ritengono incompatibile frequentare un Master con l'iscrizione ad un
Corso di Laurea.
Per quale ragione, mi chiedo, lo Stato Italiano
non mi dà la possibilità di sviluppare la mia istruzione e la mia
persona umana secondo quelle che sono le mie reali capacità, come invece
è garantito dall'articolo 3 della nostra Costituzione? Non è forse mio
compito e diritto aspirare all'eccellenza nel campo degli studi e della
ricerca, così da svolgere il mio ruolo sociale nel migliore dei modi? E
poi, "la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica" (art. 9): e lo fa impedendo ad uno studente, già
in possesso di una Laurea Triennale, di approfondire ulteriormente la
propria formazione in base alle potenzialità di cui dispone?
Tra
l'altro, Le segnalo che potrei iscrivermi, contemporaneamente al Corso
di Laurea da me frequentato, ad un numero illimitato di Corsi di
Perfezionamento da 20 Crediti Formativi Universitari e 500 ore/lavoro,
erogati dall'Università degli Studi Guglielmo Marconi oppure da
qualsiasi altro ente, fino anche a superare il monte ore previsto per un
Master universitario di I livello: ho trovato, anzi, alcuni Corsi di
Perfezionamento molto stimolanti, ma non vedo perché - a parità di
impegno richiesto - mi sia preclusa l'occasione di immatricolarmi al
Master di mio interesse.
Ho voluto frequentare il mio Corso di
Laurea Triennale a Roma, pur avendo la possibilità di ambire ad
università del calibro della Scuola Normale Superiore di Pisa od anche
di recarmi all'estero, perché ho scelto di ricercare l'eccellenza nella
mia città: ho visto amici e conoscenti costretti ad emigrare,
letteralmente, per poter valorizzare il proprio sapere, ed è una strada
che non ho inteso seguire. Non per paura, ma perché credo che l'Italia
sia ancora in grado di offrire qualcosa a chi aspira al pieno sviluppo
della persona e della conoscenza. Anche quella umanistica, che sempre
più spesso viene definita inutile di fronte ai progressi della tecnica e
al bisogno impellente di scienziati, matematici, fisici per il mondo
dell'economia.
Signor Ministro, non voglio diventare l'ennesimo
cervello in fuga. Voglio completare il mio percorso di Laurea Magistrale
in Filologia e Letterature dell'Antichità e proseguire i miei studi per
altri due anni con una Laurea Magistrale in Scienze Archeologiche,
quindi puntare ad un Dottorato di Ricerca. Nel frattempo, però, mi
piacerebbe sostenere durante questa estate un Master di I livello in
Discipline della Didattica e, se dovessi riuscirci - come credo - ,
ottenuta la Laurea Magistrale, un Master di II livello per Dirigenti
Scolastici durante l'estate del prossimo anno.Perché non posso farlo, se
ne sono in grado? Forse dovrei rivolgermi altrove, in un altro Paese
che mi consenta, senza pastoie burocratiche, senza porre limiti alle
capacità di uno studente, di sviluppare e valorizzare appieno le mie
conoscenze. Lo fanno in tanti, in troppi, ma io lo ripeto: non voglio,
non voglio essere un cervello in fuga. O devo diventarlo per forza? La ringrazio per l'attenzione e spero in una Sua risposta. Leonardo Gerino
(05 marzo 2013)
Due corsi di laurea insieme? In Italia è vietato In Europa invece ci sono anche incentivi
Un regio decreto del 1933
impedisce agli studenti italiani di frequentare contemporaneamente due
percorsi universitari. In Spagna, invece, ci sono sgravi fiscali e
aiuti. Ma se un universitario italiano si iscrive anche all'estero
rischia di vedersi cancellare uno dei due attestati
Un Regio decreto del 1933, in piena era fascista,
segna la discriminazione tra gli studenti universitari italiani e quelli
europei. In base a questo decreto, tuttora in vigore, gli studenti
universitari del nostro Paese non possono frequentare due corsi di
laurea contemporaneamente, o un corso di laurea e un master. Il rischio è
che uno dei due venga "cancellato" d'autorità. Il caso è stato portato
alla luce da uno studente che ha scritto a "Repubblica.it" lo scorso 5
marzo, denunciando il fatto e che ora, dopo mesi in cui ha tentato di
avere risposte ufficiali dal ministero dell'Istruzione, finalmente ha
avuto un primo "parere", sia pure ancora ufficioso.
Il
parere del ministero, per quanto non definitivo, non lascia adito a
dubbi. Iscriversi a due corsi di laurea è impossibile. Ma c'è di più. Se
anche lo studente italiano volesse frequentare contemporaneamente un
corso di laurea nel proprio paese e un altro all'estero, incorrerebbe
nelle stesse "sanzioni", indipendentemente dal fatto che nella nazione
straniera ciò è largamente consentito.
"Per completezza di
informazioni rispetto al suo progetto di iscriversi ad un Master in
Irlanda, Le comunico che i Master degree del sistema anglosassone, in
generale, corrispondono alle nostre Lauree magistrali. Dunque si
potrebbe rilevare anche in questo caso il divieto di contemporanea
iscrizione a corsi universitari, che si determina, anche se il titolo
accademico è conseguito all’estero". Questo è quanto è stato comunicato
allo studente da uno degli uffici ministeriali, la "Direzione Generale
Università, Studente e Diritto allo Studio Universitario - Ufficio IX".
Il
cerchio così si chiude sullo studente universitario che vorrebbe
evitare la fuga all'estero e frequentare in Italia due corsi
contemporaneamente. Non resta a questo punto che "emigrare", con buona
pace del tanto decantato contrasto alla "fuga di cervelli". Ovviamente,
emigrare all'estero è una cosa consentita ad uno studente se dietro c'è
una famiglia in grado di sostenere il costo degli studi e della
permanenza in un'altra nazione, fatto che crea un'ulteriore
discriminazione per censo.
Il
caso specifico del giovane che ha nuovamente scritto a "Repubblica.it" è
emblematico, in questo senso. Il giovane si mantiene con una pensione
di reversibilità Inps (la madre è morta due anni fa) e ne ha diritto
fino al compimento del 26esimo anno di età. A patto che frequenti
l'università e sia in regola con il corso di laurea. Quindi ha tempo
fino a quella data per completare il suo programma di studi
universitari. E a questo punto il tutto diventa un vero e proprio "Comma
22". Non può prendere due lauree contemporaneamente in Italia, non può
frequentare un corso di laurea in Italia e uno all'estero nello stesso
tempo e se dovesse trasferirsi in un'altra nazione europea per
raggiungere questo obiettivo, potrebbe addirittura perdere la pensione
di reversibilità, quindi non avere alcun sostentamento. Il condizionale è
d'obbligo perché lo studente ha chiesto all'Inps un parere, prima
attraverso il call center dell'Ente, ricevendo due risposte
completamente opposte (una assolutamente negativa - non avrà la pensione
-, una totalmente positiva - "Qui si parla solo di corso di laurea, non
si specifica se in Italia o all'estero"), poi attraverso una richiesta
ufficiale alla direzione generale dell'ente previdenziale. E' ancora in
attesa di una chiarificazione.
Intanto, il tempo passa e il
26esimo anno di età si avvicina. Lo scorso anno, il ministro
dell'Istruzione aveva caldeggiato una nuova normativa universitaria più
al passo con i tempi; tra le varie norme c'era anche quella che avrebbe
permesso la frequenza di più corsi universitari insieme e addirittura la
possibilità di concludere in anticipo il corso di laurea. Il ddl giace
in qualche ufficio parlamentare e chissà quando sarà "ripescato".